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Daniel Negreanu: “Perché questo fold è sbagliato secondo GTO ma può essere comunque giusto”

Dopo un 2016 disastroso (per sua stessa ammissione), Daniel Negreanu è tornato a giocare a poker alle Bahamas, nel corso del Pokerstars Championship. La trasferta caraibica non è stata particolarmente positiva per il player canadese, che ha ammesso di aver investito $200.000 nel Super High Roller (una re-entry), $50.000 nell’high roller turbo e $5.300 nel Main Event senza andare a premio. In compenso, nel torneo da $25.000 di buy-in ha centrato una 5° posizione che gli ha permesso di incassare $268.780 e rientrare quasi completamente delle spese.

Nel corso dei tanti tornei giocati a Nassau, Negreanu ha affrontato decine di giocatori fortissimi. Uno di questi era Nick Petrangelo, che definisce “il giocatore più aggressivo che ho incontrato negli ultimi cinque anni“. I due si sono dati battaglia nel Super High Roller da $100.000 di buy-in e c’è una mano in particolare che Daniel ha voluto condividere e analizzare con i suoi followers. Una mano che si è conclusa con un fold sbagliato secondo la teoria pura ma ragionevole sotto altri punti di vista.

Nick Petrangelo
Nick Petrangelo, un incubo per tutti, Negreanu compreso

Daniel Negreanu vs Nick Petrangelo: l’analisi di Kid Poker

“Siamo al livello 800-1600 e giochiamo contro Nick Petrangelo, un giocatore aggressivo, senza paura, ma molto razionale”, spiega Daniel nel presentare la mano. “Prima di analizzare lo spot in questione è bene sapere che al giorno d’oggi solitamente si limpa dallo small blind, ma Nick non lo fa mai: lui rilancia il 100% degli small blind con size vicine al 3x“.

Questa circostanza si verifica proprio nella mano scelta da Negreanu: “In questo caso rilancia a 4500, noi dallo small blind abbiamo 7-8o e chiamiamo. Il flop è J-8-2 rainbow e lui punta 7.000″.

La puntata di Petrangelo è quasi una pot-size bet e non è semplice chiamare con second pair. Ma per Daniel non ci sono dubbi su ciò che va fatto.

Chiamare qua è standard: hai una middle pair che può diventare una doppia coppia sul turn e sul turn possono anche aprirsi vari progetti di scala. Le possibilità che lui abbia mani di valore qui sono molte basse, a meno che non abbia un Jack o una pocket pair come 9-9 e 10-10 o un 8 con kicker migliore, siamo sempre avanti. Il fatto che abbia puntato così tanto non vuol dire niente perché giochiamo contro un player forte e preparato come Nick, che sa bilanciare alla perfezione. Potrebbe farlo con A-high, Q-9, 9-10 o con mani di valore”.

Sul turn scende un 6 che apre un possibile progetto di colore. L’action si ripete: Nick prosegue con la c-bet, stavolta puntando 28.000 chips sulle 24.000 presenti nel mezzo. La sua è a tutti gli effetti una overbet.

“Lui ora punta 28.000. Potrebbe avere progetti di scala, un progetto di colore neonato e ovviamente i Jack e le altre mani che ci battono. Ma qua potrebbe anche avere tanti A-high con i quali punta per farci foldare mani di valore o per valuebettare contro i nostri progetti di scala. Oppure potrebbe avere una combodraw che gli conferisce tanta equity”.

Daniel decide di effettuare il call, ma dietro al semplice gesto di mettere le chips in mezzo, c’è un ragionamento molto profondo.

“Ho pensato che fosse giusto chiamare, anche se in questo spot è una decisione difficile perché devi pensare che se chiami e poi lui spara di nuovo sul river, cosa fai? Prima di prendere questa decisione dovresti già pensare a ciò che farai su diversi tipi di river. Se casca un 10 cosa fai? E se casca un Asso? Se il board si paira? Ragionando in questo modo capisci che se folderai su tanti river allora può avere senso foldare già sul turn anche perché devi chiamare per una pot-size bet. La mia intenzione era di fare call-call, quindi chiamare su gran parte dei river”.

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Il river è un 6 che pareggia il board. Daniel si aspetta un check da Petrangelo su questa carta che non sposta praticamente niente. Ma Petrangelo sceglie nuovamente di overbettare: mette in mezzo 65.000 chips.

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“Abbiamo 245.000 dietro. Ora vi spiego perché ho foldato e perché lo ritengo un errore. Più tardi, infatti, vedendo come stava giocando, ho capito che era la mossa sbagliata. Chiamare sul turn e foldare sul river mi rende troppo exploitabile“.

Pur sapendo che la sua mossa era teoricamente sbagliata, Daniel difende in parte la sua scelta. Dal suo punto di vista, non si può ridurre tutto a un discorso di Teoria del Gioco (GTO).

“Qua viene fuori il dualismo tra GTO e teoria exploitativa: per la GTO è un call, non puoi pensare di chiamare sul turn e foldare sul river, sul long term è una mossa -eV. Ma io ho pensato a livello psicologico, ho provato ad andare oltre e ragionare sulla mia immagine percepita“.

“Il punto è che sa che quando chiamo sul turn ho due tipi di mani: una coppia oppure un progetto. Se lui ha A-high o K-high non ha bisogno di puntare anche sul river, perché batte gran parte del mio range di progetti, quindi dovrebbe fare check. Al tempo stesso è ben consapevole che quel river non cambia niente, perché se ho un Jack o un 6 non c’è verso di farmi foldare. Lui sa che chiamo molto spesso su questo board, eppure continua lo stesso a puntare. Mi mette su tante mani che non può battere, quindi è molto probabile che faccia check su quel river dopo i miei due call. Non avendo grande history con Petrangelo, ho pensato che in quel caso se punta lo fa quasi sempre con mani di valore”.

Dopo una lunga riflessione, Daniel folda. “Nick ha fatto una faccia come a dire che mi aveva appena bluffato. Credo che sia andata così, ma il mio fold non era completamente sbagliato“.

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