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I giocatori italiani in massa sui social: “Mai con la Francia, si alla liquidità internazionale”

Dopo il rifiuto degli operatori (4 piattaforme su 5 sono contrarie), lo scetticismo degli addetti ai lavori sulla tassazione (noi di Assopoker siamo stati i primi a giudicare senza prospettive un mercato del genere) si schierano contro l’ipotesi di una liquidità comune con la Francia, i giocatori. E lo fanno in massa, preferendo di gran lunga attendere e vedere realizzato il loro sogno: ritornare a giocare contro i players di tutto il mondo.

D’altronde la filosofia che è nata con il poker online è quella di respirare un’aria internazionale: incontrare e sfidare giocatori di tutto il globo sul web. La ghettizzazione è e sarebbe un errore (in molti ritengono quello con Parigi comunque un ghetto bis).

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Ad esprimere il proprio parere l’hanno fatto anche molti pro esperti che hanno piena consapevolezza dei numeri e di quello che succederebbe in caso di una rake alta (6,5% in su come è vigente in Francia in questo momento).

Più morbidi nelle loro posizioni i torneisti che però rifiutano l’ipotesi transalpina per non precludere la possibilità di un futuro accordo con Gran Bretagna o Danimarca per avere la possibilità di sfidare il field dot com o eu (se è politicamente più corretto chiamiamolo così…).

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Ma anche ai players amatori interessa poter partecipare ogni settimana al Sunday Million e alle centinaia di tornei (per tutte le tasche) che offrirebbero tutte le piattaforme, ai quali potrebbero prendere parte su network come 888Poker, Microgaming, PartyPoker e iPoker global.

In tutti i casi si tratta di un progetto ambizioso che merita attente riflessioni. In particolare, è necessario dare tempo ai competitor nazionali di poter siglare partnership giuste per poter rafforzare la loro potenziale liquidità internazionale. Perché diventa prioritario tutelare i nostri operatori nazionali, prima di qualsiasi altro passo. Senza dubbio, il progetto francese con la tassazione prospettata, sarebbe un disastro per tutti.

Aggiornamento delle 17. Mentre scriviamo sulla nostra FanPage di Assopoker i commenti continuano ad arrivare: alle 17, ben 28 persone hanno voluto condividere il loro pensiero e la tendenza sembra chiara.

Ma lasciamo la parola ai giocatori che hanno risposto alla nostra domanda (leggi qui l’articolo).

Ad intervenire su Assopoker sono alcuni nostri fedeli lettori:

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Prime reazioni concordi anche sulla nostra nuova FanPage (ma siamo solo all’inizio):

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Le risposte sulla nostra FanPage al sondaggio solo nelle prime ore, ma il nostro post sta raccogliendo decine e decine di commenti, a testimonianza dell’interesse dei players.

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Marelli: “accediamo al com attraverso UK o Danimarca”

Ben argomentato il post di un nostro utente storico, Luca Marelli“Mi pare evidente che, dopo anni di isolamento (e di abbandono da parte dei giocatori più deboli, ciò che ha limitato tragicamente il field), sia meglio attendere qualche mese in più per accedere al .com attraverso la porta danese od inglese.  Unirsi alla Francia sarebbe un ulteriore colpo alla liquidità. Un controsenso? Direi di no perchè l’entusiasmo iniziale verrebbe in breve tempo superato dalla consapevolezza che i “vincenti” sarebbero ancora di meno, passando in negativo coloro che vincono somme simili alla differenza tra tassazione italiana e tassazione francese”.

RobyS: “Basta con il ghetto pokeristico!”

Una pioggia di commenti al nostro articolo è stata riscontrata sul gruppo più numeroso di Facebook (8mila utenti), Sei Pokerista se…

Le reazioni ad un post del fondatore Roberto “RobyS” Sabato: Io voto per il .com, basta con questo ghetto pokeristico del .it, ritorniamo ad un po’ di anni fa quando giocavamo contro il mondo e imparavamo veramente qualcosa, speriamo che AAMS apra al .com anche in Italia.

Altri commenti di giocatori professionisti e amatori. C’è anche chi mette in guardia sulle difficoltà tecniche che il field italiano riscontrerebbe nel confrontarsi con il .com, ma gli utenti si sono schierati tutti per la liqudità internazionale. 

Cipollini: “meno giocatori italiani vincenti sul com”

Federico Cipollini: La liquidità con Francia e/o Spagna sarebbe ugualmente un ghetto, anche se un po’ più grande, con il rischio di ritrovarsi tra qualche anno come sul .it. Se poi vogliamo invece parlare di facilità del field sarebbe meglio avere solo la liquidità con la Francia; nel .com i giocatori italiani vincenti sarebbe percentualmente ancora meno.

Renato Schito: È ovvio che tutti i pokeristi rifiutano la liquidità condivisa con la Francia (visto le sue assurde tassazioni) e preferiscono quelle del .com (dove c’è la possibilità di confrontarsi contro i più grandi di questo gioco!…tutta la vita preferisco il .com

Marianini: “Riportiamo i professionisti in Italia”

Massimo Zito: Con .com non ce la daranno mai, con la Francia è una fregatura…

Davide Montanaro: .com e torno a giocare

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Marco Marianini: Il .IT è un mercato morto, molti giocatori bravi italiani giocano già sul .COM prendendo residenza all’estero. L’AAMS per continuare ad avere entrate deve aprire le porte al .COM trovando sempre il modo di fare pagare le tasse agli italiani. Sul .IT non ha più senso giocare. O l’AAMS decide di riportarci al .COM o non ci sarà più futuro per il poker online italiano.

Patrizia Patty Danti: Senza dubbio alcuno punto com for ever, il miglior poker che abbia mai giocato mi riporta a Full tilt dove c’era la possibilità di un confronto con giocatori di tutto il mondo! Il punto IT ci ha ghettizzato e non tutti hanno la possibilità di lasciare l’italia per trasferirsi in paesi in cui giocare com.

Marco Caregabl Della Vecchia: ma che domanda è? E’ come domandare se uno vorrebbe girare in bicicletta o in ferrari….com al 1000%

Gander: “Francia? Come uccidere il poker con quella tassazione”

Stefania Gander: Punto com tutta la vita. Andrebbe bene anche .eu, basta che non sia un autogol: farlo solo con la Francia, con quella tassazione assurda, significa uccidere il poker. Di sicuro, quello che non si può fare, è lasciare le cose così come sono: questo gioco ha bisogno di nuova linfa, nuovi players e nuovi stimoli. Chiunque abbia un minimo di mentalità imprenditoriale capisce che bisogna intervenire, e bisogna farlo subito.

Davide Lanna: Bè sembrerebbe quindi scontata la risposta ma il nostro è il paese dei controsensi!!

Enrico Delfino: non c’è manco da chiedere. .com e stop

Gina Caroli: .com e abbassamento di tassazione. Tornerebbero a casuccia giusto “un paio” di players.

Rosi: “Ostacolo fiscale”

Emiliano Rosi Bè: potendo scegliere .com sicuramente. Comunque meglio che niente potrebbe andar bene anche anche una liquidità con Francia e altri paesi regolamentati ma temo che l’ostacolo sia la parte fiscale, perché se fossimo noi a dover accettare le condizioni della Francia allora è meglio non farne niente. Il poker finirebbe nel giro di un paio d’anni.

Daniele Mancuso: ma perché la liquidità condivisa solo con Spagna, Francia e Portogallo???

Crisari: “trampolino di lancio”

MisterSly Crisari: Ho davvero ben pochi dubbi…. la prima condivisione sarebbe una boccata d’ossigeno, la seconda un trampolino di lancio…..

David Asquino: definitivamente. com. Più liquidità, più occasioni di emergere a livello internazionale, più occasioni di “apprendere” stili di gioco nuovi e varianti…

Ridolfi: “Mai con la Francia!”

Dario Ridolfi: Mai con la Francia!

Silvio Tedeschi: .com Nn vedo perkè dobbiamo sempre essere gli ultimi e perkè i problemi fiscali esistono solo qui da noi.. Avremmo dovuto avere il .com già da un pezzo…. Poi ci si lamenta della fuga di cervelli

Nota bene: Se qualcuno volesse far cancellare i suoi commenti ci può contattare sulla FanPage di Assopoker!

“Liquidità internazionale e torniamo a giocare!”

Sorprendono soprattutto i messaggi di giocatori che affermano che, in caso di liquidità internazionale (dot com), tornerebbero a grindare. Ecco tutti i commenti in forma integrale su Sei Pokerista se…. Buona lettura!

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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