Il processo di rimborso dei fondi dei giocatori della vecchia Full Tilt Poker è ancora in corso ed in via di completamento negli Stati Uniti ma in questi giorni tengono banco le indiscrezioni emerse dalla class action presentate contro gli ex fondatori, Chris Ferguson e Howard Lederer, da parte di un gruppo di poker players nel 2012: Steve Segal, Nick Hammer, Robin Hougdahl e Todd Terry. Il quinto giocatore, Bradley Classen si unì al gruppo in un secondo momento.
Secondo rumors raccolti dall’attendibile blog americano FullFlushDraw (ha sovente pubblicato notizie veritiere sulla vicenda Tilt in anteprima), sarebbe stato trovato un accordo extra giudiziale tra le parti nel gennaio del 2016. Al momento nessuno dei soggetti coinvolti conferma, ma i blogger statunitensi sembrano essere entrati in possesso dei documenti della transazione.
Come noto, Full Tilt Poker è stata acquistata (in stato pre-fallimentare) da Rational Group (proprietaria di PokerStars), in un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Il gruppo dell’Isola di Man pagò 731 milioni di dollari che il DoJ destinò al rimborso dei clienti della red room.
In questo caso anche Todd Terry e company sono riusciti a rientrare in possesso dei loro fondi congelati per diversi anni su Full Tilt, ma hanno dovuto affrontare enormi spese legali per sostenere la class action che è rimasta in piedi (seppur modificata rispetto alla versione originale).
Per questo motivo gli attori hanno continuato a promuovere la class action fino ad arrivare all’accordo sottoscritto il 6 gennaio del 2016 dal giudice Andrew P. Gordon.
L’accordo ha previsto il pagamento agli avvocati dei querelanti per 260.000$, mentre i 5 promotori della class action hanno ricevuto una cifra simbolica di 500$.
Lederer e Ferguson sono stati in queste settimane protagonisti al Rio Casinò ed hanno versato parecchi buy-in per partecipare ad eventi di alto profilo (per lo più Championships da 10.000$ di iscrizione).
Il loro ritorno sulla scena delle World Series of Poker è dovuto al fatto che scadeva il termine di decadenza di 5 anni in merito alle attività commerciali di Full Tilt, che imponeva delle restrizioni ai due ex soci.
Nel frattempo, dall’Irlanda è arrivata una brutta notizia per l’ex CEO di Full Tilt, Ray Bitar (l’unico del vecchio board della red room finito in carcere) che è stato bandito per 10 anni dalla Camera di Commercio Nazionale irlandese: la società aveva una delle sue sedi principali a Dublino (è stata mantenuta fino all’anno scorso da Rational Group) e proprio l’amministratore delegato di quella che una volta era la seconda room mondiale, si era rifugiato sull’isola durante l’inchiesta dell’FBI sul Black Friday, prima di consegnarsi a New York ai procuratori federali. Non potrà intraprendere più alcuna attività commerciale in Irlanda per un pò di tempo…