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Hearthstone

Hearthstone, una mania sempre più contagiosa: 40 milioni di giocatori nel mondo

In tempi non sospetti lo dicevamo: Hearthstone rischiava di diventare il classico uovo di Colombo. Un gioco talmente semplice nella sua struttura, ma talmente coinvolgente, da avere tutte le carte in regola per catturare l’attenzione di un grande pubblico. E che pubblico: siamo a 40 milioni di giocatori nel mondo.

Hearthstone

Durante l’Investor Day di fine anno, Activision – la compagnia che ha sviluppato Hearthstone – ha annunciato che il suo prodotto ormai di punta, sia per dispositivi mobile che per pc, aveva raggiunto per l’appunto quota 40 milioni di giocatori. Un free-to-play, una gallina dalle uova d’oro, verrebbe da dire.

Siamo di fronte a cifre che oseremmo dire imbarazzanti, anche perché nel giro di pochi mesi l’aumento di giocatori è stato nell’ordine dei 10 milioni: a maggio, infatti, i player che si dilettavano ad Hearthstone: Heroes of Warcraft (questo il nome completo del gioco) erano ‘solo’ 30 milioni.

Dice: come fa un free-to-play, quindi un gioco gratis, ad essere definito un “enorme successo” da Activision? La parola d’ordine è una sola: microtransazioni.

Pare infatti che i (tantissimi) giocatori spendano qualcosa come 20 milioni di dollari al mese. Perché è vero che si tratta di microtransazioni, cioè di acquisti da pochi dollari – per non dire centesimi – alla volta, ma moltiplicate anche solo il costo di un caffè per un bacino d’utenza di 40 milioni di giocatori e si fa presto a incassare milioni e milioni.

HoldemX come Hearthstone?

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Pensando al successo di Hearthstone ci viene subito in mente un potenziale paragone con Holdemx, la nuova creatura di Alex Dreyfus. Come abbiamo visto il gioco è ancora in fase di alpha, ma ha già ottenuto grande risonanza tra i media di settore e soprattutto una generale approvazione da parte dei primi player.

HoldemX, in futuro, potrebbe essere strutturato come Hearthstone, con una classifica globale e, perché no, organizzando dei veri e propri contest fino ad un vero e proprio campionato mondiale.

Come succede per Hearthstone, i giocatori di HoldemX potrebbero effettuare delle microtransazioni per aggiungere set di carte particolari alle loro xCard, personalizzando il proprio gioco e ritagliandosi una strategia sempre più particolareggiata ed efficace.

Siamo ancora nel campo delle ipotesi, è chiaro, ma pare evidente come l’industria del poker online possa aver intrapreso un nuovo percorso di sviluppo che la porterà ad avvicinarsi sempre più al mondo dei videogamer.

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