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Michael Phelps: “Prima dei 200 metri farfalla ho giocato a poker”

Michael Phelps è il miglior nuotatore di tutti i tempi e probabilmente è anche il più grande atleta di sempre. Sicuramente è il più titolato a livello di medaglie olimpiche, con 28 piazzamenti a podio e 23 ori. Numeri pazzeschi a cui nessuno si è anche solo avvicinato, visto che il precedente record apparteneva alla ginnasta russa Larisa Latynina con 18 medaglie di cui 9 ori.

Lo squalo di Baltimora è entrato di diritto nella storia dello sport ma, come molti sanno, la piscina non è l’unico ambiente nel quale gli piace mettersi alla prova. Michael Phelps è infatti noto per essere un grande appassionato di poker, un gioco che gli permette di vivere la stessa competitività tipica dello sport professionistico senza dover utilizzare il suo corpo ma limitandosi ad affinare la mente.

Questo aspetto è ciò che rende il poker molto popolare tra gli atleti. In passato abbiamo sentito parlare di partite milionarie nei ritiri delle squadre di NBA, della passione di Totti, Cristiano Ronaldo, Neymar, Eder e un’infinità di altri calciatori per il Texas Hold’em e dei tanti punti in comuni che i tennisti ritrovano con il gioco heads-up. Michael Phelps, però, vive il poker molto più intensamente, al punto che ci gioca anche prima delle gare.

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Lo ha dichiarato al Today Show di Billy Bush sulla NBC. Il conduttore televisivo gli ha chiesto cosa stesse facendo allo smartphone prima delle semifinali dei 200 m farfalla, dal momento che sembrava impegnatissimo a smanettare sullo schermo. “Ho scritto un po’ di messaggi mentre sceglievo la musica. Ho anche giocato a Pineapple, un gioco di carte”, ha dichiarato Michael.

Pineapple è una variante dell’Open Face Chinese, il poker cinese. A Phelps piace molto confrontarsi in questa disciplina, che ha imparato a Las Vegas e che, a quanto pare, lo ha aiutato anche prima di una gara di qualificazione fondamentale come i 200 m farfalla. Questa circostanza lascerà a bocca aperta solo coloro che non conoscono il poker: noi appassionati sappiamo bene che una partita, seppur breve, è in grado di allenare la mente e prepararla a sfide ad altissima tensione.

La storia di Michael Phelps nel poker, comunque, ha radici molto profonde. Già durante le Olimpiadi del 2008 rilasciò un’intervista nella quale dichiarava di voler giocare le World Series Of Poker: “Il mio gioco è un po’ arrugginito ora, quindi dovrò improvvisare. Ma sarebbe bello incontrare qualche professionista”.

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All’epoca Phelps aveva solo 23 anni ed era nel pieno della carriera. Dopo aver stravinto tutto anche alle Olimpiadi di Londra nel 2012, la situazione era ben diversa. Michael annunciò il suo primo ritiro e iniziò a farsi vedere più volte a Las Vegas, dove strinse amicizia con Phil Hellmuth, Shaun Deeb, Jason Mercier, Jean-Robert Belland e Antonio Esfandiari.

Proprio The Magician lo stuzzicò chiamandolo “fish” e Phelps decise allora di mettersi alla prova in una partita di cash game high stakes. L’intento di Esfandiari era proprio quello di convincerlo a giocare, ma in base a ciò che scrisse Jean-Robert Bellande su Twitter, il campione statunitense uscì in profitto in quattro delle cinque sessioni, portando a casa circa 100.000$.

Chissà se ora che si è ritirato definitivamente tornerà nuovamente a giocare a poker high stakes. A Las Vegas lo aspettano: d’altronde quello è il posto giusto per un vero squalo…

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