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Analisi di una mano con Greg Raymer: l’importanza del valutare i range

Greg RaymerQuando cercate di ipotizzare uno specifico range di mani di un avversario, utilizzando le informazioni raccolte con l’osservazione dello suo stile di gioco e dei betting patterns, di fatto state provando a determinare se avete in mano il punteggio migliore.

Oltre a questo lavoro, i giocatori più bravi cercano inoltre di stabilire se siano favoriti a sufficienza da considerare di rischiare tutte le chips in un colpo solo.

La mano che vogliamo proporvi oggi, che ha come protagonista il famossisimo Greg “the fossilman” Raymer, è stata giocata al Main Event delle World Series of Poker 2009 presso il Rio Hotel di Las Vegas.

Con il livello di gioco che prevede bui 250$/500$ e ante di 50$, la donna in posizione di hi-jack rilancia di 1.500$ trovando il call del giocatore seduto immediatamente alla sua sinistra.

Greg Raymer, il campione del mondo dell’anno 2004, spilla a q dallo small blind e decide anch’egli di andare a vedere, seguito subito dopo dall’attore Jason Alexander in posizione di Big Blind.

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Il flop porta q 5 q che permette a Raymer di chiudere immediatamente un trips. Dopo il check del campione arriva la bet di 2.500$ di Alexander, che costringe al fold gli altri due giocatori.

“Non pensavo che Jason potesse puntare in quel modo avendo in mano un flush-draw” spiega Greg. “Ritenevo che il quel caso avrebbe fatto solamente check. Per come aveva agito, invece, poteva avere una Q oppure un coppia di 5 ma anche due jack o due 10.”

Raymer fa dunque call e al turn scende un 10. Greg fa di nuovo check e Alexander punta altri 6.000$ che vengono subito callati dall’altro.
Il river è un 4 e “fossilmen” fa ancora check. Alexander spara dunque la terza puntata consecutiva mettendo nel piatto 12.000$ e Raymer non può che andare a vedere scoprendo di aver vinto il piatto contro i q 3 di Jason. Nonostante la vittoria, però, Raymer è abbastanza insoddisfatto di come sono andate le cose al tavolo.

“Avrei dovuto giocare la mano in maniera più veloce” spiega infatti. “Se avessi fatto un check-raise sul turn oppure sul river, avrei potuto fargli mettere dentro tutte le chips. Dovevo provare a correre il rischio. Se lo avessi messo su un range più ampio di quello che avevo considerato conclude “sarei risultato decisamente favorito e avrei rischiato molto più volentieri tutto il mio stack.”

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