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Parla il Team Human: “Size e bluff del bot Libratus sono incredibili, ecco come gioca”

Mancano solo due giorni alla fine della sfida tra il team di giocatori professionisti e il bot Libratus sviluppato dalla Carnegie Mellon University. Le speranze degli umani sono ridotte al lumicino: finora hanno perso in media $14 a mano e tutti i componenti della squadra sono in passivo. Anche Donger Kim, l’unico che sembrava in grado di poter battere il bot, si ritrova con un bilancio negativo di circa $22.000. Lo strapotere di Libratus è ormai noto a tutti, pertanto è quasi inutile attendere i risultati ufficiali: l’intelligenza artificiale ha vinto.

Il bilancio a due giornate dalla fine (tra parentesi le perdite)
Il bilancio a due giornate dalla fine (tra parentesi le perdite)

Come detto, deve ancora arrivare la sentenza dei numeri, ma dalle parole dei quattro professionisti coinvolti nel challenge si capisce che c’è veramente poco da fare. Donger Kim, Jimmy Chou, Jason Les e Daniel McAuley sono stati intervistati da Doug Polk e hanno spiegato come gioca questo super bot. Ecco le loro sensazioni.

Il bot gioca in maniera incredibile, nei primi incontri lo abbiamo sovrastimato pesantemente pensando che avremmo trovato sicuramente qualche leak da sfruttare. In realtà è stato l’esatto opposto: ogni volta che abbiamo trovato qualcosa, riusciva ad aggiustare il suo gioco il giorno precedente. Alla fine non abbiamo più trovato leak”, spiega Chou. “Il bot mi ha insegnato che quando giochi 200x heads-up non devi utilizzare le size standard. Puoi mettere gli avversari in condizioni veramente difficili con delle size non convenzionali: io non ne avevo idea finché non l’ho sperimentato sulla mia pelle”.

Anche per l’esperto Jason Les l’aspetto più impressionante riguarda le size, in questo caso il riferimento è alla strategia generale preflop.

Il suo cambio di strategia preflop è ciò che più mi ha colpito. Le prime giornate mixava limp, miniraise, raise 2.5x e raise 3x. Non lo avevamo mai visto in un umano, perché è una strategia preflop estremamente complessa. Poi intorno alla quarta o quinta giornata ha cambiato tutto: ha completamente abbandonato i limp, i miniraise e i 3x e ha iniziato a rilanciare solo 2.5x. Questo è stato un cambiamento drammatico per noi. Purtroppo non sapevamo cosa stessero facendo i programmatori, c’era grande segretezza da parte loro, quindi non sappiamo perché ci sia stata questa novità”.

Se per Jimmy Chou e Jason Les sono state le size l’aspetto più impressionante nel gioco di Libratus, per Daniel McAuley è stato la sua capacità di bluffare.

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Il bot sa bluffare, ve lo assicuro. Oggi ad esempio ha flattato la mia 4-bet con 5 3 . Sul flop k q 10 io avevo due carte a cuori, ed entrambi abbiamo fatto check. Sul turn è sceso una carta a cuori e io avevo quindi chiuso colore. Ho fatto nuovamente check per intrappolarlo e lui ha fatto check back. Al river ho fatto check per la terza volta, lui ha puntato piccolo, io ho rilanciato e lui ha pushato in pieno bluff. In quel caso ho vinto io, ma si è dimostrato un vero bullo”.

Anche Donger Kim ha notato quanto siano imprevedibili i bluff di Libratus: “È un po’ nitty ma sa bluffare alla grande. In una mano l’ho 3-bettato, lui ha 4-bettato, io 5-bettato e lui ha 6-bettato. A quel punto sono andato all-in e ha foldato. Più tardi ho scoperto che aveva una mano mediocre composta da due carte suited. È stato sorprendente. Onestamente è stata la prima volta che vedo qualcosa del genere”.

I componenti del team human hanno anche dichiarato che i ritmi serrati di gioco (dalle 11 alle 19 ogni giorno, senza pause) sicuramente non li hanno aiutati, e hanno velatamente accusato l’organizzazione di averli fatti giocare circa il 40% del tempo in più di quanto avevano concordato. Ciononostante, sono tutti concordi nel dire che il bot Libratus ha avuto la meglio e si è rivelato più forte. A nome di tutti, Daniel McAuley ha ammesso: “Ci consideriamo ottimi giocatori e stiamo nettamente perdendo contro il bot. Quindi sì: il bot è veramente forte“.

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