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Libratus

Libratus, i motivi del trionfo: “Non conosce la paura, a differenza dell’uomo”

Libratus ha battuto, anzi, polverizzato i suoi quattro avversari in carne ed ossa – ma questo ormai lo sappiamo. Ciò che invece non sappiamo, e che ci è stato svelato nella conferenza stampa a margine della sfida, è come abbia fatto il poker bot a lasciare completamente indifesi i suoi avversari.

Tuomas Sandholm, professore di Informatica della Carnegie Mellon University, nonché uno dei ‘padri’ di Libratus, ha parlato a 360 gradi della sua creatura, raccontando una serie di aneddoti e curiosità davvero succosi.

Un gioco di informazioni imperfette

Una delle frasi proferite da Sandholm che più ci ha colpiti è stata questa: “Ad alti livelli, (…) abbiamo dimostrato che l’abilità di un’intelligenza artificiale di prendere decisioni strategiche in situazioni imperfette ha superato quella degli esseri umani.

Come ben sappiamo, il poker è un gioco di informazioni imperfette, a differenza degli scacchi – dove già le macchine in passato hanno saputo battere i campioni. Le carte e gli avversari, in particolare, rappresentano le informazioni mancanti più importanti.

Un’intelligenza artificiale, per essere competitiva nel poker, dovrebbe approcciare una mano proprio come farebbe un essere umano. Senza citare la history tra giocatori, altro elemento che spesso sposta il peso di una decisione: un call che normalmente sarebbe sbagliato, può facilmente diventare giusto se si ripercorrono le mani giocate contro un determinato avversario.

Libratus “non ha paura di niente”

Insomma, Libratus ha letteralmente imparato a formulare una strategia che gli permettesse di trovare le informazioni necessarie. “Sarà sempre in grado di fare ciò che pensa sia necessario per guadagnare quanto più denaro possibile”, ha spiegato Sandholm.

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Questo naturalmente significa anche bluffare, in determinate circostanze: Abbiamo visto il bot fare delle mosse davvero innovative, come ad esempio puntare grosse somme in piatti piccoli. Gli umani hanno paura di fare questo genere di azioni, laddove il bot non conosce la paura.

Non solo poker

Come se non bastasse, Sandholm ha spiegato che Libratus “non ha neppure lavorato a piena capacità”, ma limitandosi a sfruttare solo il 46% della sua capacità di calcolo – lasciando il resto a ‘piccolezze’ del calibro di trovare nuove cure per il cancro.

Quello che stupisce di Libratus è che siamo di fronte ad una macchina il cui scopo principale non è affatto giocare a Texas Hold’em. Il bot è stato costruito per affrontare qualsiasi tipo di situazione imperfetta, dalla quale ricavare la miglior strategia possibile.

“Gli algoritmi in realtà non dipendono affatto dal gioco”, ha concluso il professor Sandholm.

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