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“Il fold con K-K contro Greenstein? Sapevo che era broke e disperato”

Quando un professionista si appresta a giocare a un importante tavolo televisivo sa bene che ogni sua mossa potrebbe perseguitarlo per sempre. Un call sbagliato potrebbe renderlo un donk agli occhi degli appassionati, un bluff potrebbe trasformarlo in un eroe. Non è un caso che in trasmissioni come High Stakes Poker e Poker After Dark si assista spesso a bluff estremi o hero call: nessuno vuole sembrare un perdente di fronte a un pubblico potenziale di milione di spettatori.

Essere “perseguitati” da una mano è una sensazione che Haralabos Voulgaris conosce molto bene, visto che ancora oggi moltissime persone associano il suo nome quasi esclusivamente a un fold effettuato diversi anni fa ad High Stakes Poker. Poco importa che il canadese di origini greche sia stato lo scommettitore più vincente nella storia dell’NBA e che abbia accumulato una fortuna da svariati milioni di dollari tra il betting e il cash game high stakes: per tutti rimarrà sempre il tizio che ha foldato K-K contro Barry Greenstein.

C’è da dire che effettivamente Haralabos fece un fold molto discutibile, definito super nitty dai più:

Barry Greenstein apre a 3.000$ con j 4 , Haralabos Voulgaris 3-betta a 8.000$ con K-K e Greenstein 4-betta a 25.000$. Voulgaris chiama. Il flop è 9 q 4 e Greenstein punta 30.000$, abbastanza per far foldare la mano al suo avversario.

Durante un recente podcast di Joe Ingram, lo scommettitore canadese ha parlato nuovamente di quello spot e lo ha fatto rivelando un retroscena sconvolgente, che in un certo senso fornisce diverse motivazioni dietro alla sua giocata. “Immagina di essere seduto a quel tavolo – racconta Haralabos -, di avere tre avversari che non hanno idea di come si gioca poker e di sapere che Barry Greenstein è broke e stakato. Sai anche che poco prima aveva ricevuto un sms nel quale gli dicevano che quella era la sua ultima possibilità…”

Rivelazioni scottanti su una leggenda del poker come Greenstein, che più avanti Haralabos approfondisce. Prima, però, ci tiene a concludere la spiegazione sul fold: “Con queste premesse, forse avresti pensato che non aveva senso forzare quella mano e che Barry potesse avere solo Q-Q, A-A o una mano random, com’è poi venuto fuori. Ho perso quella mano ma poi sono riuscito comunque a vincere contro quei quattro idioti”.

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greenstein
Barry Greenstein in tempi recenti

Il suo discorso è semplice: perché giocarsi tutto contro un giocatore broke e disperato, quando anche gli avversari sono scarsi? Ma non è tutto, perché dietro a quel fold c’erano anche altre ragioni non legate al poker: “Ricordo che ero appena atterrato a Vegas e non avevo altri soldi dietro: tutto ciò che avevo era sul tavolo. Non avevo tempo di chiederne altri in prestito, quindi se brokavo non potevo continuare a giocare. Tutto sommato, non è stato così irragionevole passare K-K contro uno che si giocava l’ultima possibilità della sua vita“.

Dopo queste parole è lo stesso Ingram a chiedere stupito cosa intendesse con “l’ultima possibilità della sua vita”. Haralabos non scende nei dettagli ma cerca comunque di spiegarsi meglio: “Beh, voglio dire, l’avete più visto in giro? Te lo dico io cosa gli è successo: ha avuto enormi difficoltà finanziarie. È passato dal dare in beneficienza il 30% dei soldi che vinceva nei tornei al ridursi a giocare i piccoli tornei al Commerce Casino di Los Angeles. Non c’è niente di male nell’essere broke, io stesso lo sono stato. Voglio solo dire che conoscevo la sua situazione, sapevo che non aveva nessuna altra possibilità e quindi ho pensato di foldare la mia mano”.

Una confessione fatta per spiegare le ragioni dietro a un fold apparentemente incomprensibile, che però al tempo stesso racconta una presunta verità sconvolgente su un mito del poker internazionale come Barry Greenstein.

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