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In Francia finalmente si vota la legge Digitale per la liquidità condivisa con l’Italia nel poker!

Concedetecelo: finalmente! In Francia, siamo arrivati ad una svolta per la liquidità condivisa con l’Italia? Non possiamo esserne certi ma a Parigi si sta giocando la partita decisiva.

L’ostacolo al progetto è sempre stato di natura politica. Alcuni partiti (in particolare i socialisti) hanno sfatto ostruzionismo in questi anni in parlamento, per approvare la modifica alla legge che regolamenta il poker online.

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Sono giorni di tensione tra l’Italia e l’Europa ma il progetto per la liquidità comune tra Italia e Francia potrebbe essere ad una svolta (nella foto Renzi e Hollande)

Grazie però agli sforzi dell’Arjel, siamo ad arrivati ad una svolta: l’Assemblea Nazionale francese sta discutendo gli emendamenti della nuova Legge Digitale (Loi Pour Une République Numérique) che prevede anche un emendamento per modificare la legislazione di gioco al momento in vigore. Verrebbe di fatto apportata una modifica che permetterebbe ai giocatori francesi di poter sfidare altri players europei su un’unica piattaforma condivisa.

Nel testo originario non c’era traccia della norma proposta dall’Arjel ma con la strada dell’emendamento l’Assemblea Nazionale potrebbe autorizzare l’apertura delle frontiere pokeristiche.

L’emendamento, come previsto, prevede delle limitazioni sostanziali. Secondo le proposte avanzate dall’Arjel, la nuova regolamentazione internazionale deve prima di tutto prevedere un accordo di cooperazione con l’autorità governativa con la quale si è voluto condividere la liquidità. I rapporti tra l’Arjel e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ci risultano molto buoni.

Inoltre, la liquidità potrebbe essere condivisa solo con paesi membri dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, con sistemi di regolamentazione ritenuti idonei alla tutela dei consumatori.

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Pertanto solamente Italia, Spagna (è necessario però anche a Madrid un intervento in parlamento) e forse Portogallo (anche se a Lisbona vi è un problema riguardante un vecchio contenzioso tra un giocatore lusitano ed uno tedesco) potrebbero essere candidate a questa “unione europea pokeristica“.

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Per la Francia vi è inoltre un problema serio: il sistema impositivo nel cash game rimane proibitivo. Come noto è il 2% del pot lordo a prescindere se i giocatori vanno al flop. Un prelievo esoso che equivale a più del 40% della rake (in Italia è il 20%).

In questo caso dovrebbe essere previsto un sistema di ripartizione del pot in base alla nazionalità dei giocatori. Ma questi sono ostacoli tecnici superabili, il reale problema rimane di natura politica.

I prossimi giorni saranno decisivi per le sorti del progetto: bisognerà capire come gli schieramenti politici reagiranno alla proposta e se voteranno a favore. I membri dell’Arjel però rimangono fiduciosi, c’è il sostegno della coalizione di governo.

Solo ora si comprendono anche le parole di Rodano, responsabile per il gioco online dei Monopoli, che un mese fa si era sbilanciato sulla liquidità internazionale per il poker italiano, definendo il “progetto concreto”. Come noto, i regolamenti di gioco italiani prevedono già questa opportunità. Manca solo il partner. Non ci rimane altro che incrociare le dita.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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