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Poker online: l’effetto spread nel cash game europeo

poker-spread-europaLa Francia sta seriamente pensando di ridurre la pressione fiscale nel cash game online, in Italia invece è all’esame la web tax, in controtendenza rispetto agli altri stati europei. E’ proprio l’esperienza (negativa) transalpina a far riflettere. 

A Parigi, con due anni di ritardo e dati alla mano, hanno capito che in questo modo gli operatori rischiano la chiusura (sono in forte perdita) mentre i giocatori professionisti – da parecchio tempo – frequentano siti esteri o hanno cambiato residenza. Risultato? Le entrate erariali sono in forte calo ed il gioco live non ne ha beneficiato come qualcuno vorrebbe far credere (i casinò sono al limite del collasso). 

Applicare il 2% sul pot (che equivale a circa il 35%-40% del rake lordo) ha fatto scappare tutti, rendendo il sistema insostenibile. 

D’altronde è sbagliato valutare l’impatto della fiscalità in un mercato regolamentato senza tener conto del contesto internazionale ed europeo. Viviamo oramai in una società globale e certi equilibri non valgono solo per le borse ma anche per il gioco online.

Esiste soprattutto nel poker online (ma anche nelle scommesse) un effetto spread, proprio come nell’alta finanza. In questo caso sono le aliquote fiscali ad influenzare l’andamento del mercato: se tra un paese ed un altro vi è una differenza marcata, vi sarà un maggior grado di insuccesso ed instabilità, dovuto in gran parte alla migrazione di giocatori indotta da un livello di rake più alto. In Italia, ad esempio, si applica una pressione fiscale alta e l’aliquota è calcolata sul raccolto e non sul profitto. Morale della favola? Se il banco va in perdita, il bookmaker deve – in tutti i casi – versare le tasse. Un sistema che rende poco competitive le società di betting del nostro paese.

Anche nel poker online, più la forbice è ampia e peggiori sono gli effetti per tutti, senza trascurare elementi come la sicurezza e la legalità.

Mantenere uno “spread” alto è deleterio per gli equilibri del mercato interno ma anche continentale: tale differenza di tassi rallenta obiettivi cari a Bruxelles, come l’uniformità fiscale e normativa europea. 

La Commissione UE e gli enti regolatori dei singoli paesi (in particolare AAMS, DGOJ e ARJEL) hanno capito che il futuro del poker online continentale passa dalla creazione di un’unica piattaforma, con liquidità condivisa. Questo è l’unico modo per contrastare la diffusione del gioco non autorizzato su internet. Ma il presupposto è una maggiore omogeneità fiscale. Anche per questo motivo, in Francia è allo studio l’applicazione nel cash game, di una tassazione sul rake e non sul denaro giocato (pot).

Come nei mercati finanziari, lo spread va tenuto sotto controllo e limitato al massimo per continuare a mantenere gli equilibri di settore ed il gioco sotto i canoni della legalità.

Tutto è collegato ed in Italia (dove sia nel 2012 che nel 2013 i volumi sono in forte flessione) era in atto una revisione delle aliquote fiscali nel gioco pubblico, ma per l’online tutto è rimasto immutato. Bisognerà solo capire quale sarà l’ambito di applicazione della web tax.

La speranza è che si tenga conto del contesto internazionale, per non distruggere un mercato faticosamente creato nella legalità e che, bene o male, ha garantito 320 milioni di euro all’Erario in quattro anni (dal 2009 al 2012 compreso), con un incidenza sociale minima rispetto agli altri giochi, considerando l’elevato payout (97-98%).

Nel nostro paese – come noto – si applica un’aliquota nel cash game pari al 20% del rake lordo: è tra gli stati più “esigenti” insieme alla Spagna (25%), Danimarca (25% ma è aperta alla liquidità internazionale) e Francia (vedi sopra).

I nostri operatori hanno fatto fino ad ora grossi sacrifici per mantenere un livello di rake equilibrato, nonostante la presenza di un’aliquota già poco competitiva (20%), ed hanno introdotto incentivi (come il rakeback e i vip system) per tutelare al massimo i giocatori da una tassazione alta e mantenere il mercato autorizzato competitivo.

Negli altri paesi UE, la pressione è notevolmente inferiore. Nella prossima puntata esamineremo nel dettaglio tutti i sistemi di tassazione del poker online, sia europei che mondiali, per capire come lo “spread” esistente sia già importante ma sottovalutato.

Fine prima parte – continua