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Analisi di una mano con Layne Flack: i suited connectors

Due sono i consigli che in generale si possono dare se state per entrare in un piatto con dei suited-connectors: cercate di pagare il meno possibile e continuate con la mano solo se floppate almeno doppia coppia o meglio, come ad esempio un ottimo draw. Molti top players sanno bene che una volta che ci si trova in una situazione del genere c’è infatti la possibilità di portare via l’intero stack ad un avversario. E’ questo è proprio quello che ha provato a fare Layne Flack – noto professionista americano e vincitore di ben 6 braccialetti alle World Series of Poker – nella mano che stiamo per raccontarvi.

Siamo proprio durante il Main Event delle WSOP 2008 tenutesi al Rio di Las Vegas. Il buy-in, naturalmente di 10.000 dollari, consentiva di ricevere una dotazione iniziale di chips pari a 20.000$. Con blind 100$/200$, un giocatore tight in middle-position open-raisa di 525$. Antonio Esfandiari, altro famosissimo giocatore high-stakes, decide di fare call dallo small blind. Flack, dal Big Blind, riceve 4 5 e dopo una rapida occhiata al piatto reputa di trovarsi di fronte ad un facile call. Infatti, deve aggiungere soltanto 325$ in un piatto da 1250, ricevendo pot odds per 4-1, più o meno le stesse probabilità che avrebbe avuto nel caso si fosse trovato heads-up contro una coppia d’assi. Ma essendo un piatto a tre, le sue chance sono ancora migliori nel caso in cui, ad esempio, un dei due avversari abbia coppia d’assi e l’altro coppia di K.

Il dealer distribuisce il flop mettendo sul panno verde 6 3 7 che danno subito a Flack una scala oltre a un progetto di incastro a scala colore. Esfandiari è il primo a parlare e punta 1600$ e Flack fa call. “Ho immaginato che il raiser originale avrebbe almeno provato a prendere il piatto” racconta Layne. “Se effetuava un re-raise e giocava anche Antonio allora il pot diventava davvero sostanzioso”. Ma l’open-raiser fa solo call. Sul board arriva il turn che è un 7 che si accoppia con l’altro precedentemente distribuito. Antonio fa check e Flack (foto a lato) decide di puntare 2000$. “Non volevo certo andare rotto su quella mano, ma non volevo neanche concedere una free card” continua Flack. “Se al river fossero scesi un 3, un 6 o un 7, avrei rovinato la mia mano. Inoltre, una volta che Antonio faceva check, io dovevo necessariamente puntare. Forse potevo intrappolare il ragazzo dopo di me oppure, se questo decideva di foldare, la mia puntata era abbastanza bassa da invitare Antonio a giocare”. Il raiser originale infatti passa mentre Esfandiari decide di continuare. Al river scende un 5 e Esfandiari fa check. Flack punta 3000$. “La mia era una value-bet. Se Antonio mi metteva all-in potevo ancora uscire dalla mano nel caso ritenessi che potesse avere un full o una scala più alta. Mi sarebbero rimaste ancora tante chips”. Ma tutti i ragionamenti in questo caso non servono perchè Antonio folda serenamente. Flack non ha raccolto quello che si aspettava di prendere, ma si è creato una ghiotta occasione aggiungendo appena 325$ preflop.

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