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Nick Petrangelo, un 2015 da 3,5 milioni vinti live e due segreti: Jonathan Jaffe e il Black Friday

E’ stato una delle rivelazioni nell’ultimo anno di poker live, in cui ha ottenuto il suo primo braccialetto WSOP e una serie pazzesca di risultati per un monte vincite lordo di 3,42 milioni di dollari. Tuttavia, Nick Petrangelo rimane fondamentalmente un giocatore online, e in una recente intervista con cardplayer.com ammette che la sua esplosione live è dovuta … al Black Friday. Ma facciamo un passo indietro, alla scoperta di questo 28enne nuovo fenomeno del live.

Nick Petrangelo, qui all'EPT Malta
Nick Petrangelo, qui all’EPT Malta

Promettente atleta di Hockey e Golf, Nick aveva dovuto abbandonare l’agonismo a causa di un brutto infortunio. Come capitato a diversi altri top player, anche lui  prese la decisione di sfogare lo spirito competitivo nel poker. I suoi primi contatti con il giochino risalgono al tempo dell’high school, ma è dal secondo anno di college (quello denominato “sophomore”) che iniziò a fare sul serio. “Un mio amico conosceva Jonathan Jaffe, che allora era tra i migliori specialisti di heads up in circolazione. Così riuscii a entrare in contatto con lui, che mi permise di iniziare a guardarlo giocare e mi insegnò i primi segreti. In poco tempo prese a stakarmi e tutto ebbe inizio. ” Ancora oggi, Petrangelo ritiene una enorme fortuna quella di avere incontrato un giocatore forte che era anche una persona seria e responsabile: “Grazie a lui imparai molto di più di quanto sarei stato in grado di fare da solo”, ammette.

Così Petrangelo diventa un grinder vero e proprio. “Avevo accumulato un bel bankroll e già messo in conto di partecipare a qualche EPT, ma a quel tempo ogni giorno online era un buon giorno…” rivela Nick, che su PokerStars gioca con il nickname “caecilius”. Il grinding era dunque troppo profittevole per interromperlo, ma poi arrivò Prett Baharara, il DOJ e tutto il terremoto che ricorderete bene. Un terremoto che costrinse molti pro online a cambiare i loro programmi e questo, per Petrangelo, iniziò a significare “più live”.

“Andare in trasferta per giocare un unico torneo da 3.500$ non aveva alcun senso, perchè le spese di hotel, viaggio eccetera bruciavano tutto il roi atteso su cui un giocatore potrebbe contare.” Tuttavia, da quando i festival EPT hanno intensificato l’offerta, tutto è cambiato per lui e molti altri colleghi: “Ora puoi contare su 12 giorni di tornei e fra high roller ed eventi a buy-in medio e alto tutti i giorni, l’idea di mettersi in viaggio ha molto più senso.”

Oltre ad avere senso, il live ha iniziato l’anno scorso a regalare soddisfazioni serie al ragazzo: fino al 2014 le sue vincite lorde live non superavano i 400mila dollari, oggi sfiorano i 4 milioni: oltre al braccialetto WSOP sono arrivati risultati in serie con la perla del secondo posto al WPT Alpha 8 del dicembre scorso, che gli è valso da solo il premio più alto mai incassato (1.015.335$).

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La run è evidentemente dalla sua parte, ma Nick è convinto che un focus diverso sul suo gioco live abbia assunto un ruolo fondamentale. “Dopo il 2011 per giocare online ti dovevi spostare all’estero, così iniziai a frequentare molto di più il live, ma non lavoravo ancora abbastanza sugli aggiustamenti da fare. L’ultimo anno è stato diverso, ma non nel senso che da perdente sono diventato un vincente. E’ più un discorso legato al completamento di un percorso: quello della transizione verso il live”.

Facile giocare bene quando scendono le tue, si potrebbe dire. Ma Petrangelo è d’accordo fino a un certo punto: “Ad eccezione dell’EPT Grand Final, da tutti i principali festival sono tornato con almeno un gran risultato. Questo è dovuto sì a fortuna e varianza, ma anche la sicurezza in se stessi gioca un ruolo importante. Ad esempio, ti aiuta ad avere pazienza ed evitare spot marginali in cui magari ti infileresti se le cose non stanno andando benissimo.”

“Senza i risultati di quest’anno continueresti a giocare questi high roller con frequenza?” E’ la domanda maliziosa del giornalista di CardPlayer, a cui tuttavia Petrangelo non si sottrae, anzi risponde serafico: “Le cose sono andate molto bene, in caso contrario l’unica cosa che avrei cambiato sarebbe stato di giocare con una percentuale inferiore su di me (allude ovviamente alle quote vendute e scambiate con i colleghi, ndr). I field di questi eventi sono occasioni uniche per migliorare come giocatore: evitarli per una sola questione di bad run sarebbe un errore grave, se sei convinto di valere quel livello“.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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