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Stu Ungar

Mike Sexton: “Così Stu Ungar contava le carte al blackjack”

skrillTutti sappiamo come Stu Ungar fosse un vero e proprio genio non solo del poker, ma di qualsiasi gioco che prevedesse l’utilizzo delle carte. Sappiamo anche che era un mago del conteggio delle stesse carte, ma forse non tutti sanno – o ricordano – qual era il suo metodo.

A rivelarlo è Mike Sexton, amico intimo del compianto campione, che ha definito Ungar “il Bobby Fischer (artista degli scacchi, ndr) del poker”. E non ci sentiamo di dire che Sexton sia di parte, quando afferma che “Stu Ungar, se fosse qui oggi, sarebbe la star più forte del poker, e lo sarebbe di gran lunga.

L’americano aveva un quoziente intellettivo fuori dal comune e una memoria fotografica impareggiabile. Sexton racconta un aneddoto che ci fa capire anche quale fosse il modo con il quale Ungar contava le carte al blackjack. Va detto che proprio per queste sue qualità, ben presto fu bandito da ogni tavolo di blackjack di Las Vegas.

“Un giorno Stu mi chiama e mi chiede di accompagnarlo da Bob Stupak a giocare a blackjack – rivela Sexton – Ci troviamo in uno dei suoi coffe shop, visto che al casinò Stu non ci poteva giocare. Come lo vede, Bob se la fa sotto. Ungar lo rincuora dicendo che punterà al massimo 1 o 2 chip per volta”.

Stu Ungar

A quanto pare, però, Stupak non ne vuole sapere di farlo giocare. Così lo sfida: scommette $ 10.000 che Ungar non riuscirà a stabilire quale sarà l’ultima carta di un mazzo da 52. Il celeberrimo pokerista accetta, così Stupak prende un mazzo di carte e comincia a voltarne una per volta, più o meno al ritmo di una carta al secondo.

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“Arriviamo all’ultima carta – prosegue Sexton – e Stu dice che è un dieci di quadri. Bob la volta ed è proprio quella! Stupak impazzisce e dice a Ungar che non giocherà mai più una mano di blackjack da lui”.

A quel punto uno sbalordito Mike chiede all’amico come abbia fatto. “Stu mi risponde che è facilissimo: gli basta dare un numero ad ogni carta. Ad esempio, l’asso di quadri è 1, l’asso di cuori è 2, l’asso di fiori è 3 e così via, con il re di picche che è 52″.

Ed ecco svelato l’arcano: “Lui ha sommato i valori che aveva attribuito alle carte, sapendo che il totale di tutte e 52 fa 1378; alla penultima carta era arrivato a 1340, e visto che il 38 è il numero attribuito al 10 di quadri, per lui è stato semplice”. Semplice, se ti chiami Stu Ungar naturalmente.

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