Vai al contenuto
partypoker

PartyPoker punta tutto sul dot com: cambia politica ed entra in 21 mercati offshore

Ben 10 anni fa, la prima room mondiale, PartyPoker.com decideva di ritirarsi dal principale mercato del poker online (e non solo) a seguito dell’approvazione dell’UIGEA.

Party Gaming era quotata in borsa (a Londra) e non poteva permettersi di affrontare rischi legali negli Stati Uniti. Così decise di battere ritirare. Fu l’inizio del declino mentre PokerStars e Full Tilt, nel giro di pochi anni, grazie proprio a quella decisione, sono diventate le rooms di riferimento.

Dal 2006 al 2016 sono cambiate molte cose: PokerStars detiene quasi il 70% del mercato mentre PartyPoker è stata ceduta.

partypoker

Bwin.party è ora nelle mani del bookmaker inglese GVC Holdings che ha deciso di cambiare di nuovo politica: Party ritornerà ad essere protagonista in ben 21 mercati grigi, ovvero paesi dove non esiste alcuna regolamentazione. Non sarà una passeggiata di salute, considerando la concorrenza, ma la liquidità di PartyPoker.com sarà notevolmente rafforzata al termine di questa operazione.

Sotto la precedente gestione austriaca, PartyPoker aveva battuto ritirata nel 2013 da diversi mercati: in ballo c’erano gli States e la proprietà di Bwin voleva a tutti i costi ottenere una licenza in New Jersey e superare i rigidi controlli del DGE (l’ente statale che disciplina il gioco online).

Scopri tutti i bonus di benvenuto

GVC però la pensa diversamente: uno degli asset più preziosi del gruppo è il bookmaker SportingBet (che controlla anche il sito Paradise Poker) presente in una trentina di mercati grigi..

Questa politica potrebbe portare dei seri problemi negli States. In New Jersey, proprio DGE ha aperto una due diligence: la nuova proprietà è sottoposta ad un rigoroso controllo per il mantenimento delle licenze. Al momento PartyPoker opera grazie ad una autorizzazione riconosciuta in partnership con il Borgata Casinò di Atlantic City.

Tom Waters, responsabile di PartyPoker, ha ammesso a eGaming Review: “accettiamo registrazioni per un certo numero di nuovi mercati”. E’ evidente che Party, delusa dall’andamento dei mercati statunitensi, abbia fatto una scelta decisa e sia disposta a mettere a rischio le sue licenze pur di rafforzare l’offerta e la liquidità del dot com. Si torna all’antico…

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI