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Il call in bluff esiste: lo fece Reinkemeier all’EPT

Nella storia del poker live ci sono diverse mani controverse, ma una delle più curiose è senza dubbio quella avvenuta all’EPT Barcellona 2009 tra Tobias Reinkemeier e Roland De Wolfe. Andiamo a rivedere cosa accadde quel giorno al Gran Casinò catalano.

Siamo al day 3, già in the money con circa 50 giocatori rimasti sui 428 iscritti totali. Due player molto forti si apprestano a sfidarsi in blindwar: il tedesco Reinkemeier sullo small blind, l’inglese De Wolfe sul big blind.

Il livello è 2.500/5.000 con ante 500, e dopo raise e call standard si arriva al flop a 10 7 . Tobias fa check, Roland punta 11mila e il tedesco completa il check-raise fino a 30.000. L’inglese fa call e si va al turn, che è un 9 e stavolta Reinkemeier esce puntando 46mila, chiamato ancora da De Wolfe.

Il dealer gira allora il river che è il 4 , Tobias fa check e De Wolfe punta 95.000. Il tedesco fa call, ma entrambi i giocatori sono restii a mostrare le proprie carte. De Wolfe inizialmente ne gira solo una (il k ), e infatti nel table talk che segue dichiara “king high”, con Reinkemeier che però ha forse già intuito la furbata possibile: il tedesco infatti fa capire all’avversario che K high non è buono, così De Wolfe (un po’ ingenuamente, vista l’esperienza) butta rassegnato le sue carte nel muck, salvo poi andare su tutte le furie quando Reinkemeier mostra soddisfatto i suoi q 6 reclamando il piatto

Tobias Reinkemeier, ormai cresciuto, è fra i torneisti più rispettati del circuito live (photo courtesy WPT)

L’inglese non ci sta, sostenendo che il suo punto possa essere valido per il fatto di avere in precedenza mostrato il K. Purtroppo per lui, Thomas Kremser (allora tournament director dell’EPT, ndr) è di avviso diverso, e con il consueto garbo gli spiega che affinché il suo punto venisse ritenuto valido per l’assegnazione del piatto avrebbe dovuto mostrare entrambe le carte, anche muckandole in seguito.

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In questa circostanza Reinkemeier si è reso autore di un tipico caso di “angle shooting”, ovvero un comportamento non espressamente vietato dal regolamento ma moralmente riprovevole con lo scopo di trarre un illecito vantaggio da una disattenzione o dall’inesperienza di un avversario, ingannandolo. In questo caso certo non si può parlare di inesperienza, essendo già al tempo De Wolfe un campione affermato. Ma l’aver intuito che l’inglese avrebbe muckato le sue carte ha indotto il tedesco a “provarci”, tradendo in ogni caso quella sorta di regola non scritta che si chiama “lealtà al tavolo”.

Per la cronaca, Reinkemeier terminò quell’EPT Barcellona al 30° posto, mentre De Wolfe chiuse 15°, trovando così una sorta di nemesi sul comportamento poco limpido del rivale.

Ecco il video originale della discussa mano. Il commento è in tedesco e la qualità del video non eccezionale, ma l’azione si comprende in maniera evidente.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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