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Daniel Negreanu: “Josephy ha sbagliato tutto, così si gioca contro un player aggressivo come Nguyen”

Daniel Negreanu è il giocatore più vincente nella storia dei tornei dal vivo grazie ai 32 milioni di dollari lordi incassati in carriera. Il suo parere è sempre prezioso, anche perché ha ottenuto questi risultati nel corso di 19 anni di carriera ai tavoli, contro ogni tipo di avversario. Nonostante sia uno dei massimi esperti, Daniel non si è mai tirato indietro quando c’era da parlare pubblicamente di strategia e anche nel corso del suo ultimo podcast ha regalato diverse perle a tutti gli appassionati di poker che vogliono migliorare il proprio gioco nei tornei.

Il team pro di Pokerstars si è concentrato sul final table del Main Event WSOP, in particolare sulla condotta di Cliff Josephy nei confronti di Qui Nguyen, dal suo punto di vista “profondamente sbagliata”. Il canadese ha bocciato senza misure l’approccio di Josephy, partendo da una considerazione sicuramente alternativa visto il trend degli ultimi anni: i coach, se troppo invadenti e influenti nel prendere le decisioni, possono peggiorare notevolmente il nostro gioco.

Chance Kornuth e Shaun Deeb sono due ottimi giocatori, molto intelligenti”, ha dichiarato Daniel riferendosi ai due coach di Cliff Josephy. “Chance ha quella cosa che a Phil Hellmuth piace chiamare “White Magic”, mentre Shaun è un player molto aggressivo, che spinge molto in posizione, è uno che non ha paura e che pieghi difficilmente”. Per Negrenau, quindi, il problema non riguarda certamente le abilità dei due coach, quanto il voler seguire ciecamente ogni loro indicazione, senza ragionare su chi ci si trova davanti al tavolo.

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Daniel Negreanu

“Non voglio criticare nessuno, ma voglio parlare del coaching e dei suoi effetti negativi”, spiega Kid Poker. “Penso che la strategia di Cliff Josephy contro Qui Nguyen sia stata assolutamente sbagliata. Nguyen ha mostrato più volte, prima e durante il final table, che di fronte a una 3-bet non va da nessuna parte. Ti 4-betta con A-4, non folda di fronte agli all-in, è qui per giocare. Al tempo stesso, è il tipico che si rovina bluffando e chiamando con mani marginali. Contro un giocatore del genere penso che sia un errore enorme 3-bettare“.

In effetti Cliff è stato il giocatore con la percentuale di PFR (Preflop Raise) più alta (25%) e il maggior numero di 3-bet. Al contrario, Qui Nguyen è stato il player che è entrato nel maggior numero di piatti (37%) con un PFR del 23%. Di fronte a un avversario così loose-aggressive, Josephy ha provato a imporsi utilizzando ulteriore aggressività, una mossa fallimentare secondo Daniel Negreanu.

“Penso che Cliff abbia sbagliato approccio. La prima mano ha 3-bettato con Q-9 quando non ce n’era alcun bisogno. Nguyen ha 4bettato subito con A-4 e ha vinto il piatto. So che questo stile è tipico di Kornuth e Deeb, loro giocano in questo modo e vincono così. Mi chiedo se siano d’accordo con me sul fatto che contro uno come Qui Nguyen bisognava aggiustare e non 3-bettare così tanto“.

Qui Nguyen, l'incubo di tutti i suoi avversari al final table del Main Event WSOP
Qui Nguyen, l’incubo di tutti i suoi avversari al final table del Main Event WSOP

Dunque, qual è il modo migliore per giocare contro un player loose-aggressive? Questa è l’opinione di Kid Poker:

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“Se fossi stato il coach di Cliff in quel momento, gli avrei detto di vedere tanti flop a basso prezzo e di fare check-back spesso con mani con le quali chiamerà su turn e river, perché lui puntava sempre quando vedeva debolezza. Contro uno così devi piazzare delle trappole e non devi mai rischiare troppe chips. E poi, se lo 3-betti devi polarizzare il range, ovvero evitare di 3-bettare con mani di medio valore come K-Q, K-J, A-8 e via di scorrendo, perché con queste non sai che fare di fronte a una 4-bet”.

Daniel è convinto che Josephy abbia sbagliato anche nel non polarizzare il suo range di 3-bet: “Se 3-betti lo fai perché vuoi estrarre valore oppure pensi che il tuo avversario sia debole e vuoi mandargli un messaggio. Ma allora fallo con mani con le quali è facile foldare, come K-3 e A-6 ma anche 9-2, mani che giocano male preflop e che utilizzi solo per vincere preflop. Polarizzare vuol dire 3-bettare con mani di grande valore come A-A, K-K, Q-Q, A-K e J-J e con le trash hand; quelle che stanno in mezzo a questi due poli, sono mani che contro uno come Nguyen devi giocare limitandoti al call“.

In chiusura, il top player canadese dice la sua sul coaching, che ha un ruolo sempre più dominante nel poker di oggi:

“Ci sono tanti dibattiti sul valore del coaching. In alcuni casi farsi coachare eccessivamente può essere un errore enorme. Perché tu devi essere confident al tavolo, devi essere sicuro di quello che fai, e non puoi esserlo se hai 2-3 persone nella tua mente che ti ripetono continuamente di fare questo o quest’altro. Ora, se sei short devi assolutamente farti coachare. È fondamentale farti spiegare cosa fare tecnicamente con 15-20 big blind, ma al di là di questa situazione, penso che l’approccio giusto per la maggior parte dei giocatori sia limitare il coaching e imparare a fidarsi di se stessi”.

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