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Sergio Castelluccio vs Filippo Candio: l’analisi dei due giocatori sullo spot K9 vs K9

Forse è la mano che più ha fatto discutere, in questo primo scorcio di 2016. Un po’ per la rarità del colpo in sè, un po’ per i nomi dei due protagonisti coinvolti. Avendo avuto la fortuna di osservare lo spettacolo dal vivo durante il day 1A del PPTour Campione D’Italia, ed avendone parlato sia con Sergio Castelluccio che con Filippo Candio, siamo in grado di fornirvi entrami i punti di vista.

L’ACTION

Siamo nel corso del secondo livello di gioco (500/100), al tavolo televisivo. Apre Sergio da middle a 250 con k 9 , Candio difende il bb con k 9 .

Il flop (pot 550) è monotone: k 10 6 e check per due.

Turn 9 (pot 550), Candio esce puntando 400, call di Castelluccio.

River k (pot 1350), bet 1700 di Filippo, Sergio rilancia a 5625. Candio ci pensa, poi ne mette in totale 16700, lasciandosene dietro poco più di 8mila. Sergio tanka parecchio e alla fine decide di foldare, restando comunque con oltre 18mila fiches.

Filippo Candio e Sergio Castelluccio al tv table (courtesy Campione Poker Team)
Filippo Candio e Sergio Castelluccio al tv table (courtesy People’s Poker)

Vediamo ora analisi e thinking process dei due protagonisti

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SERGIO CASTELLUCCIO

In generale trovo poco indicativo quello che succede prima del river. Quando scende K, io chiudo full e lui decide di overbettare, opto per il raise/fold: nel momento in cui io rilancio 3,5x sulla sua overbet il mio range sarà già strettissimo, diciamo TT+, e l’unica mano che (forse) pagherebbe da dietro è 99. Non credo abbia mai un range di bluff qui, a maggior ragione quando mette di fatto tutto lo stack al secondo livello ha sempre nuts o second nuts. Qui potrebbe girare qualsiasi cosa: io rimango straconvinto della bontà del fold e lo rifarei mille volte in quello spot.

PPTour Campione: Sergio Castelluccio
Sergio Castelluccio

FILIPPO CANDIO

Il problema fondamentale nella mano contro Sergio si basa sul “suo” range, non tanto sul mio. Mentre il sottoscritto ha sempre un range di bluff , se ragioniamo su come viene gestita la mano possiamo ben vedere che su flop KT6 Sergio fa check dietro. Dopo molti ragionamenti fatti al river mi sono convinto che avrei comunque dovuto eliminare KT e QJ perché in quello spot avrebbe avuto molto più senso bettare flop, il che è giusto per una questione di valore assoluto: contro un oppo come me (che Sergio conosce abbastanza bene) non converrà mai perdere del valore contro mani come AQ/AJ (che sono nel mio range), QJ/Q9/J9 o anche 98 e 87. Per di più, onestamente io non so come si possa dire che non ho mai range di bluff quando KT/K9 sono veramente poche volte nelle mie mani.

Filippo Candio con il manager skill games di Microgame, Maurizio Guerra
Filippo Candio con il manager skill games di Microgame, Maurizio Guerra

Essendo Sergio un giocatore fortissimo, sono convinto che difficilmente si sarebbe inventato un check flop con KT o QJs, considerando che  questi per me sono degli errori e Sergio errori non ne fa mi sono trovato davanti la scelta se controrilanciare ulteriormente al river. E per quanto Sergio dica bene che contro di un giocatore forte può sembrare più corretto fare solo call, io ho preferito seguire la mia linea e siccome sono nuts cerco di ottenere valore.
Il che poi alla fine mi ha dato ragione, poiché lui non è nuts ed io ho comunque ottenuto enorme valore non splittando il piatto.
Questa l’analisi dei due top player, che denota una differenza sostanziale: dove Sergio non attribuisce alcuna importanza alla history fino al river, Filippo crede che le strade precedenti siano state decisive per la definizione dei range e la conseguente decisione presa poi in quinta strada. Voi che ne dite? Chi vi convince di più nello spot Castelluccio vs Candio?

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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