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Banca Etica rifiuta i soldi di un poker player. Giusto o sbagliato?

Cosa porta alla società un giocatore di poker? Cosa produce per essa? Sono domande alle quali molti di noi sono abituati, nel confrontarsi con persone esterne al nostro mondo. Sono anche domande più che lecite, per certi versi, anche se meriterebbero una riflessione a parte.

IL DILEMMA DEL POKERISTA

L’utilità sociale – vera o presunta – di un lavoro è una valutazione certo possibile, ma non può in alcun modo condizionare il giudizio etico su una persona e la sua dignità. Se così non fosse, la vita di un cardiochirurgo varrebbe molto più di quella di un raccomandato passacarte presso un qualsiasi comune, provincia o regione d’Italia. Così non è, per fortuna, e il contributo che ciascun individuo può dare alla società non si esaurisce nel tipo di lavoro che svolge per vivere.

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Questa precisazione era doverosa, perchè oggi voglio presentarvi un caso reale, di una persona reale, che si è trovata di fronte a un rifiuto difficile da digerire.

La persona di cui parliamo è un giocatore di poker professionista, che da almeno 5 anni guadagna dalla sua abilità ai tavoli. Parallelamente, questo ragazzo ha completato i suoi studi universitari in Sociologia, ampliando continuamente i propri orizzonti. Poi una serie di esperienze, tra cui il documentario “L’Economia della felicità”, gli cambiano letteralmente la vita (qui sotto il trailer).

“Ho pensato che era inutile studiare come va il mondo se poi non si fa nulla di concreto per migliorarlo”, ci dice il nostro amico, che così prende una decisione importante: “Avevo i soldi in una banca che mi garantiva anche buoni interessi, ma so che più o meno tutti i grandi gruppi bancari e l’alta finanza sono organici a un sistema malato, che finanzia le guerre e traffici di armi. Così ho deciso di rinunciare a quegli interessi e mi sono rivolto a Banca Etica“.

NON CON I  ̶M̶I̶E̶I̶  TUOI SOLDI

Nato nel 1999, il gruppo Banca Etica si propone l’intento di offrire servizi bancari con alcuni particolari criteri, come l’impegno a non investire in settori o aziende implicate in attività inquinanti o legate al commercio di armi, ma anche l’estrema trasparenza nel comunicare come i fondi del cliente vengono utilizzati (qui potete leggere la storia di Banca Etica, qui le linee generali della loro politica del credito).

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Il problema nasce quando Banca Etica rifiuta i soldi del nostro amico, perchè provenienti dal mondo del gambling. Lui prova a spiegare che si tratta di proventi assolutamente legali e già tassati, ma non c’è nulla da fare. La sostanza è “Non vogliamo i tuoi soldi guadagnati con il poker”.

Qui si torna al quesito iniziale, quello relativo al “dilemma etico” di un poker player. Ma senza addentrarmi nei vari distinguo, o in altre categorie che potrebbero patire lo stesso trattamento (si pensi ai trader, per dire), prendo paradossalmente per buono l’assunto iniziale del mio ipotetico obiettore: “Il pokerista non fa nulla per la società.” Ok, e allora?

Per quale ragione un individuo, in regola con tutte le leggi dello Stato, non può contribuire soggettivamente alla costruzione di una società più equa e conforme alle proprie idee? Per quale ragione deve rimanerne escluso?

Trovo che questa sia una preclusione grave, pur nel rispetto dei particolari criteri che la banca ha scelto di seguire. Trovo non sia giusto perchè non stiamo parlando di proventi da traffico di droga, ma di soldi puliti appartenenti ad una persona pulita.

Così contatto Banca Etica, per fissare l’intervista con un loro rappresentante dove discutere di questa vicenda. La risposta è stata la seguente:

“Le confermo che – pur essendo il gioco d’azzardo in molte sue manifestazioni rispettoso della legge – tutto il movimento della finanza etica lo considera come criterio negativo per la concessione di finanziamenti.
Il Manifesto della finanza etica esclude esplicitamente il gioco d’azzardo come settore a cui Banca Etica possa concedere credito o Etica sgr possa investire.

Lo stesso discorso vale per il risparmio che ci viene affidato in quanto anche questo deve essere frutto di attività coerenti con la finanza etica; ai risparmiatori chiediamo una dichiarazione sulla provenienza del denaro che riprende gli stessi criteri.

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Banca Etica si distingue dalle altre banche esattamente perché sceglie alcuni specifici settori da finanziare e perché chiede ai depositanti che la provenienza del loro denaro sia coerente con i principi della finanza etica, che escludono il gioco d’azzardo. Solo per fare un esempio: rifiutiamo anche il denaro che rientra legittimamente in Italia in seguito a provvedimenti di scudo fiscale.”

Avrei preferito un’intervista diretta in cui ribadire le differenze tra poker e gioco d’azzardo, e quanto queste differenze siano essenziali nella valutazione anche di casi come quello che stiamo affrontando.

Ad ogni modo, di fronte a siffatti criteri si potrebbe anche abbozzare e accettare questa discriminazione “di fatto”, pur non condividendola. Poi però penso a qualcosa che avevo letto qualche tempo fa…

AH, EXPO SÌ?

Banca Etica è tra i sostenitori di EXPO 2015 con una iniziativa chiamata “Terra Viva”. La scelta di sposare EXPO non ha avuto però una accoglienza favorevole, da parte di numerosi soci ed Onlus che fanno parte del gruppo. Gli enormi sprechi di denaro già denunciati e gli episodi di corruzione già acclarati non hanno però fermato la decisione di Banca Etica di associare il proprio nome a quello di EXPO.

Va detto che Terra Viva è forse tra le pochissime iniziative autenticamente aderenti allo spirito originario e al motto di EXPO, “Feeding the planet, energy for life”. A livello di principio, l’adesione non fa dunque una piega, anche se ciò comporta il “far finta di non vedere” le macroscopiche contraddizioni interne alla stessa EXPO, lodevole nelle intenzioni ma molte delle quali, purtroppo, sono destinate a rimanere lettera morta.

E se fai un’eccezione per EXPO, perchè non farla anche per un ragazzo che ha guadagnato onestamente i suoi soldi giocando a poker e vuole destinarli a investimenti virtuosi?

Mi rendo conto che la mia può apparire un’associazione forzata e demagogica, ma fa il paio con la pretesa – un po’ manichea – di dividere il mondo tra buoni e cattivi in base al tipo di lavoro che si svolge, escludendo pregiudizialmente alcuni dalla partecipazione attiva al miglioramento della vita sul pianeta.

Sasso lanciato, dibattito aperto: voi come la pensate?

 

p.s.: Alcuni lettori mi hanno fatto notare che non ho accennato alle differenze tra gioco d’azzardo e poker, e a quanto quest’ultimo se ne distingua per la componente di abilità che lo contraddistingue rispetto al puro gambling di slot, gratta&vinci etc.

In realtà l’idea originaria dell’articolo era di includere un’intervista a un portavoce di Banca Etica, in cui avrei rimarcato tali differenze chiedendo ulteriori spiegazioni. Non è stato possibile, e avevo omesso di accennarne. Ho corretto proprio adesso, anche perchè quello che per noi è un fatto acquisito e scontato, per qualcun altro – in tutta evidenza – non esiste.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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