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Isaac Haxton: “Il Pot Limit Omaha è meglio giocarlo shortstack”

[imagebanner gruppo=”pokerstars”] Quest’anno Isaac Haxton sta giocando molto più Pot Limit Omaha rispetto al passato, ma lo statunitense preferisce farlo a modo suo, ovvero giocando shortstack, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare.

Nel No Limit Hold’em infatti, solitamente qualcuno che siede al tavolo con meno di 100 big blind viene subito etichettato come un giocatore occasionale, e più spesso che no è proprio così. Nel Pot Limit Omaha però la situazione è un po’ diversa, come spiega lui stesso: “Credo ci siano molti professionisti concordi nel dire che ci sia un netto vantaggio nell’essere più corti dei propri avversari – spiega – sebbene ci siano tutta una serie di regular molto capaci che invece preferiscono il gioco deepstack”.

Si tratta di una strategia non nuova per lui, cominciata addirittura a cavallo fra il 2008 ed il 2009, quando su Full Tilt Poker c’erano regolarmente delle belle partite di Pot Limit Omaha: peccato soltanto che i limiti fossero $200/$400, e che in questa variante Haxton non avesse praticamente esperienza.

“Per un po’ giocai al PL1000, in modo da esercitarmi nell’avere una discreta strategia con uno stack da 20 big blind – ha raccontato in una pausa dell’EPT di Londra – e poi mi trasferii direttamente ai tavoli di $200/$400″.

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Si potrebbe pensare che questo valga semplicemente per un giocatore che stia passando dal No Limit Hold’em al Pot Limit Omaha, e che si tratti perciò di una strategia subottimale pensata più che altro per limitare i danni, ma il pro di PokerStars anche in seguito ha continuato ad adottarla, malgrado nel frattempo abbia certamente maturato maggiore esperienza.

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“Quest’anno gioco abbastanza spesso ai tavoli di PL5000 Zoom, dove entro con 50 big blinds – rivela – si tratta di una politica della poker room, ma se perdo qualche piatto non faccio neppure reload e continuo a giocare shortstack. Se potesse, insomma, verosimilmente anche adesso entrerebbe ai tavoli con meno di 50 big blind, convinto che sia preferibile ma naturalmente senza spiegare perché.

Malgrado questa sua posizione sulle partite di cash game però, sui tornei di Pot Limit Omaha – di cui molti regular reclamano la mancanza – ha una posizione molto netta: “Proprio non mi piacciono, anche se occasionalmente mi capita di giocarli – rivela – il fatto è che quegli elementi che rendono i tornei di No Limit Hold’em interessanti fanno sì che un MTT di Pot Limit Omaha lo sia molto meno. Non è possibile finire ai resti con un netto vantaggio sui propri avversari, questo incoraggia uno stile di gioco molto chiuso, e così ti ritrovi in bolla con un sacco di giocatori che hanno tre big blind…”.

Isaac Haxton insomma, malgrado abbia sposato una filosofia tutt’altro che scontata, pare avere le idee molto chiare al riguardo, e forse è anche per questo che da un sacco di anni è ancora lassù a giocarsela fra i migliori.

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