Las Vegas è in crisi? Durante il periodo delle World Series, l’action sulla Strip si è rivitalizzata ma nulla di paragonabile al Big Game del passato, parola di Patrik Antonius.
“I giochi live – conferma il player finnico – a Las Vegas sono in netta flessione, già prima del black friday. Nel 2005 e 2006, si giocavano grosse partite: era consuetudine sedersi ai tavoli 4.000$/8.000$ nei Mixed Games e ai 1.000$/2.000 Pot Limit Omaha al Bellagio. Sono svaniti, tranne qualche rara eccezione”.
Da cosa dipende? Dalla crisi economica che ha colpito i mercati occidentali? Da una crisi strutturale del poker? Nulla di tutto questo per Antonius: “la gente preferisce partecipare alle partite private (abbiamo visto ad Hollywood quello che è successo, ndr) ed è un male, perché il gioco è meno tutelato: ci sono più opportunità per barare e i players si devono preoccupare di essere pagati”.
Per Antonius, gli home games live ad alto livello non sono proprio regolari: “il poker è un gioco molto popolare e girano tanti soldi: le persone cercano ogni modo per ingannare il sistema e guadagnare. A me non piace prendere parte a questi tavoli privati, so che è molto pericoloso giocare questo tipo di partite con persone che non conosci”.
Dal black-friday, giocatori come Patrik Antonius hanno girato pagina e stanno vivendo una seconda carriera: “la mia vita personale non è mutata ma il mio lavoro sì. I giochi high stakes si sono prosciugati notevolmente, soprattutto online: difficile trovare action nell’HORSE e nei mixed games in generale, a limiti alti. Sta tornando invece l’azione nel Pot Limit Omaha. Macao è diventato il punto di riferimento per i grossi giocatori di cash game, è super dominante, ma il gioco si è fatto quasi esagerato. Puoi vincere, o perdere, 10 milioni di dollari in una settimana…”.
Nella foto, Patrik Antonius scherza con John Juanda (ultimo a sinistra), Tom Dwan (a destra) e altri players, durante una pausa del tavolo televisivo dell’Aussie Milliones Cash game.
Patrik non si vuole sbilanciare sulla vicenda di Tilt:“Ultimamente gioco poco online e non con successo. FakeLove888 su PokerStars.com? No ho alcun commento da fare… Sulla vicenda Full Tilt ho una mia idea: di sicuro l’azienda è stata gestita male, in maniera folle ma sono convinto della buona fede di chi ha compiuto le scelte sbagliate: nessuno avrebbe mai voluto una fine del genere. La cosa che più mi fa male, sono i danni d’immagine che si riflettono sul poker. Ogni anno cresceva sempre più la fiducia da parte della gente e questa storia è stata una vera mazzata” ha commentato al magazine britannico PokerPlayer.
“Le polemiche sull’entità dei miei fondi sull’account di Full Tilt Poker? Tutte fandonie! Ho trasferito i miei soldi su conti di altri giocatori che ne avevano bisogno e volevano grindare. E’ accaduto prima del crack, perché sono andato negli States (si riferisce al periodo tra il 15 aprile e il 29 giugno 2011, ndr) e non potevo giocare”.
Sulla scabrosa vicenda prestiti, la sua posizione è netta: “Un paio di volte ho preso delle somme in prestito ma le ho restituite subito e non ho fatto come altri…”.
Seconda parte – fine
Prima parte. Antonius: “a Macao ho vinto 4 milioni in 28 ore di action”