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Referendum, gli scenari dopo il No per il gaming: tra liquidità internazionale nel poker e Legge di stabilità

Stravince il No nel Referendum Costituzionale e il Premier Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni nella notte: spetterà al Presidente della Repubblica risolvere la crisi di Governo. Tanti punti interrogativi anche per il settore del gioco legale, ma con un’unica certezza: l’attuale Esecutivo farà in modo di far approvare la Legge di Stabilità, il cui testo è già passato alla Camera.

Rimangono però molte incognite. I mercati finanziari esigono risposte rapide, se l’iter di approvazione in Senato dovesse essere lungo e tortuoso le conseguenze potrebbero non essere secondarie. E questa incertezza politica non aiuta.

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Renzi e l’ombra di Grillo alle sue spalle

Il Ministro dell’Economia Padoan oggi era atteso a Bruxelles per discutere  delle correzioni da apportare alla Legge di Bilancio, ma ha annullato questo importante appuntamento.

Prima del referendum, c’era chi aveva ipotizzato come Francesco Boccia (Presidente della Commissione Bilancio della Camera) un voto sulla fiducia del testo, senza emendamenti in Senato, per evitare incertezze ed eventuale instabilità finanziaria del Paese.

Il testo licenziato dalla Camera prevede  la nuova gara per il Superenalotto, la lotteria dello scontrino, mentre in Senato potrebbe passare la riduzione del 30% delle slot.

E’ senza dubbio una delle ipotesi in campo ma le altre forze politiche vogliono proporre emendamenti in Senato, riaprendo una discussione sul testo. E per l’industria del gioco potrebbero esserci grossi problemi all’orizzonte, considerando che il Movimento 5 Stelle è protagonista in questi giorni di una battaglia parlamentare molto aggressiva nei confronti del settore.

L’emendamento sul divieto della pubblicità è stato bocciato alla Camera ma con raccomandazione al Governo e in Senato potrebbe succedere di tutto in caso di discussione delle modifiche proposte. In caso di approvazione l’offerta legale del gioco online italiana uscirebbe con le ossa rotte a favore dei siti dot com che pagano tasse in altri paesi e la cui provenienza di capitali, in molti casi, sono ignote…

L’e-gaming nel nostro paese rischia di tornare all’età della pietra: il proibizionismo proposto potrebbe favorire mafie e forze occulte agli occhi dello Stato e dei giocatori.

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Questo clima di caccia alle streghe contro il gioco legale alimentato dalle forze pro NO (in prima fila Movimento 5 Stelle, Meloni etc…) non aiuta neanche il progetto della liquidità internazionale nel poker online.

E’ vero che la legge è già stata approvata da anni e i Monopoli di Stato possono agire in piena autonomia, ma i nuovi equilibri politici non aiutano a lavorare serenamente ed i precedenti sono diversi.

Prendiamo ad esempio la disciplina del poker live: nonostante la promulgazione nel 2009 della legge pro live voluta dal Governo Berlusconi (ed una seconda nel 2011 scritta dall’ex ministro Tremonti), con delega a regolamentare nelle mani di AAMS, l’incertezza politica e la forte opposizione dell’opinione pubblica mise nel 2012 in naftalina il progetto ed ora il settore è nell’anarchia.

Certo un’eventuale nomina a Presidente del Consiglio da parte di Pier Carlo Padoan potrebbe essere positiva per una migliore stabilità del settore, considerando che il Ministero dell’Economia conosce molto bene le dinamiche di settore.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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