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Brian Rast

Brian Rast si racconta: “Quel piatto da 3 milioni di dollari…”

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Nel grande dizionario del poker, alla voce “giocatore vincente”, c’è anche la sua immagine. Stiamo parlando di Brian Rast, quasi 8 milioni di dollari vinti in carriera conditi da due braccialetti alle WSOP 2011 e il prestigioso WPT Doyle Brunson Five Diamond World Poker Classic 2013.

Un Rast che recentemente si è messo a nudo in una lunga intervista concessa a PokerNews.com, nella quale il quasi trentaquattrenne (è del novembre 1981) ha spaziato dal poker alla vita, passando per i suoi progetti attuali e svelando qualche curiosità, come il suo rapporto con Phil Hellmuth.

Alla scoperta di Brian Rast

Rast racconta di essere cresciuto in una famiglia normalissima e di aver scoperto il poker – come tanti della sua generazione – quando si trovava al college. Dopo essersi appassionato al gioco, Rast ha comprato qualche libro per studiare meglio la tecnica, decidendo presto di tramutare un hobby in una fonte di sostentamento economico.

All’inizio, per l’americano il poker equivaleva semplicemente al cash game: “Non giocavo tornei. Giocavo il Limit Hold’em nei casinò dal vivo e il No Limit online. Mi trovai un lavoro che mollai ben presto, perché quell’estate guadagnai circa 20.000 dollari giocando a carte. Non mi interessava più andare a scuola. Più giocavo e più volevo fare soldi.

Una delle prime cose che Rast ha capito del poker era che gestire il denaro era fondamentale: “Il money management è una delle cose più importanti quando si inizia. Nessuno può essere il migliore al mondo quando comincia a giocare, ma gestendo bene i soldi è possibile mandare avanti la propria carriera. Quando ero al college ero arrivato a 200.000 dollari, prima di perderne 100.000. Se lo avessi fatto un’altra volta, sarei andato broke.

 

 

Phil Laak e Antonio Esfandiari

La vita di Rast comincia a cambiare davvero quando incontra Phil Laak. “Ero al Bellagio, la partita stava salendo di livello e io non volevo giocare. Ma Phil disse che mi avrebbe parzialmente finanziato, cosa che non fa molto spesso. Credo pensasse di me che stessi giocando bene e che valeva la pena darmi fiducia. Vinsi quella partita. E fu così che conobbi Phil”.

Da lì all’introduzione nell’inner circle, formato da Antonio Esfandiari, il passo è breve: “Poco dopo conobbi Antonio Esfandiari. Era una partita cash e lui mi inflisse un brutto colpo. Mesi dopo lo incontrati di nuovo, stava giocando heads-up e mi sedetti al tavolo. Alla fine mi invitò a uscire con lui. Eravamo entrambi single e vivevamo a Las Vegas, ci divertimmo moltissimo”.

Due personalità molto diverse: “Io sono un po’ riservato, mentre Antonio è più spensierato e lascia che le cose vadano come devono andare. Lui e Phil erano già ottimi amici, così tutti e tre cominciammo a passare sempre più tempo insieme. Diventarono entrambi rapidamente due dei miei migliori amici”.

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Rast e Phil Hellmuth

WSOP 2011. Quattro giorni dopo aver vinto il suo primo braccialetto, Rast va a premio in un altro evento. Qualche settimana e arriva anche il secondo braccialetto, nel Poker Player’s Championshpip, dove in heads-up batte nientemeno che Phil Hellmuth, il recordman di braccialetti alle World Series.

“Arrivare in heads-up con Hellmuth fu memorabile. Avevo già vinto un braccialetto, ma il primo premio non era chissà cosa. Qui si parlava di 1,7 milioni di dollari. Penso sia stata l’unica volta in cui ho esultato veramente di cuore dopo la vittoria”.

E come la prese Hellmuth? Queste furono le sue parole a caldo: “Mi piace Brian Rast, ma è dura vedere un altro vincere il mio braccialetto. Avere una chip lead enorme e non vincere è brutale. Ma bisogna togliersi il cappello davanti a questo torneo, un evento stupendo, e bisogna farlo anche davanti a Brian, un ragazzo eccezionale”.

“Penso di essermi guadagnato negli anni il rispetto di Phil nei confronti del mio gioco – racconta Rast – Phil fa questa cosa, non so quanto in maniera consapevole: se c’è un giocatore aggressivo che gli rende la vita difficile, lui cerca di stuzzicarlo verbalmente e fargli cambiare gioco. La gente gioca male contro di lui. Penso sia bravo a capire la differenza, a capire come la gente reagisce alle sue provocazioni”.

Quel piatto da 3 milioni di dollari…

Prima di concludere l’intervista parlando del futuro (parteciperà alle Brazilian Series of Poker – dato che la moglie, Juliana, è brasiliana), Rast ricorda un piatto da 3 milioni di dollari giocato contro uno sconosciuto businessman di Macao, noto come ‘The Chairman’.

I due si trovavano all’Aria di Las Vegas, in una partita da $ 2.000/$ 4.000 con un buy-in minimo da mezzo milione di dollari. “Chiamai un suo all-in per un piatto di oltre tre milioni di dollari. Chairman disse che voleva girare soltanto un solo turn e un solo river. Il flop era 4-7-J e io avevo coppia di re. Fu tutto molto veloce, arrivarono tipo un 9 e un 4. Lui aveva 5-6, un progetto di scala non chiuso”.

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