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Mandrake shock: “Il No Limit Hold’em ha fatto il suo tempo, serve nuova variante”

Per tantissimi giocatori italiani è da anni un guru nel vero senso del termine: punto di riferimento, consigliere, motivatore, esperto, amico e persona ultrariservata. Sì perchè Carlo Bordogna, in arte Mandrake, non è uno di quei nomi che si leggono spesso nei reportage: non ama la ribalta, preferisce quasi sempre rimanere dietro le quinte, lasciando spazio ai tanti giocatori e coach che ha letteralmente costruito nel corso degli anni.

Coach fondatore di Pokermagia, Carlo stavolta decide di dire la sua per una ragione ben precisa: la rivoluzione annunciata da PokerStars sul suo vip system segna un po’ un momento di svolta, per il mondo dei giocatori di poker, e così anche Mandrake ha deciso di rompere il silenzio per dare il suo contributo al dibattito.

IL NO LIMIT HOLD’EM? HA FATTO IL SUO TEMPO

“Quello che ha fatto PokerStars è persino tardivo”, esordisce. Ma chi pensa a una sviolinata alla room si sbaglia di grosso o non conosce Carlo, che invece ha una visione ben più ampia, focalizzata sul gioco e sulla figura del giocatore. Più che PS e il suo vip system, il focus di Mandrake è un altro, sintetizzabile in un’affermazione-shock: Il No Limit Hold’em ha fatto il suo tempo!

Gli chiedo ovviamente lumi, che arrivano subito: “Il No Limit Hold’em non è un gioco risolto, ma è in giro da più di 10 anni. In quest’arco temporale il gioco è stato studiato e sezionato quasi in ogni suo aspetto, sono migliorati i software, è stata implementata la GTO eccetera… Inevitabilmente, tutta questa condivisione ha fatto perdere l’equilibrio tra habituee e ricreativi”.

Nella condivisione del sapere rientrano a pieno titolo anche le scuole come Pokermagia, ma per Carlo non sono assolutamente il cuore del problema: “Dicono che abbiamo contribuito a indurire il field? Io dico che abbiamo dato una chance a tanti ragazzi, aiutandoli a costruire qualcosa di importante. Sarei persino presuntuoso a dire che Magia abbia influito nell’indurimento del field, perchè le scuole che hanno fatto la differenza sono quelle americane. I top player come Galfond nei primi anni hanno pensato a stampare soldi, poi hanno iniziato a condividere parzialmente il frutto del loro studio e in seguito questo è diventato un processo progressivo globale.”

Ma il cuore del problema è sempre quello, secondo Bordogna: Davvero qualcuno pensava che dopo 10 anni il No Limit Hold’em sarebbe rimasto una piscina accogliente? Tra studio, condivisione e software che si sono fatti via via più elaborati, si è andati troppo oltre.”

mandrake

VUOI SOLO SKILL? VAI A GIOCARE A SCACCHI!

E allora cosa serve? Mandrake ha le idee chiarissime, in merito. “Serve qualcosa che rimescoli le carte, che ridia equilibrio al sistema. Serve un elemento che riporti più varianza, perchè nel poker non può mancare. Se si vuole un gioco di sole skill allora è meglio dedicarsi agli scacchi. Il poker deve essere diverso: è un gioco dove tu vinci al massimo il 60-70% delle partite. Il perdente deve avere la possibilità di prenderti i soldi, e non deve essere una chance remota come è oggi.”

IL GIOCATORE? È COLUI CHE VIVE DI ADATTAMENTI

Il giocatore di poker dovrebbe dunque uscire da quella sensazione di onnipotenza e tornare a fare il suo lavoro, che secondo Mandrake è “riuscire a capire dove risiedono i vantaggi e andare a prenderseli.” Si torna così al discorso del VIP system di PokerStars, che secondo Carlo è “un cambiamento doloroso ma necessario. Il professionista non deve aver paura dei cambiamenti, perchè è uno che vive di adattamenti. Ogni cambiamento che favorisca i giocatori occasionali dovrebbe essere accettato di buon grado, nella misura in cui ristabilirà un equilibrio sostenibile.”

Mandrake si dice dispiaciuto per quelli che dovranno smettere o che perderanno vantaggi avuti fino ad oggi, ma è importante che capiscano che di vantaggi si tratta, e non di diritti acquisiti. In questo senso, Carlo tiene a precisare una cosa: “Mi spiace apparire duro, ma il sogno di diventare Supernova Elite non esiste! Non è un sogno ma un’opportunità, un vantaggio. Una rakeback così alta era un vantaggio ed è stato giusto approfittarne, ora che non c’è bisogna farsene una ragione. Fare il giocatore professionista non è come avere un posto fisso, se cambiano le condizioni devi adeguarti. Così è sempre stato e così sarà sempre.”

NO AI SOFTWARE? CI ADATTEREMO ANCHE NOI

Anche sui software, ovviamente, la posizione di Carlo Bordogna è analoga, perchè se serve ridare equilibrio tra gli abituali e gli occasionali, limitare o impedire l’uso di alcuni software è una cosa da accettare: “Come Pokermagia non può ovviamente far piacere, perchè significherà ristrutturarsi e cambiare diverse cose anche nell’offerta, ma anche noi dovremo adattarci, perchè è giusto che sia così”.

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Mandrake non vede neanche grossi pericoli della creazione di un “mercato nero” di software una volta passato il ban, perchè sicuramente il rischio non varrebbe la candela. Ma il punto, anche qui, è un altro: “Se vogliamo giocare dobbiamo accettare di stare alle regole anche se decidono di cambiarle. Io ti posso dire che a Limit Hold’em avevo raggiunto un livello che al No Limit non ho mai neanche sfiorato. E il Limit è morto con l’UIGEA, perchè da allora l’offerta di No Limit è aumentata progressivamente fino ad annientare i tavoli Limit. Una volta che a Vegas i tavoli No Limit avevano raggiunto il 30-40% del totale, iniziai a giocare quelli. Mi adattai, e senza avere mai rakeback.”

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UNA NUOVA VARIANTE, CON PIÙ VARIANZA

La grande esperienza live di Carlo è anche una sorta di traccia per trovare la strada giusta per il futuro: Prima del limit giocavo stud, e prima ancora poker coperto e telesina. Negli anni le tendenze sono cambiate, e ora è tempo che arrivi una nuova variante di poker.

Qualcosa di nuovo e non ancora studiato, che abbia una componente varianzosa e faccia ripartire tutti da zero, possibilmente . Poi saranno i giocatori forti ad adattarsi per primi, prendersi i vantaggi e guadagnare soldi. Come sempre.

Più in generale credo che il No Limit Hold’em non morirà mai, ma c’è bisogno di un nuovo entusiasmo, e se una nuova variante favorisse un nuovo vigore intorno al cash game, ne beneficerebbe tutto il movimento.

Forse l’omaha a 5 carte potrebbe essere un’idea?Ci giocavo ogni tanto 15 anni fa a Parigi, all’Aviation. E ti dico una cosa: allora la partita era dealer’s choice, e indovina cosa sceglievano sempre i giocatori più deboli? L’Omaha5, perchè al ricreativo non piace foldare e lì può giocare molti piatti, magari perdendo ma divertendosi. Comunque, se esiste da tanti anni e non ha sfondato, evidentemente non è quello che serve. Io sarei per qualcosa di completamente nuovo, qualcosa che abbia le caratteristiche che dicevamo e che soprattutto permetta a live ed online di andare di pari passo.”

LIVE E ONLINE A BRACCETTO

Quest’ultima frase mi incuriosisce, così approfondisco: “il live deve tornare ad essere un aspetto inscindibile, perchè al poker non servono solo pescatori ma affluenti. So che in Italia la situazione è intricata, anche se io da tempo dico che vedrei bene delle Gambling Hall.” L’idea di Carlo è che la diffusione di una nuova variante possa costituire un incentivo eccezionale, che aiuti live ed online di essere nuovamente due facce di una stessa medaglia, e da lì magari tornare a parlare di liquidità condivisa.

Gli equilibri attuali del poker verrebbero quasi spazzati via, ma Carlo non è preoccupato, neanche per la sua creatura Pokermagia: “quando la fondai non esisteva neanche il .it e non pensavo che si sarebbe mai arrivati a giocare cash su room italiane, così come non pensavo che una “gabbia” del genere durasse così a lungo. La stretta su rakeback e software sarà dura da digerire neanche per noi, ma ci adatteremo come abbiamo sempre fatto.
Oggi la scuola MTT ha 75 stak/coachati solo in Italia, a cui si aggiungono i 35 ragazzi della filiale brasiliana che giocano su ps.com. Il progetto Spin&go ha al momento 18 allievi e nel 2016 conto di allargare fino a 30. Siamo leader in tutti i settori, lo saremo anche quando arriverà una nuova variante.”

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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