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Indiscreto: l’Italia continua a strizzare l’occhio ai francesi a costo di “stangare” i propri giocatori e poker rooms?

Nonostante i report della scorsa settimana sulla tassazione folle francese, la contrarietà delle poker rooms e una presa di posizione massiccia dei media contro il progetto condiviso con i cugini transalpini per il poker online, da Roma filtra la volontà di voler andare avanti con Parigi,  non si escludono però soluzioni  di compromesso.  Perché, se proprio si deve fare un progetto unico con la Francia (per motivi politici che ci risultano ancora non comprensibili), non instaurare una liquidità condivisa solo per i tournaments in una fase sperimentale prima di – eventualmente – approvare il medesimo sistema per il cash game? Di soluzioni alternative ce ne sono diverse.

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Indiscreto – Oramai lo abbiamo svelato a tutto il mondo (l’ indiscrezione è stata ripresa anche negli Stati Uniti): la condivisione della liquidità condivisa nel poker online con la Francia rischia di essere come una buccia di banana storica per il nostro settore, per via di un prelievo fiscale che dovrà essere comune per entrambi i mercati e sarà quello imposto da Parigi e non da Roma. In poche parole sarà un sistema insostenibile (come dimostrano i dati che puntualmente ci fornisce l’Arjel).

ITALIA: PASSO INDIETRO DI 20 ANNI?

La regolamentazione italiana, da molti considerata avanti anni luce rispetto ad altri paesi europei, rischia di tornare indietro di due decenni. Ci sono alte possibilità di buttare a mare quanto di buono fatto dal regolatore (Monopoli) fino ad ora. Si, perché le nostre poker rooms rischiano di dover rispettare le regole dettate dalla Francia che gestisce dal 2010 un mercato che non funziona. L’Arjel aveva le spalle al muro, costretta a suggerire al Parlamento francese di cambiare tassazione (con pochissime possibilità di successo), ma l’Italia rischia di fornire ai cugini un assist decisivo che suona come un autogoal clamoroso per noi.

NUOVE INDISCREZIONI: OPERATORI CONTRARI!

Le notizie però si commentano da sole. Cerchiamo quindi di fornirvi aggiornamenti sulla vicenda.

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Prima indiscrezione: quasi tutti gli operatori sono contrari a questo progetto senza alcuna logica nel lungo termine per Erario (il mercato sprofonderebbe così come il gettito), rooms  (2% sul pot pari a circa 35%-42% del prelievo sul rake lordo) e giocatori (dovrebbero convivere con una rake nel cash game del 6,5% circa).

Nessuna delle gaming company che operano in Italia ha ancora preso posizione ufficiale ma ci risultano contrarie al progetto Lottomatica, People’s Poker, Active Games e PokerStars. Di fatto 4/5 delle principali piattaforme esistenti sono contrarie.

ROMA VA AVANTI

Seconda indiscrezione: nonostante la contrarietà (su larga scala) degli attori in gioco, da Roma sarebbero intenzionati ad andare avanti. Perché rischiare di spazzare via quel che resta di un mercato in crisi da 4 anni (cash game)? Ci sarebbero motivi politici forti, la liquidità internazionale tra Italia e Francia sulla carta – all’apparenza – è un bel progetto che potrebbe essere gradito all’opinione pubblica. In realtà, la problematica della tassazione francese applicabile nel nostro mercato, avrà effetti disastrosi. E poi, come vi avevamo svelato nella prima puntata di Indiscreto, il problema è che tra il nostro paese e l’Arjel vi è già una sorta di accordo ed è difficile tornare indietro.

COMPROMESSO LOGICO

Nel settore, è tangibile l’imbarazzo anche tra i favorevoli al progetto. Molti hanno sottovalutato le problematiche tecniche di realizzazione. Ed ora, sempre con buona volontà, ai Monopoli potrebbero sposare una soluzione che protegga il mercato senza rinunciare al progetto. Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella di instaurare una liquidità comune, in fase sperimentale, solo per i poker tournaments: tornei e sit lotteria, in modo tale da rispettare la parola spesa con l’Arjel, ma al tempo stesso non spazzare via gli equilibri delicatissimi che per il momento tengono in vita il cash game italiano.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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