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Il Governo vuole tassare le vincite online: in Senato odg con prelievi in Italia e su dot com

Ore 12.30 update: contrariamente alle ultime voci, arrivano conferme, in commissione è stato APPROVATO ieri l’emendamento che riconosce l’ESENZIONE PER IL LIVE, ma è stato confermato (in base all’ultimo aggiornamento delle ore 20.30 di ieri sera, fonte Agipronews) che la possibile tassazione per le vincite ONLINE è stata inserita nell’ordine del giorno della Commissione.

Il Governo Renzi si era impegnato – dopo l’ennesimo avviso della Commissione Europea e stante le ultime sentenze della CGE – ad una legge ad hoc destinata di fatto destinata per il futuro a scongiurare la possibilità di un’ Operazione All in Bis. Come noto la prima inchiesta fiscale per i players italiani ha comportato solo spese e grane allo Stato italiano ed è stata ritenuta illegittima dai giudici comunitari e dalla giurisprudenza.

L’operazione, in passato, è stata vista dalle autorità comunitarie come un’indebita difesa degli interessi nazionali, lesiva della libertà di concorrenza. A Bruxelles hanno sospettato che dietro ci fossero la lobby del live e un chiaro interesse da parte dei casinò italiani.

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TASSA SULLE VINCITE ONLINE

La nuova legge sulle Politiche UE in esame in questo momento in Senato, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo quando si parla in Italia di applicazione della normativa comunitaria) finalmente mettere tutto in ordine ed evitare future inchieste sul poker live, con evidenti violazioni del diritto dell’Unione, in particolare di alcuni principi base dei Trattati.

Commissione e CGE sono state chiare: inammissibile tassare le vincite maturate nei casinò “europei” e non in quelli italiani.

Quindi il nostro paese, nella nuova legge, mira ad una equiparazione fiscale tra le nostre sale da gioco e quelle estere.

Bene, è spuntata a sorpresa dell’ultimo momento in Commissione Politiche UE del Senato, proprio nel corso dell’esame, una bella chicca da parte del Partito Democratico ed in particolare dal relatore Roberto Cociancich.

Oltre alle consuete frasi demagogiche che il Governo si impegna ad attuare un riordino nel settore dei giochi e a “promuovere iniziative di prevenzione dei fenomeni di gioco compulsivo e problematico attraverso campagne di sensibilizzazione”, l’esecutivo valuta la possibilità di “un prelievo fiscale sulle vincite ottenute in case da gioco online, autorizzate in Italia e negli Stati membri”. Tale gettito dovrebbe essere destinato a finanziare misure per il gioco problematico. Non è un pesce D’Aprile!

Ad aumentare i nostri sospetti su questa manovra atta a colpire l’online, il secondo intervento dello stesso Senatore Cociancich. In estrema sintesi, secondo un aggiornamento dell’ultimo minuto,  la Commissione delle Politiche dell’Unione Europea del Senato, impegnata – si legge su Agipronews – nell’esame della Legge europea 2015, ha approvato un emendamento del relatore Roberto Cociancich (PD) che prevede che “le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate nello Stato” – oltre che negli altri Stati membri dell’Unione europea o nello Spazio economico europeo – “non concorrano a formare il reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta”. Semplici coincidenze?

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Il Senatore Cociancich vuole tassare le vincite online ed esentare quelle live, ma in base a quale criterio?

In poche parole, in nome della lotta alla dipendenza patologica, si vogliono tassare giochi che rappresentano il 4% della spesa totale ed esentare i giochi live. Non c’è una logica, forse…

Accolta nell’ordine del giorno la proposta del Partito Democratico, cestinate invece tutte le altre, in particolare quelle del Movimento 5 Stelle.

In poche parole, il PD vorrebbe tassare tutte le vincite sul dot it e dot com e, al tempo stesso, non tassare le vincite nei casinò italiani ed esteri.

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Sembra proprio una manovra ad hoc da parte della lobby del live che, già negli ultimi mesi del 2015, aveva provato in maniera molto chiara a far approvare misure restrittive per la pubblicità per il gioco online (in parte accolte).

Ora il fine sembra molto chiaro ed è in linea con quanto registrato nel 2015: sabotare un mercato che presenta alti volumi (in particolare nelle slot online) ma una spesa minima per i giocatori rispetto ad altri giochi (slot live, Vlt, Gratta e Vinci etc).

Come detto non è un Pesce d’Aprile, si vuole colpire in maniera chiara il gioco online che rappresenta solo il 4% della spesa dei giocatori, in nome della lotta al gioco compulsivo. Un paradosso o una barzelletta, dipende come la volete leggere la cosa. Se realmente il Governo volesse limitare le patologie dell’azzardo dovrebbe guardare altrove (slot?) a costo di rinunciare ad un gettito importante.

Inutile dire che se dovesse passare questa legge, i giocatori big spender sarebbero costretti a cambiare la residenza effettiva e trasferirsi all’estero. In Gran Bretagna, ad esempio, non si sono mai sognati di tassare i giocatori.

In Italia, qualcuno ci sta pensando: il problema è che i players italiani già versano tasse alla fonte, trattenute dalle case da gioco online che agiscono come sostituiti d’imposta.

Nel nostro paese hanno già messo in atto una manovra simile per altri giochi, istituendo la “Gambling Tax” che colpisce (con un prelievo del 6%) le vincite superiori ai 500€ maturate per Super Enalotto, Gratta & Vinci e delle VideoLotteries (Vlt). Per il lotto era già in vigore.

Ma fare la stessa cosa nel gioco online, dove contano i “margini” per i giocatori, vorrebbe dire provocare un esodo di massa all’estero per i professionisti (poker, scommesse e betting exchange), con un grave danno per l’erario, visto che certi games vivono solo con la liqudità (di fatto sarebbe difficile anche per gli amatori trovare action).

Difficile invece prevedere problemi con la normativa comunitaria: essendo tassate le vincite sia nelle case da gioco nostrane che quelle europee, non vi sarebbe alcuna discriminazione e non sarebbe alterata la concorrenza del mercato interno.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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