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Alcune considerazioni strategiche con T.J. Cloutier

T.J. Cloutier è una delle leggende viventi per quanto riguarda i tornei di poker, potendo vantare uno score davvero invidiabile che recita 60 piazzamenti negli eventi più importanti del mondo e ben 9 milioni di dollari di vincite complessive. Fortunatamente per noi, molte delle sue tecniche e strategie è riuscito a metterle anche nero su bianco, partecipando ad esempio alla stesura di “Championship No-Limit and Pot Limit Hold ‘Em” – in collaborazione con Tom McEvoy – e da molti ritenuto un must per quanto concerne gli argomenti trattati.

Uno dei consigli più importanti che Cloutier si sente di dare ai neofiti del gioco è “If you don’t flop it, drop it”, ossia “Se non becchi nulla al flop, abbandona la mano”. Naturalmente per coloro che amano il gioco iper-aggressivo, un assioma del genere può risultare alquanto fuorviante. C’è comunque spazio per analizzare la cosa e trovare una giusta via di mezzo tra le due correnti di pensiero.

Se la prima decisione importante da prendere nel poker sta nel determinare quando è il momento più opportuno per entrare in gioco, la seconda invece è decidere cosa fare dopo che abbiamo di fronte le carte che compongono il flop. Le tre community-cards – insieme alle nostre prime due – rappresentano 5 dei 7 pezzi del puzzle cioè, approssimativamente, il 70% delle informazioni disponibili. A questo punto, anche seguendo l’interpretazione di Cloutier, c’è bisogno di stabilire quando si è floppato qualcosa e quando no. Tale analisi può variare a seconda dei soggetti coinvolti. Se lo scopo è giocare in maniera conservativa e minimizzare le situazioni di rischio, allora floppare può significare prendere top pair o coppia media, un flush draw (con in mano un Asso o un Kappa) o un progetto di scala bilaterale. Possiamo certamente prendere qualcosa di meglio tipo un set o un colore, ma le ridotte probabilità che ciò avvenga ci consigliano di riporre in loro poca speranza. Se il flop non porta alcuna coppia e nessun colore, il modo migliore di procedere è fare check e foldare ad una eventuale puntata. L’idea di base è quella di risparmiare denaro o chips da investire in un’altra occasione. I soldi non persi sono uguali ai soldi vinti.

Una visione più aggressiva del “floppare qualcosa” potrebbe incorporare il gioco di due overcard o l’esecuzione di un bluff quando si verifichi il momento opportuno. Certamente ci sono giocate peggiore che puntare o rilanciare su un flop come 9-2-4 avendo in mano AJ o KQ. Lo stile di gioco degli avversari e la vostra posizione al tavolo hanno naturalmente il loro peso nella decisione da prendere: contro giocatori weak-tight che non metterebbero un centesimo nel piatto senza una monster-hand, allora ogni flop può essere quello buono. Questi giocatori aspettano soltanto di avere un buona scusa per buttare via le carte, quindi diamogliene una facendo la nostra puntata. Se lo stesso tipo di giocatore invece , in posizione su di noi, betta oppure viene a vedere le chips che abbiamo messo dentro quando noi in mano abbiamo il nulla, allora sarà il caso di abbandonare immediatamente e non procedete oltre.

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E’ anche importante, al momento di decidere se proseguire o meno con le carte che abbiamo in mano, differenziare l’approccio a seconda che ci troviamo in un torneo o stiamo giocando una partita cash-game. Il gioco cash ci permette maggiore flessibilità poiché avremo sempre l’opportunità di aggiungere denaro al proprio stack, anche se è una cosa che naturalmente vorremo fare il meno possibile. Durante l’azione in un torneo, invece, la nostra sopravvivenza dipende essenzialmente dalla grandezza del nostro stack che assottigliandosi pericolosamente può spianarci la strada verso una repentina eliminazione. E non c’è niente di peggio che buttare al vento una grossa porzione delle nostre chips su mani in un non avevamo proprio alcun interesse a proseguire l’azione dopo aver visto il flop.

Ricordate che, come ha d’altronde puntualizzato anche Phil Gordon nel suo libro “The Little Green Book of Poker” : un giocatore dovrebbe considerarsi committed al piatto ogni volta che ha più del 50% delle proprie chips in azione. Siccome nessuno che è ormai pot-committed abbandonerà la mano dopo il flop, provare un bluff in quelle condizioni è una mossa alquanto imprudente.

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