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DeepStack, il nuovo bot del No-Limit Hold’em: “Batte gli umani per 49 bb/100”

Dopo che Libratus ha distrutto il team di professionisti in una sfida di No-Limit Hold’em heads-up, si è parlato tantissimo di bot applicati al poker. E a distanza di qualche settimana dal successo del bot creato dalla Carnegie University, è un’altra università a presentare una macchina che sarebbe addirittura in grado di vincere 49 bb/100 contro gli esseri umani. A dirlo è uno dei suoi creatori, Michael Bowling, ricercatore presso l’Università dell’Alberta.

Bowling e il suo team hanno sviluppato “DeepStack“, un bot che sarebbe ancora più competitivo di Libratus. Ma il loro progetto è ben diverso, perché i dati a cui fanno riferimento non riguardano una effettiva proiezione, bensì i risultati che il bot ha già ottenuto contro dei giocatori in carne e ossa. In parole povere, se i creatori di Libratus avevano già stimato un vantaggio di circa 10 bb/100 contro gli umani prima ancora di vedere la loro creatura all’opera, DeepStack è stato prima di tutto testato, e poi valutato in base alle performance.

Anche in questo caso la sfida era con la formula dell’heads-up. 33 giocatori sono stati invitati da tutto il mondo per sfidare DeepStack in Canada, e tra questi c’erano anche tre italiani: Antonio Parlavecchio, Luca Moschitta e Silvio Pizzarello. Contro questo pool di giocatori il bot si è comportato alla grande, perché complessivamente ha vinto 49 bb/100. Questo ottimo risultato ha spinto i suoi creatori a definirlo sicuramente meglio di Libratus, anche se il confronto non può essere fatto per una serie di motivi.

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I risultati ottenuti da DeepStack contro gli umani. Il valore mbb/g indica i milli-big blind vinti per mano.

Il primo è che Libratus giocava contro un team di professionisti specializzati nell’heads-up e riconosciuti come giocatori molto competitivi in questa disciplina. In questo caso troviamo invece tanti player sconosciuti (il più noto è Phil Laak) che non sono certamente tra i migliori al mondo (anche se il nostro Luca Moschitta era probabilmente tra i più preparati).

Il secondo riguarda il volume: Libratus ha giocato per 120.000 mani, DeepStack per 44.852 mani. Infine c’è da considerare la ricompensa: in caso di vittoria contro Libratus, il team human avrebbe ricevuto un premio di $200.000; l’università dell’Alberta aveva invece messo a disposizione 5.000 dollari canadesi per il migliore, 2.500 per il secondo e 1.250 per il terzo. Premi poco allettanti per i top player.

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Ciononostante, i creatori del bot sono entusiasti del successo ottenuto. In un’intervista a Inverse.com, Michael Bowling ha dichiarato: “Vinciamo 49 big blind su 100 giocati, che è come dire che se i giocatori avessero foldato ogni mano sarebbe stato praticamente uguale. Un professionista prova a mantenere un winrate di 5 bb/100, se ce la fa può ottenere un profitto e vivere di poker. Noi li stiamo battendo per dieci volte tanto“.

Nonostante il sample size ridotto e il field, Bowling è sicuro che il bot sia già imbattibile. Ma a lui e al team di ricerca non interessa tanto questo aspetto, quanto l’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale: ha dichiarato che grazie ai risultati ottenuti con questo bot nel poker, potranno svilupparne altri in grado di monitorare i voli aerei per evitare attentati terroristici e aiutare le persone a prendere le giuste decisioni finanziarie.

In realtà l’impressione comune è che il team dell’Università dell’Alberta abbia tratto conclusioni piuttosto affrettate: prima di dichiarare di poter battere gli umani con un winrate mostruoso di 49 bb/100 bisognerebbe vedere DeepStack all’opera contro top professionisti come Isaac Haxton, Doug PolkBen Tollerene. Solo battendo i migliori al mondo nell’heads-up No-Limit Hold’em si potrebbe davvero valutare l’abilità di questo bot.

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