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Liv Boeree: da studentessa squattrinata a stella del poker, ora in missione per salvare il mondo

Liv Boeree
Liv Boeree

Bella, simpatica, colta, altruista e suona la chitarra elettrica. Dinanzi a una tale compilation di pregi un uomo rimane generalmente attonito o circospetto, temendo che da qualche parte si nasconda l’inganno. La verità è che Liv Boeree avrà certamente un buon numero di difetti, ma trovarli non è operazione semplicissima.
Normale che il suo personaggio travalicasse gli angusti confini del mondo del poker e che, anche in assenza di grossi risultati al tavolo, la britannica sarebbe divenuta uno dei più seri e credibili testimonial di questo gioco, nonchè estremamente interessata al mondo che la circonda. Non a caso, nel giugno scorso l’avevamo intervistata sulla Brexit

Liv Boeree ad Assopoker: “Temo il populismo più della Brexit”

Ieri Linch Zhang l’ha intervistata per l’Huffington Post, da un decennio stabilmente tra i più letti blog del pianeta. Tuttavia, l’argomento principale di questa lunga chiacchierata non è stato il nè il poker nè la Brexit, ma la decisa sterzata verso la filantropia che la vita di Liv ha intrapreso da qualche anno a questa parte.

Per chi non la conosce, comunque, leggere la sinossi della sua carriera è strabiliante: laureata in astrofisica quindi modella, giocatrice di poker, presentatrice, giocatrice di poker, fino a diventare una convinta filantropa.

Da laureata squattrinata a stella del poker

Liv ricorda con un aneddoto il suo primo contatto con il poker: “L’estate in cui mi ero appena laureata, non avevo alcuna reale prospettiva di lavoro o corsi postuniversitari in programma. Passavo la maggior parte del mio tempo suonando la chitarra e andando ai rock club, quando mi andarono gli occhi sulla pubblicità di un gioco in cui si diceva che “riuscirai a usare i tuoi poteri di abilità e inganno e vincere 100.000£?”. Da laureata squattrinata e indebitata quale ero, mi parve una opportunità divertente per guadagnare in maniera veloce na somma che poteva cambiarmi la vita, così ci provai”

Si trattava di un reality show che cercava 5 principianti a cui venivano insegnati i rudimenti del poker in ottica di una finale in modalità “winner takes all”. Liv non riuscì a vincere, ma la scintilla era ormai scattata, verso un gioco che la PokerStars Pro definisce come un “complicato mix di scienza e arte, che richiede via via molte e diverse abilità per emergere”.

La scelta fra una carriera universitaria o lavorativa piena di incognite e l’ingresso in un settore in pieno boom come era il poker a metà degli anni 2000 non si poneva, così Liv ci si tuffò e con un proposito ben preciso: “diventare la più famosa giocatrice di poker al mondo”. Non si può dire che non ci sia riuscita…

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Sanremo, 21 aprile 2010: il giorno in cui tutto cambiò

La svolta a Sanremo nel 2010, oggi è tutto diverso

Dopo aver sottolineato l’EPT vinto a Sanremo come il punto di svolta nella sua carriera, il focus dell’intervista si sposta rapidamente sulle attuali priorità della vita di Liv Boeree, fra le quali il poker non è più presente come un tempo: Amo ancora viaggiare e giocare a poker, ma dopo più di 7 anni in giro il tutto non dà lo stesso piacere di un tempo. Sono anzi felice di aver trovato un modo per far coesistere il gioco che amo con l’esigenza di fare qualcosa di utile per il mondo che mi circonda.”

REG, ovvero l’Altruismo Efficace dei pokeristi

Nasce così nel 2014 “REG”, organizzazione no profit basata sulla filosofia dell’ “Altruismo Efficace”, ovvero una dottrina che “applica evidenza scientifica e la ragione per determinare i modi più efficaci per migliorare il mondo”.

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Il messaggio principale è che donare non basta, ma occorre farlo con cognizione di causa e rigore scientifico. Infatti, il tipo di aiuti che REG ha finanziato spazia da un progetto contro la malaria a studi sul futuro sostenibile e sulla salvaguardia del benessere per tutti gli esseri viventi, animali compresi. Soprattutto, si tratta di progetti che richiedono un coinvolgimento personale del donatore, una piena convinzione e consapevolezza delle conseguenze di ciò che facciamo e finanziamo. In definitiva, una visione del mondo improntata alla generosità concreta.

Un think tank per immaginare un mondo migliore

Fra le destinazioni più importanti dei fondi raccolti da REG, la Boeree indica il Foundational Research Institute, una sorta di think tank finalizzato allo studio di strategie per migliorare la vivibilità del pianeta ed evitare catastrofi di ogni tipo. Uno studio che mette insieme etica, consapevolezza e teoria dei giochi per sviluppare modelli matematici che aiutino individui e uomini politici a capire le migliori strade da intraprendere sulla strada della cooperazione globale.

Poker players do it better: trasparenza ed efficienza

Liv Boeree è orgogliosa di quanto REG è riuscita a fare finora: in poco più di 2 anni abbiamo raccolto più di 1,5 milioni di dollari.” Tutto documentato e consultabile, anzi la trasparenza è uno dei punti di forza dell’organizzazione. “Mentre il costo medio per dollaro donato nelle altre fondazioni è 1:4, noi siamo riusciti ad ottimizzarlo fino a 1:8”.

Beneficenza come il bankroll management? Non proprio…

Infine, Zhang chiede alla Boeree se gestire al meglio le raccolte fondi non necessiti di qualità assimilabili a quelle del bankroll management. Anche qui Liv non lascia spazio a malintesi: “Sì e no. Nel poker avere un buon bankroll management è essenziale per abbattere il rischio di andare rotti. Nel fundraising, invece, da un lato polverizzare il proprio contributo distribuendolo su più cause abbatte sì il rischio che qualcuna di esse non vada a buon fine, ma dall’altra parte abbatte anche la potenziale efficacia di una certa campagna.”

Qui l’intervista originale

Qui il sito di REG

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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