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LAPT, usa il pollice per indicare il call: per il dealer è fold e il pot va all’avversario

Ci sono tanti modi per chiamare una puntata o un rilancio, ma se volete essere sicuri al 100% di non incorrere in un clamoroso errore che potrebbe costarvi il piatto, l’unico metodo infallibile è dichiarare ad alta voce la parolina magica “call”. Se volete togliervi ogni dubbio, potete anche mettere le chips in mezzo (anche una sola, conta il gesto), e a quel punto sareste certi di aver effettuato correttamente la chiamata.

Per quanto possa sembrare una ovvietà per la stragrande maggioranza dei giocatori, in giro per il mondo c’è ancora chi dichiara il call in modi alternativi, dando vita a infinite polemiche al tavolo. Coloro che scelgono questa strada possono essere suddivisi in due categorie: gli ingenui e i furbetti. Tra i furbetti troviamo quelli che effettuato call “a metà” nella speranza di poter sfruttare la situazione per riprendersi le chips dopo aver scoperto di essere battuti. Un episodio di questo tipo si verificò al Main Event WSOP di qualche anno fa (ne parlammo QUA), quando Prahlad Friedman decise di chiamare proprio sullo scadere del clock per avvantaggiarsi della situazione. Questo comportamento rientra quell’insieme di scorrettezze conosciute come “angle-shooting“.

André Eskinazi
André Eskinazi

Nella categoria degli ingenui, troviamo invece quei giocatori un po’ distratti, che effettuano call senza dichiararli chiaramente ma attraverso una gestualità che soltanto dal loro punto di vista rappresenta l’intenzione di chiamare. Non ci è dato sapere a quale categoria appartenga il brasiliano André Eskinazi, professionista che al LAPT 8 di San Paolo ha dato vita a una diatriba con dealer, avversario e staff della poker room per un piatto che a suo dire gli sarebbe stato tolto ingiustamente dopo aver effettuato un “call alternativo”.

Come riportato su Twoplustwo, l’action completa della mano in questione non è chiara. Siamo al Day 2, a 190 left (la bolla scoppia a 65 left), e il board al momento del misfatto è 4 6 a a q . Una volta giunti al river, il brasiliano Thyago Amador sceglie di puntare forte, mandando in the tank il connazionale Eskinazi. Passano i minuti e alla fine quest’ultimo sceglie di fare una mossa decisamente particolare: fa il segno del pollice in su e gira le sue carte, mostrando a * 2 . Senza aspettare un’indicazione del dealer, Amador mostra il bluff con j 9 e mette le mani sul piatto. A quel punto Eskinazi si alza in piedi, ferma tutti e dice che il suo era un call. Dealer e avversari sono confusi ma lui è convinto di aver segnalato il call con il gesto del pollice, reso famoso in tutto il mondo da Fonzie di Happy Days.

Ovviamente Amador non ci sta e dice subito che il call non era stato dichiarato e che il piatto spetta a lui. Il dealer si schiera dalla sua parte, sostenendo che senza una esplicita comunicazione verbale, quel gesto non può essere considerato al pari di una chiamata. Eskinazi inizia a protestare intensamente, finché non arriva il tournament director, che si fa spiegare la situazione e dopo un consulto con altri colleghi decide di assegnare il piatto ad Amador: girare le carte senza dichiarare il call (e il gesto del pollice non può essere considerato tale) equivale a foldare la mano mostrandola.

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Eskinazi è su tutte le furie e se la prende soprattutto con il dealer, colpevole, a suo dire, di avergli rovinato il torneo. Alla fine è costretto ad accettare la decisione del tournament director, ma secondo un utente di Twoplustwo avrebbe continuato a incolpare il dealer anche successivamente, sostenendo di essere uscito dal torneo solo ed esclusivamente per colpa sua (nello stesso torneo il nostro Walter Treccarichi è andato a premio per R$17,300 grazie alla 50° posizione).

Il gesto di Eskinazi era un tentativo di angle-shooting? È questa la domanda che molti si stanno facendo ora. A pensare male risulta scontato che se l’avversario avesse girato A-6, Eskinazi non si sarebbe scomposto e avrebbe detto che il suo era un fold. Scoprendo di essere battuto ha invece provato a sfruttare la situazione per farsi assegnare comunque il monster pot. Ovviamente queste sono soltanto illazioni: solo il diretto interessato sa quali erano le sue reali intenzioni.

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