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EuroPoker: fallisce la room francese, l’Arjel rimborsa 2/3 dei bankrolls

Vi ricordate della vicenda EuroPoker? In Francia si continua a parlare molto del crack finanziario della nota poker room che aveva presentato istanza, al tribunale fallimentare, nel 2014. I manager del sito internet avevano ammesso di non avere denaro per rimborsare i fondi dei giocatori.

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Nel 2015, il liquidatore nominato dal tribunale aveva dichiarato che l’entità del patrimonio attivo era inferiore rispetto ai saldi dei giocatori che quest’anno, in aprile, avevano rivendicato, attraverso i propri legali, di aver diritto ad un rimborso totale (bonus compresi), come prevede la legge francese.

Pochi giorni fa però è arrivata una notizia relativamente positiva: il giudice ha autorizzato i rimborsi, ma solo per il valore dei 2/3 dei saldi degli account.

C’è chi in Francia vede il bicchiere mezzo pieno. Altri lo vedono mezzo vuoto. Una cosa è certa: dopo più di due anni di attesa e battaglie processuali, molti players possono rientrare in possesso di gran parte dei loro bankroll.

Considerando altre vicende simili, in Europa e negli States (pensiamo al fallimento di Absolute Poker, UB.com, Everleaf etc), alla fine il mercato legale francese ha comunque dimostrato che la strada voluta dall’Arjel può essere una soluzione ad hoc per risolvere le crisi finanziarie dei siti di gambling.

Come detto, al termine di questo processo, la maggior parte delle vittime (è giusto chiamare così i players frodati) riceverà un rimborso solo parziale, ma per molti esperti, è un miracolo, considerando la situazione finanziaria disastrosa della room.

Il 23 ottobre 2014, il Tribunale Commerciale di Bobigny, aveva messo in liquidazione EPMedia France Sas (la società proprietaria di EuroPoker) e da quel momento ne è passata di acqua sotto i ponti. I giocatori hanno rischiato anche di non vedere più un euro.

Il sistema francese prevede a favore dei fondi dei players la creazione di Trust  che devono coprire depositi e vincite (ma anche bonus ed altri incentivi): l’importo da versare dalla poker room a favore del conto fiduciario viene calcolato attraverso diversi parametri.  Pertanto alla fine, la somma vincolata è pur sempre una stima e non la somma effettiva dell’entità dei depositi ricevuti dal sito.

Il sistema ha funzionato solo in maniera parziale. Per quale motivo? Nel 2015 la Direzione Generale Nazionale della Polizia ha aperto un’indagine che ha scoperto che era stata applicata una politica di bonus che veniva applicata in maniera puntuale per gli account (fino al tracollo finanziario) dei players ma era solo fittizia ai fini dell’accantonamento a favore del trust.

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Il risultato finale è stato soddisfacente per alcuni players e quasi del tutto deludente per altri.

Pochi giorni fa l’Arjel (l’ente regolatore francese) si è espresso ufficialmente sulla vicenda.

Nonostante l’esistenza di un trust che doveva sbloccare i fondi in maniera automatica a favore dei giocatori, ci sono voluti più di due anni per ottenere le autorizzazioni per il rimborso (parziale), considerando la lunghezza delle procedure fallimentari.

Nel suo comunicato stampa, l’Arjel ha ammesso che “il conto fiduciario coprirà circa i 2/3 del totale dei giocatori ammessi al passivo” .

Nei prossimi giorni, la somma vincolata nel trust verrà divisa tra i players in proporzione all’entità dei crediti.

Da una parte, il sistema “garantista” transalpino ha comunque ottenuto un risultato importante: con lo strumento del trust ha evitato un disastro finanziario su tutta la linea. Ma c’è ancora molto da lavorare. Il caso di EuroPoker dovrebbe essere preso da esempio da parte di tutti gli enti regolatori europei.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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