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“Tutti vorrebbero giocare nel 2004, ma perché non lo fate adesso?”

[imagebanner gruppo=pokerstars] Dani Stern, anche se non è fra i professionisti statunitensi più conosciuti, è un veterano vero nel mondo del poker, tanto che se gli chiedeste quando ha cominciato a giocare probabilmente su due piedi non saprebbe neppure rispondervi: “supernova9” oggi gioca soprattutto il Pot Limit Omaha $25/$50, e malgrado sia sempre più dura lui certo non si lamenta.

Trasferitosi recentemente da Playa del Carmen – dove è rimasto per circa un anno e mezzo – a Vancouver dove oltre ai soldi spera di vincere la noia, lo statunitense ha spiegato a Joe Ingram “Tutti sembrano voler sempre salire su una macchina del tempo, dicono quanto vorrei essere nel 2004, e giocare contro quei vecchi player per distruggerli. Spesso è vero, ma il problema è che questa macchina del tempo non si ferma mai, e così oggi ci sono persone che dicono, mio Dio come vorrei essere nel 2012…”.

Così, per Stern c’è solo una risposta possibile, nel momento in cui si voglia essere dei giocatori professionisti: “In futuro il poker non diventerà più semplice, e così io cerco di concentrarmi sulle opportunità che ho oggi, anche se anni fa mi sarebbe piaciuto perdere meno tempo in modo stupido e grindare di più”.

Dani Stern
Dani “supernova9” ha deciso di sposarsi a Firenze (photo courtesy Danny Maxwell)

In passato infatti ammette che uno dei suoi problemi maggiori era proprio la pigrizia, il non essere capace di giocare un volume di mani grande abbastanza, un problema che ha risolto proprio quando si è trasferito in Messico a causa del Black Friday: “Credo sia dipeso dal fatto che laggiù avevo meno cose da fare e quindi minori distrazioni – ammette – ma anche perché giocando high stakes la partita non sempre è disponibile, ed è davvero una brutta sensazione quando vuoi giocare e la partita più alta che c’è è il $5/$10″.

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Al contrario, quando ai tavoli c’è azione è tutta un’altra storia: “Il Pot Limit Omaha $25/$50 su PokerStars è probabilmente la partita più difficile di PLO al mondo, per definizione – premette – però non mi forzo mai a giocare, per me è eccitante avere l’opportunità di farlo. Ora che comincia lo SCOOP, mi alzerò alle 9 del mattino con l’idea di giocare per 14 ore al giorno, ma non è qualcosa che viva con sacrificio”. E non solo perché sono anni che vince.

“E’ giusto trovare un giusto bilanciamento fra la dedizione al gioco e lo svago, tuttavia il bilanciamento migliore per un giocatore non è sempre quello più confortevole – ammonisce – a volte mettersi in delle situazioni difficili è la decisione migliore, perché è quella che è in grado di dare di più a noi stessi. A volte invece i giocatori, non avendo particolari vincoli da rispettare, scelgono la strada più semplice”. Che probabilmente, considerando dove è arrivato, non è quella che ha imboccato lui.

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