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Hole Card Confessions – di Owen Gaines

Hole Card Confessions” è il secondo libro di poker scritto da Owen Gaines, apprezzato giocatore di cash game e coach che già con “Poker math that matters” era stato capace di raccogliere un largo consenso fra gli appassionati. 

Il suo secondo lavoro è un libro di 193 pagine disponibile online in inglese ad un costo di circa 30 $, che fin dalla copertina mette in chiaro quale sia il suo scopo: riuscire a ben definire i range delle mani avversarie in modo da trarne un vantaggio e poterli exploitare.

Detto così potrebbe suonare come un concetto tutt’altro che rivoluzionario, dal momento che dopo “Let there be range” sono stati numerosi i volumi che si sono concentrati su aspetti simili: qual’è allora il merito di questo nuovo lavoro?

Anzitutto la chiarezza: Gaines è abituato ad insegnare e si vede, dal momento che espone ogni concetto in modo tanto esaustivo quanto comprensibile, sempre corredandolo da esempi di mani da lui stesso giocate ai middle stakes, dove è ampiamente vincente. Non si tratta quindi di un volume che vi rivelerà verità finora sconosciute, ma che piuttosto sarà capace di esplicitare tutta una serie di aspetti del gioco del poker che anche players mediamente vincenti spesso possono non aver ben compreso, o in modo non del tutto consapevole.

Scendendo più nel dettaglio per quanto riguarda i contenuti, “Hole Card Confessions” si suddivide in varie sezioni piuttosto brevi, ciascuna concernente un argomento diverso e con specifici quiz che la riguardano al termine di ogni capitolo. Un concetto molto interessante trattato nel libro è ad esempio quello di “bell-shaped range“, ovvero range a forma di campana. Questa definizione fa riferimento a tutti quei casi in cui il range del nostro avversario, per quella che è stata l’azione nelle diverse street, è piuttosto polarizzato su un certo tipo di mani, che potranno essere a seconda dei casi piuttosto forti o piuttosto deboli.

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Per esempio, nel caso di un giocatore tendenzialmente nitty che si ritiene abbia un range debole composto da middle pair o pocket pair, Owen suggerisce volendo bluffare di puntare con una pesante overbet piuttosto che con un’altra size, convinto che un giocatore simile folderà quasi sempre aspettando una migliore occasione. A chi obietta che magari così facendo rappresentiamo davvero poco, Gaines risponde: “Quando un giocatore nitty ti racconta la sua storia, tu non ne hai bisogno di una”.

Questo è naturalmente solo un esempio, ma che fa capire quanto “Hole Card Confessions” possa essere utile a più giocatori. Certamente ai principianti, che pure non troveranno una trattazione schematica di cosa aprire a seconda della posizione, ma anche a giocatori vincenti che provengono da altre varianti non deepstack. Infine, si tratta di un volume che può certamente essere utile anche per quei giocatori che già battono dal NL50 al NL200, ma sentono di cominciare a fare fatica ed hanno bisogno di arricchire il proprio gioco uscendo così dagli schemi più consolidati.

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