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Noti reg di fama mondiale in action nei più ricchi giochi cash high stakes sulle app mobile cinesi

La Cina sembra essere il nuovo epicentro del cash game high stakes mondiale. Non solo il network IDNPoker è diventato il secondo sito mondiale per traffico, ma una recente inchiesta ha svelato che esiste un vastissimo movimento underground controllato da efficienti reti di agenti, appoggiandosi ad applicazioni mobile play money. In sintesi, vengono a crearsi dei “circoli virtuali” di giocatori high roller che registrano volumi significativi.

Per HighStakesDB, questa action potrebbe essere più vasta anche di PokerStars.com. In realtà non vi sono certezze, essendo un’action underground, ma si tratta di un fenomeno in rapida espansione in un paese con 1,3 miliardi di abitanti che hanno una cultura verso il gambling diversa da quella occidentale.

Il portale protegge le sue fonti anonime (non svelandole) ma assicura che prendono parte a questi giochi cash game, alcuni ricchi regular high stakes di PS, iPoker e PartyPoker. I players in questione sono molto noti e fanno parte del database dello stesso HSDB.

Il gioco si sviluppa attraverso queste app solo per iPhone e iPad: qualsiasi player che vuol multitablare deve per forza usare più dispositivi. Ma che garanzie ci sono in merito alla collusion? Nulle o quasi, considerando che le app hanno interessi relativi nel business, forniscono solo il software ed hanno pochi stimoli a migliorare la sicurezza online.

Con ogni probabilità, sono proprio questi giocatori professionisti le fonti che stanno denunciando i giochi underground cinesi.

E non c’è da stupirsi: negli anni d’oro, anche in Italia molti pro si sono arricchiti giocando principalmente sulle piattaforme che una volta venivano definite .retard, considerando l’altissimo numero di amatori presenti che venivano reclutati attraverso reti presenti sul territorio. Poi le autorità italiane hanno stroncato in gran parte questo giro, ma in Cina le app mobile di social poker sembrano aver ripercorso un “modello” di business illegale molto simile.

In genere i professionisti si spostano sempre dove vi è un numero alto di amatori.

Come noto, nel paese asiatico è severamente vietato giocare d’azzardo (poker compreso), salvo qualche rarissima eccezione. Le pene sono molto severe, ma è un paradosso perché si tratta di una delle nazioni con la più alta percentuale di gamblers.

Queste applicazioni però non violano la legge perché mettono a disposizione solo i software e permettono agli utenti di creare dei club (una sorta di Home games) dove i giocatori high stakes si ritrovano per dar vita ad un’action pesantissima: i tavoli (in media) possono essere paragonati ai normali giochi 30$/60$, ante 30$. In alcuni casi si raggiungono limiti più alti.

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Le applicazioni, come detto, sono play money ma danno la possibilità di acquistare “gemme” o “monete”, denaro virtuale, in teoria simbolico. Nella realtà, attraverso il lavoro degli agenti, viene gestito un giro enorme di denaro cash, porta a porta.

Ogni agente è responsabile del monitoraggio dei depositi e dei prelievi, assegna un valore in denaro reale alle gemme per ogni club e guadagna il 5% sui profitti dei players vincenti. E’ un business che viene quindi gestito in contanti ed è difficile da monitorare.

Non si conosce l’entità reale del fenomeno, ma HSDB parla dell’esistenza di centinaia (se non migliaia) di club, con almeno 500 players per circolo.

Inutile dire che i giocatori sono esposti a rischi enormi: prima di tutto non c’è controllo sulla regolarità del gioco (i software non sono certificati da nessun ente regolatore), le applicazioni non dispongono di licenze essendo social games, inoltre nessuno ha la certezza di essere pagato essendo il suo bankroll in gemme o monete virtuali.

Ma questo è il classico esempio su come le autorità, in ogni paese, devono stare sempre in guardia: i divieti sul gioco in genere, portano alla svilupparsi di un’offerta illegale. Il web è ricco di queste insidie ed oscurare i portali legali (negandogli la possibilità di far pubblicità e comunicazione), come hanno proposto – in modo “lungimirante” – alcuni partiti in Italia, rischia solo di favorire queste organizzazioni.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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