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Kelly Minkin, l’avvocatessa che ha stregato tutti al Main Event

Quest’anno il Main Event WSOP poteva offrire un tavolo finale veramente memorabile: oltre al nostro Federico Butteroni (secondo November Nine italiano di sempre), ci sarebbero potuti essere facilmente anche una superstar internazionale come Daniel Negreanu, un personaggio controverso e molto noto online come Justin Schwartz e soprattutto la prima donna November Nine di sempre, Kelly Minkin.

Chi ci andò più vicina in assoluto fu Gaelle Baumann nel 2013, quando chiuse come bubble-woman in 10° posizione. Quest’anno erano in molti a fare il tifo per la Minkin, sia perché una donna al final table del Main Event WSOP potrebbe rappresentare un nuovo boom del poker (come sostiene anche Cate Hall) sia perché la giocatrice 28enne ha conquistato tutti con un mix di simpatia e determinazione e soprattutto con un bel gioco, quasi sempre privo di sbavature.

Kelly Minkin al Main Event WSOP
Kelly Minkin al Main Event WSOP

La sua avventura nel torneo più importante si è purtroppo conclusa in 29° posizione, quando ha pushato con 10-4 su 10-10-6 e ha trovato il call del nostro Federico Butteroni con un Q-10 che è diventato nuts sul turn Q. Per lei un premio di 211.821$ ma tanta, tantissima amarezza per essere arrivata così lontana ed essersi dovuta fermare proprio sul più bello.

Dopo averla osservata nelle puntate dell’ESPN sul Main Event, in molti si chiesti chi è Kelly Minkin. La risposta arriva direttamente da lei, che in un’intervista a Cardplayer.com ha raccontato cosa fa nella vita e che percorso ha avuto nel poker.

“Ho iniziato a giocare con la mia famiglia fin da bambina”, spiega ai colleghi americani. “Poi sono diventata una assidua frequentatrice del casinò locale e mi sono resa conto che più ci andavo e più vincevo. Sono passata in breve tempo dal Limit Hold’em 3$-6$ al 4$-8$, poi dal No-Limit Hold’em 1$-3$ al 2$-5$. Pian piano mi sono fatta strada nel cash game”.

Tuttavia, Kelly non ha alcuna intenzione di fare del poker la sua professione: “Non lo consiglierei a nessuno. È una vita dura perché il poker è instabile: anche se sei il miglior giocatore al mondo devi accettare che ci saranno tanti giorni in cui perderai. Per una come me è una pillola difficile da buttar giù”.

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Per questo motivo, parallelamente alla sua attività di cashgamer, la Minkin ha sempre continuato a studiare, e dopo la laurea in Giurisprudenza ha trovato lavoro a Phoenix presso un noto studio legale che opera soprattutto in campo ospedaliero. “Il mio sogno è sempre stato quello di fare il chirurgo – racconta-, poi però ho procrastinato nel percorso di studio e alla fine ho tentato l’accesso all’Arizona Summit Law School. Mi hanno ammessa e mi è piaciuto fin da subito. Il mio lavoro è gratificante in un modo che il poker non può essere. Quando posso aiutare persone che non possono farcela da sole, provo qualcosa di unico”.

Per lei, però, il poker resta più di un semplice gioco, visto che le ha permesso di togliersi importanti soddisfazioni monetarie. E non parliamo del cash game, perché Kelly ha centrato grandi risultati soprattutto nei tornei, con il primo grande score messo a segno nel 2013 all’Arizona State Poker Championship, quando chiuse 2° per 151.983$.

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Il 2015 è stato il suo anno: a gennaio ha vinto un torneo da 500$ dell’LAPC per 54.630$, a febbraio ha chiuso in 3° posizione nel WPT Lucky Hearts Poker Open Championship per 262.912$ e a luglio ha ottenuto la 29° posizione al Main Event WSOP per altri 211.821$. In totale, nel solo 2015, ha vinto 603.680$ nei tornei dal vivo.

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Tuttavia, ciò che ricorderà per sempre di questa annata è proprio l’eliminazione dal Main Event a opera di Federico Butteroni: “Avevo bustato in altri tornei importanti, ma niente si avvicina alla sensazione provata al Main Event. Quel giorno sono stata davvero male, volevo piangere ma avevo tutte le telecamere ESPN addosso e non sapevo cosa dire. Non volevo essere maleducata ma al tempo stesso non ero dell’umore per fare interviste”.

A causa di questo stress non lascerebbe mai il suo lavoro di avvocato per diventare una professionista full time, anche se è convinta di poter continuare a fare entrambe le cose ancora per molto tempo: “La chiave per il successo e la felicità è l’equilibrio. Amo giocare a poker e amo il mio lavoro di tutti i giorni. Quando gioco a poker posso godermi le vincite e la sensazione che ne deriva. Quando la varianza non è dalla mia parte, ho la stabilità e la consistenza del mio lavoro. E poi ancora, quando il mio lavoro diventa monotono c’è il poker che riporta un po’ di adrenalina“.

Un equilibrio apparentemente perfetto ma anche estremamente vincente: nella sua carriera pokeristica, Kelly Minkin ha vinto oltre 750.000$, mentre come avvocato si è già conquistata un posto nel prestigioso studio legale Kent & Wittekind di Phoenix. Il tutto ad appena 28 anni.

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