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Il poker al cinema: la mano assurda di Casino Royale

Il poker è un gioco estremamente popolare e per questo motivo è stato più volte ripreso tanto nella letteratura quanto, soprattutto, nel cinema. Di film che parlano interamente di poker ce ne sono parecchi ma sono ancora di più quelli nei quali il poker ha solo una piccola parte. Solitamente, in questi film, il nostro amato gioco viene rappresentato in una maniera talmente distante dalla realtà da risultare grottesca.

Di esempi ce ne sarebbero a bizzeffe, come il fantascientifico In Time, film del 2011 nel quale Justin Timberlake decide di giocarsi tutti gli anni di vita rimante (che in quel contesto valgono come soldi) chiamando sul turn con un progetto di scala incastro che ovviamente si materializza al river. In questo articolo, comunque, vogliamo concentrarci su una mano veramente assurda che si può osservare nel film Casino Royale, una mano che in un certo senso racchiude tutti gli stereotipi del poker giocato presenti nel mondo del cinema.

Il motivo non è ben chiaro, ma quando uno sceneggiatore inserisce una scena di poker in un film, sembra obbligato per qualche strana ragione a rendere la mano inverosimile. Chi gioca davvero a poker, sa bene che il 90% degli spot che si affrontano al tavolo non sono per nulla spettacolari: scontri preflop con monster hand, progetti contro made hand e tante, tantissime mani insignificanti che spesso si concludono con un doppio check o una piccola puntata a cui fa seguito un easy fold.

Nel mondo del cinema non funziona così: ogni singola mano rappresentata sul grande schermo deve vedere coinvolte scale colore, poker e fullhouse. Se non c’è almeno un fullhouse contro un colore allora non è una mano tratta da un film.

bond

In questo senso, l’esempio di Casino Royale è molto azzeccato. La scena si apre con il floorman di una prestigiosa poker room che dichiara i blind e già qua viene da ridere a chiunque si intenda un po’ di poker: “Entriamo nella fase conclusiva della nostra partita, quindi niente più rebuy. Il big blind è ora di un milione di dollari“. Di fronte a questa frase si intuisce subito che ciò a cui assisteremo sarà una partita a poker totalmente estranea dalla realtà: con quasi assoluta certezza possiamo dire che nessuno ha mai giocato a blinds 500.000$/1.000.000$. Nemmeno Dan Bilzerian o Andy Beal, perchè giocare a questi limiti nel No-Limit Hold’em vorrebbe dire doversi sedersi con almeno 50 milioni di dollari per poter contare su 50 miseri bui.

C’è un taglio netto nel film, che ci porta direttamente sul board a 8 6 4 , subito dopo il turn girato dal dealer. Tutti i quattro player presenti sono coinvolti nella mano e il nostro Giancarlo Giannini, che interpreta Renè Mathis e sta railando a bordo tavolo, comunica alla signorina al suo fianco (la bellissima Eva Green) che nel piatto ci sono già 24 milioni di dollari… Su quel turn tutti decidono di fare check. Money scared? Guardando quello che succede al river si direbbe proprio di no.

L’ultima carta è un a . Bond fa ancora check ma a quel punto succede di tutto: il giocatore asiatico va all-in per 6 milioni e quello afroamericano subito alla sua sinistra sceglie di chiamare mettendo in mezzo 5 milioni. Già qua verrebbe da chiedersi come sia possibile che i loro stack fossero inferiori a un quarto del pot una volta giunti al river ma non c’è nemmeno il tempo di pensarci perché il “cattivo” del film, tal Le Chiffre, sceglie a sua volta di rilanciare fino a 12 milioni di dollari, ovviamente dopo aver lanciato un’occhiataccia a mister Bond.

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Lo 007 inizia una guerra di sguardi con il suo rivale e alla fine sceglie di andare all-in per 40.5 milioni di dollari, suscitando una reazione di incredulità tra i presenti. Le Chiffre controlla la sua mano e ci rivela A-6 per un fullhouse. Fa un sorrisino, si guarda attorno e alla fine sceglie di chiamare. L’atmosfera è tesissima, il pubblico ha il fiato sospeso e Giannini dichiara che nel piatto ci sono 150 milioni di dollari, il che ci fa capire che l’average stack di questa partita nosebleed (150 milioni/4 giocatori) era di ben 37.5 big blind

I quattro continuano a guardarsi in cagnesco come solo in un film può accadere, finché il dealer chiede di girare le carte. L’asiatico mostra colore nuts con k q , l’afroamericano se la ride e gira 8 8 per un fullhouse ma Le Chiffre gli fa passare il sorriso mostrando il suo a 6 per un fullhouse superiore. Anche qua è un trionfo di sguardi ma ovviamente la mano non è ancora finita: tocca a Bond.

Il biondo 007 non stacca mai gli occhi dal suo avversario e alla fine gira 7 5 , per una incredibile scala colore che gli permette di incamerare il piatto da 150 milioni di dollari. Nell’ordine, quindi, tutti i quattro giocatori coinvolti hanno mostrato punti fortissimi, che però si sono sempre rivelati inferiori rispetto a quello del giocatore alla propria sinistra. Una situazione rarissima nella realtà eppure estremamente comune nel mondo del cinema, dove, a quanto pare, mani del genere rappresentano al meglio il vero poker.

Questa la assurda mano di poker presente in Casino Royale:

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