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Butteroni fa autocritica e volta pagina: “girerò l’Asia giocando cash game”

Uscire al quarto livello di un torneo molto importante è un boccone duro da mandar giù, per un giocatore professionista. Ma Federico Butteroni ne ha viste già tante nella vita e, smaltita la prevedibile delusione, è già pronto per nuove avventure e nuovi progetti, che ci svela in anteprima.

Il secondo November Nine italiano della storia non si nasconde dietro il dito, riguardo al Main Event dell’Aussie Millions:Quando esci dopo quattro livelli a un torneo con bui da un’ora e mezza e un tavolo non proprio difficile vuol dire che qualche colpa da parte tua c’è stata. E mi dispiace perchè il tavolo era davvero abbordabile e forse mi sono accanito ad aggredire contro qualche amatore che non folda mai, mettendomi in situazioni che mi hanno gradualmente minato lo stack.
Poi c’è stata una mano in cui ho aperto con QQ, e dopo un paio di call mi sono ritrovato lo squeeze del big blind, un giocatore che lì avrebbe potuto farlo davvero con molte mani: invece aveva KK e quello spot mi è costato un bel po’ di chips.”

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Quindi arriva il colpo che sembrava quello giusto per risalire la china, ma si rivela tutt’altro… “Su bui 150/300 ho circa 8000 di stack e apro a 800 con AQ da cutoff. Giocano sia bottone che i blinds. Il flop è 44Q rainbow, i bui checkano e decido di checkare anche io ma il bottone punta 1050. C’è il fold dei blinds e io a quel punto credo che nel suo range ci siano sicuramente più dame che 4. Così faccio check/raise per cercare di prendere il massimo valore, pur consapevole che un suo eventuale push mi metterebbe in seria difficoltà. Lui si appoggia e al turn scende un A, che fondamentalmente non cambia nulla per me.

Io checko anche perchè oppo era un giocatore che tendeva a overplayare le mani, lui punta 3000 che era praticamente il mio stack, così decido di fare call allin ma scopro che aveva giocato con A4. Mi sembrava lo spot ideale per doubleuppare, invece si è rivelata la mano della condanna…”

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L’Australia, che era stata teatro di un’esperienza umana fortificante per Federico in un periodo difficile della sua vita, non ha portato stavolta altrettanto bene, almeno da un punto di vista pokeristico: “Sì anche la deep run nel 6-max si è fermata per uno “scoppietto” in un piatto molto importante. All’accumulator ho perso un colpo da 4x average al 95% a fine giornata, cosa che mi ha indotto a evitare gli altri flight per concentrarmi sul main, anche se poi è andata come è andata. Fortunatamente al cash ho recuperato un po’, ma senza dubbio la trasferta poteva andare molto meglio.”

Fede non fa drammi, senza nascondersi dietro il dito: “Live è un gioco con enorme varianza e con vantaggi molto piccoli sul breve periodo, quindi bisogna giocare sempre al 100% per sfruttare al meglio questo vantaggio e io stavolta non l’ho fatto a sufficienza.”

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Nell’immediato futuro di Butteroni c’è un programma da turista-player”: Vorrei fare un bel tour dell’Asia giocando cash, che in questo momento è una disciplina in cui mi trovo molto meglio, forse perchè per caratteristiche si adatta alla perfezione alle mie esigenze attuali, a livello mentale e di tempo a disposizione. Quindi sì, penso che farò sicuramente Filippine, Singapore e qualche altro bel posto, con un break di qualche settimana in Italia che ancora non so quando farò. E poi, naturalmente, WSOP!”

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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