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Populismo e caccia alle streghe contro il gioco legale, ora basta! I concessionari: “maggiori controlli sulle proprietà”

Da mesi assistiamo ad una vile caccia alle streghe contro il gioco online legale. E’ una gara a chi la spara più grossa senza avere la minima cognizione delle dinamiche basilari di un settore complesso come il gaming, quando è chiaro a tutti che le proposte demagogiche e populiste hanno un fine spudoratamente elettorale ma provocano effetti che vanno in un’unica direzione: generano confusione e favoriscono ancor di più la criminalità organizzata.  

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Un colpo basso è stato sferrato a seguito dell’inchiesta della scorsa settimana su un network di poker (che opera con una licenza di Curacao da decenni)  finito nel mirino degli inquirenti. In diversi, nell’occasione, hanno chiesto il divieto assoluto di pubblicità. Con quale logica? Vogliamo favorirli ancora di più?

Anche i sassi sanno che quel network non ha mai operato sotto regime concessorio ed ha sempre rappresentato una sorta di concorrenza sleale per gli attuali concessionari, danneggiati da tale operato. 

Gioco legale: diamo ai concessionari i giusti strumenti

Proprio tale querelle dimostra quanto sia importante dare ai concessionari legali gli strumenti giusti per differenziarsi da un’offerta illegale che è controllata, secondo le accuse della Procura di Roma e di Napoli, dalla malavita (in quel singolo caso), salvo prova contraria. Ma purtroppo è accaduto l’esatto contrario.

Per arginare il problema, non sono state proposte norme più stringenti per garantire una maggiore trasparenza dell’assetto proprietario delle società di gioco. No. E’ stato proposto il divieto assoluto di pubblicità. Che gioco stanno giocando?  I promotori di queste iniziative hanno l’interesse a risolvere il problema?

Le bufale a mezzo stampa e la smentita del Governo

Non stiamo parlando solo di un singolo caso, ma di una campagna massiccia e generica di disinformazione, proveniente da media e diversi schieramenti politici.

Proprio ieri è filtrata la notizia di una possibile super tassa che poteva colpire le agenzie di scommesse e le sale giochi. Il Governo (per bocca del sottosegretario con delega ai giochi Pier Paolo Baretta) ha smentito su tutta la linea, una proposta che sembrava illogica e incoerente con le attuali politiche. Come mai sui giornali è filtrata un’ipotesi del genere? Non ci meravigliamo, considerando che questo rumors è stato cavalcato dallo stesso gruppo editoriale che pochi giorni fa ha scritto che la spesa degli italiani nel 2016, nel gioco, è stato di 95 miliardi di euro invece di 18 miliardi (dei quali ben 10 sono finiti nelle casse dell’erario).

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Invece di tutelare i concessionari che lavorano per conto  dello Stato, li vogliono colpire? I problemi collaterali che si vengono a creare, a seguito di tali dichiarazioni, non sono secondari e ledono la rispettabilità dei concessionari puliti che rappresentano la gran parte dell’offerta legale.

Slogan elettorali che indeboliscono i concessionari a vantaggio dell’illegalità

Il paradosso è che questi slogan elettorali vengono usati proprio  in nome della “legalità” , quando è palese che agendo in questo modo (per esempio oscurando con i divieti proposti l’offerta legale) si ottengono risultati opposti a quelli dichiarati e si indeboliscono in maniera inevitabile i concessionari puliti che agiscono rispettando le regole, con un grave danno anche per l’Erario e la legalità. 

Pochi giorni fa è stato toccato forse il punto più basso di questa campagna politica e mediatica ed i concessionari hanno deciso di tutelare le proprie ragioni, sentendosi chiamati in causa dall’Onorevole Basso del Partito Democratico.

Nella nota stampa che abbiamo pubblicato c’è una proposta avanzata dai concessionari appartenenti all’Associazione Logico che va evidenziata: le società propongono un più stringente “controllo sulla titolarità e la proprietà dei concessionari di gioco”.

La trasparenza può essere la strada giusta per combattere le infiltrazioni criminali nel settore del gioco pubblico.  E’ senza dubbio la soluzione più efficace e logica.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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