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Triolo: “favorevole a dare vantaggi agli occasionali. Favale e Anzalone i top e sul Big Game dico…”

Prosegue la nostra intervista con Gaspare Triolo: dopo aver parlato molto di cash game live ed EPT, affrontiamo con il giocatore bolognese il tema del momento: l’uso dei software in modo indiscriminato. Parleremo anche dei migliori giocatori italiani del momento e sul format dell’Italian Big Game.

Hai ammesso in maniera chiara che non sei un fanatico di Hold’Em Manager. Lo utilizzi ma non ti senti skillato. In generale, che idea ti sei fatto sui software di terze parti?

Su HM non c’è molto da dire: fa parte dell’evoluzione del gioco e della tecnologia, bannarli vorrebbe dire andare contro lo sviluppo naturale di qualsiasi scienza e disciplina.

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Tu però saresti uno dei giocatori a trarne vantaggio dall’eventuale ban.

Si per me sarebbe, con ogni probabilità, molto più vantaggioso, ma non voglio essere egoista.

Tu sei uno dei giocatori di cash game italiani più esperti: devi ammettere che in questi anni, il gioco online non ha subito un’evoluzione così naturale come il live, semmai è stato un po’ troppo “condizionato” da fattori esterni alle dinamiche di gioco in senso stretto.

Logico, ci sono software che vanno a sventrare gli occasionali e tutto il resto, tipo quelli sulla table selection negli spin e nei sit and go. Ma se non sbaglio quel tipo di tools sono stati già aboliti o comunque aggiornati. Leggevo poco tempo fa, proprio su Assopoker, di una possibile soluzione di compromesso che, a mio avviso, sarebbe la migliore.

Si la stessa che ha proposto Luca Moschitta in una nostra intervista.

Si. Le poker rooms dovrebbero fornire statistiche sulle mani, ma dati molto basici che sarebbero a disposizione di tutti. A mio avviso è una soluzione molto intelligente.

Perché secondo te?

Io sono favorevole a dare dei vantaggi al giocatore occasionale. L’amatore va tutelato.

Il poker online verrebbe, in quale modo rivoluzionato, ma ci sarebbe più equilibrio nell’ecosistema.

I cambiamenti a noi professionisti non devono farci paura. Semmai, l’abilità di un pro sta proprio nel sapere aggiornarsi a questi mutamenti ed evoluzioni.

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Ci sono grinder che sostengono che i software potrebbero essere utilizzati anche dagli amatori.

A mio avviso, quella di fornire le statistiche a tutti, potrebbe essere il compromesso ideale, sia per il professionista che per l’occasionale che non ha tutto questo tempo da dedicare allo studio dei software, ma non vuole sentirsi fuori dal gioco, perché finirebbe per abbandonare la disciplina. Quella proposta non è una soluzione sbagliata.

Giriamo pagina. Facciamo un gioco: tu sei un pro da parecchi anni. Chi sono i regular di cash game italiani più forti? Che stimi di più?

Per esperienza, nel cash game, ci possono essere giocatori forti del momento, ma ci sono anche run e meccanismi che non rendono semplice una classifica.

Infatti, la nostra premessa è chiara, si tratta solo di un gioco. Prendiamo la classifica con questo spirito.

I regular di PokerStars sono giocatori preparati, senza dubbio nell’online ci sono quelli più forti tecnicamente. Li ho visti in azione qui a Malta anche live ai limiti 25€-50€. Ti faccio due nomi: Christian Favale e Clavio Anzalone, ragazzi che potrebbero rappresentare al meglio l’Italia anche su PokerStars.com.

Che idea ti sei fatto dell’Italian Big Game? Le sessioni sono di 4 ore, brevi senza dubbio per fare valutazioni tecniche, ma il format piace molto agli appassionati. Tu hai partecipato a molti tavoli televisivi di cash game, cosa suggerisci?

I tavoli Six Max sono un cambiamento favorevole all’azione e allo spettacolo. E’ stato un miglioramento interessante. Per rendere la partita ancora più eccitante, cambierei il concetto di loose cannon.

Come negli States?

Ho visto che in Italia sono sempre professionisti e questo a me non piace, non rispecchia la realtà del poker. Partiamo da un presupposto: le partite devono essere profittevoli sulla carta per i pro. Sia chiaro, nessuno gli deve regalare nulla, ma anche online i top reg si siedono solo se c’è un amatore al tavolo. Ci devono essere le condizioni base per lo spettacolo e su 6 players, almeno uno o due devono essere dilettanti.

Secondo te lo spettacolo ne gioverebbe?

Si, perché un giocatore occasionale, anche facendo manovre sbagliate, innesca sempre meccanismi e reazioni tra gli altri pro, reazioni spesso divertenti. La partita diventa piacevole e imprevedibile. Se uno al tavolo esce dagli schemi, l’action ne giova sempre.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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