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Ivey-Borgata: Phil costretto a pagare? Il giudice svela i retroscena sulle vincite da capogiro

Phil Ivey non ha truffato il Borgata, ma ha comunque infranto le regole del casinò. È questa la sintesi estrema del documento di 30 pagine redatto dal giudice federale Noel Hillman in vista della sentenza definitiva sul caso Ivey-Borgata. L’opinione del giudice significa, sempre in estrema sintesi, che Phil Ivey non riceverà alcun risarcimento (aveva fatto causa a sua volta al Borgata per un risarcimento di 10 milioni) ma potrebbe invece essere costretto a restituire parte delle vincite maturate con la tecnica dell’edge sorting, stimate in 9.6 milioni di dollari.

Il documento è estremamente interessante perché spiega nel dettaglio tutto ciò che è successo in quei quattro mesi del 2012. A partire dalle richieste del gambler al casinò, sulle quali si era vociferato a lungo senza prove evidenti. “Nell’aprile 2012, Ivey ha contattato il Borgata per organizzare una visita al fine di giocare Baccarat high stakes”, scrive il giudice Hillman, che poi riporta le 5 richieste di Phil:

  1. Un’area privata o un “pit” dove poter giocare;
  2. un dealer in grado di parlare il cinese mandarino;
  3. un ospite (Cheung Yin Sun) che si potesse sedere con lui al tavolo mentre giocava;
  4. un lotto di 8 mazzi Germaco Borgata Purple da utilizzare per l’intera sessione di gioco;
  5. un distributore di carte automatico da utilizzare dopo il cambio mazzo.

La più importante è ovviamente la numero 4: la pretesa di Ivey derivava dal fatto che sapeva già dell’errore di fabbricazione sul dorso delle carte. La direzione del Borgata, ignara di questa circostanza, ha accettato tutto, convinta di poter spillare qualche milione di dollari al poker player sfruttando il vantaggio nativo del Baccarat. Non sapevano che in realtà Ivey aveva dalla sua un vantaggio ben più grande: la sua partner di gioco Cheung Yin Sun.

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Phil Ivey e la partner di gioco Cheung Yin Sun

Il giudice spiega infatti che l’edge sorting non sarebbe mai stato possibile senza le abilità impressionanti di questa donna di origini cinesi. Non è chiaro come lei e Ivey si siano incontrati, ma una cosa è certa: la Sun ha una vista da aquila e capacità quasi sovrannaturali di leggere le piccolissime imperfezioni sul dorso delle carte.

Per questo motivo Ivey ha preteso di averla di fianco per l’intera sessione, nonostante lei non giocasse. Il suo suo ruolo era quello di comunicargli (non è chiaro il metodo) quali erano le carte coperte. Al resto ci avrebbe pensato lui, sfruttando la sua rinomata intelligenza.

Per essere sicuro che la Sun fosse in grado di vedere interamente il dorso delle carte, Ivey ha anche chiesto al dealer di tenere il mazzo in un certo modo. Di fronte alle richieste di spiegazione dei supervisori del Borgata, Phil si è giustificato parlando di semplice superstizione. La stessa con la quale ha giustificato la presenza della sua partner cinese: voleva far credere al casinò di essere un semplice giocatore d’azzardo.

La realtà era ben diversa, come dimostrano le incredibili vincite ottenute da Phil Ivey al Borgata in quattro mesi. Il giudice spiega che il giocatore statunitense ha dovuto pagare un milione di dollari in anticipo per ottenere la partita alle sue condizioni e che, nelle prime due sessioni, il limite era stato stabilito a $50.000 per mano. Questo il resoconto completo delle sue scorribande:

  • Aprile 2012: 2.4 milioni di dollari vinti in 16 ore, con puntata media di $25.000 a mano.
  • Maggio 2012: 1.6 milioni di dollari vinti in 56 ore, con puntata media di $36.000 a mano.
  • Luglio 2012: 4.8 milioni di dollari vinti in 17 ore, con puntata media di $89.000 a mano (il Borgata accettò di alzare la puntata per mano fino a un massimo di $100.000).
  • Ottobre 2012: 0.8 milioni di dollari vinti in 18 ore, con puntata media di $93.800.

Grazie alle skills della sua partner, Ivey ha sfruttato ogni singola occasione per ottenere il massimo dall’edge sorting. Al termine dell’ultima sessione fine aveva vinto 9.6 milioni di dollari. L’8 ottobre 2012 ha lasciato il casinò senza sapere che non ci sarebbe più tornato.

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Nei giorni successivi il Borgata ha infatti scoperto il caso Crockfords, il casinò inglese che si è rifiutato di pagare vincite per circa 9 milioni di euro a Phil Ivey in quanto accusato di aver utilizzato l’edge sorting. Dopo essere venuti a conoscenza del fatto che anche in Inghilterra aveva avanzato le stesse identiche pretese, per lo stesso gioco e con lo stesso risultato finale, ai vertici del Borgata è venuto il dubbio che il 10-volte campione WSOP avesse utilizzato l’edge sorting anche nelle loro sale. Analizzando i mazzi si sono finalmente resi conto dell’imperfezione sul dorso delle carte e hanno immediatamente denunciato il loro ormai ex cliente per truffa.

Su questo aspetto il giudice federale è stato chiaro: la truffa non sussiste perché Phil Ivey e la sua partner non hanno infranto le regole del Baccarat. Non hanno toccato il mazzo e hanno giocato secondo il regolamento del gioco.

Dal suo punto di vista, tuttavia, hanno infranto il regolamento del casinò. La motivazione è che nel momento in cui un giocatore si siede al tavolo di Baccarat accetta di avere uno svantaggio statistico nei confronti del banco. In altre parole, il giudice sostiene che giocare d’azzardo è legale solo quando, a livello statistico, il banco vince e il giocatore perde. Ivey è riuscito a modificare le sue possibilità di vittoria, mettendosi in una posizione di vantaggio sul banco grazie all’edge sorting. Per questo motivo ha infranto il regolamento del casinò.

Ora le due parti coinvolte hanno venti giorni per presentare una risposta al documento. Poi la sentenza definitiva, che potrebbe costringere Phil Ivey a restituire 9.6 milioni di dollari.

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