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Doug Polk analizza una mano high stakes di short deck tra Tom Dwan e Andrew Robl

Lo Short Deck Poker ha conquistato il mondo del poker nel 2018 ed era inevitabile che anche Doug Polk facesse prima o poi una delle sue analisi su una mano giocata in questa variante. L’ormai ex poker pro resta una delle menti più brillanti del nostro ecosistema, motivo per cui le sue riflessioni sullo Short Deck Poker possono sicuramente risultare di grande aiuto per chiunque voglia imparare questo nuovo gioco.

La mano scelta, però, non è casuale: tra tutte quelle a disposizione dai vari high roller in terra d’Asia, Doug ha scelto proprio quella che vede coinvolti Andrew Robl e Tom Dwan. Una mano strana, nella quale “durrrr” (uno dei bersagli preferiti dello youtuber) effettua una mossa che noi stessi avevamo definito apparentemente inspiegabile.

Ecco l’action e lanalisi di Doug Polk su questa mano high stakes di Short Deck Poker.

Short Deck Poker: l’action della mano tra Dwan e Robl

“Lo Short Deck è simile al No-Limit Hold’em ma è un po’ diverso”, ha premesso Polk per introdurre la nuova variante al suo pubblico. Poi ha spiegato che “il tris batte la scala e il colore batte il fullhouse perché ci sono meno carte per fare tris o colore rispetto a scala e fullhouse”.

Prima di riportare l’analisi di Doug Polk, ecco l’action che avevamo già riportato in un precedente articolo:

Al tavolo non ci sono blinds, ma tutti devono mettere una ante di $3.000 e il bottone una doppia ante di $6.000.

La mano inizia con il limp di Andrew Robl con 9 8 . Tom Dwan è alla sua sinistra e spilla k j , mano con cui si limita a over-limpare. Lo stesso fanno Elton Tsang con a 7 e Jason Koon con a 10, ma Mikitafish2013Badziakouski decide di alzare la posta a $32.000 dal cutoff con a 8 .

Robl, Dwan e Tsang chiamano, generando quindi un pitto di $140.000. Il flop è k 10 k . Robl ha un progetto di colore, Dwan ha un tris, Tsang e Mikita non hanno niente. Fanno tutti check e il turn è una carta che sconvolge gli equilibri: un q . Ora Robl ha il colore e fa check. Dwan decide di uscire in puntata per $79.000 e dopo il fold di Tsang, “Fish2013” decide di chiamare con il suo a che in caso di quarta carta a fiori diventerebbe il nuts.

Forse proprio perché immagina che un Asso di fiori sia nel range degli avversari, Robl opta per un rilancio all-in: mette in mezzo $350.000. Dwan va in the tank, come già successo molte volte in questa sessione sudcoreana. Alla fine, a sorpresa, decide di fare call con il suo semplice tris, nonostante il pericolo di un colore che lo renderebbe sostanzialmente drawing dead. Badziakouski folda e si va allo showdown.

Nel No-Limit Hold’em tradizionale, Tom Dwan avrebbe circa il 20% di possibilità di vittoria centrando un Jack, un Re, una Donna o un 10 al river. Nello Short Deck Poker, invece, è al 4%: può vincere solo centrando il poker di Re. Una chiamata che sembra veramente assurda…

Su uno dei due board compare un 10 che consegna il fullhouse a “durrrr” ma in questo gioco il fullhouse non batte colore… così Andrew Robl vince un monster pot di $877.000 prima di alzarsi dal tavolo e andarsene. Tom Dwan, invece, fa rebuy per un altro milione di dollari...

L’analisi di Doug Polk

“Tutti mettono l’ante a $3.000 e il bottone mette $6.000”, inizia Polk. “Ciò significa che ci sono un sacco di soldi in mezzo quindi conviene chiamare e vedere il flop, considerando anche che l’equity è sempre molto ravvicinata e sul flop è probabile che ci saranno $30.000 o $40.000 in mezzo”.

Doug spiega di non apprezzare particolarmente il rilancio di Mikita “Fish2013” Badziakouski dal bottone: “È un raise molto particolare quello di “Fish2013”, che reputo uno straordinario giocatore. Mi pare come una decisione strana, forse lo ha fatto perché ha il blocker di un eventuale colore nuts? Visto che colore batte fullhouse, avere un blocker di questo tipo sposta moltissimo. Ma avrei preferito vedere un check”.

Come abbiamo visto, tutti i limper chiamano ad eccezione di Jason Koon: “Non so se quello di Robl sia un buon call con 9 8 ma posso dire che non mi sarebbe dispiaciuto vedere un raise da Tom Dwan con k j . Di certo il call è obbligatorio, così come quello di Tsang”.

I quattro check sul flop

Il flop è accoppiato, una circostanza che sposta molto rispetto al poker con il mazzo intero.

“Su un board accoppiato nel No-Limit Hold’em tradizionale non ci sono molte mani che possono aver chiuso tris mentre nello Short Deck ci sono molte più possibilità che qualcuno abbia un tris. Ecco perché questo flop non si presta molto bene a un bluff come invece succederebbe con il mazzo completo. “Fish2013″ blockera il colore nuts ma decide di checkare e ci sta considerando che è un 4-way pot”.

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L’action sul turn

Passiamo ora sul turn, la street su cui succede l’impensabile: “Il turn è una action card perché Robl ha il colore, Dwan ha il tris e “Fish2013” ha il progetto di colore nuts e scala reale. Non mi piace il check di Robl, non mi piace il trapping con un colore al 9. Avrei preferito puntare subito”.

A Polk non piace nemmeno la puntata di Dwan: “Dwan punta e non mi piace. Ha senso per prendere valore da Re peggiori, da una eventuale scala o dai progetti di colore ma è una valuebet troppo thin. Ora “Fish2013″ ha una ottima equity perché ha un draw verso il nuts e giustamente decide di chiamare”.

Una mano quasi a carte scoperte

Si giunge quindi a Andrew Robl, che può completare il suo check/raise andando all-in. Qui, secondo Doug Polk, stanno giocando quasi a carte scoperte.

“Robl ha il colore e se check/raisa sta dicendo di avere una mano forte come un colore o di bluffare con a . Il fatto è che quando “Fish2013” flatta la bet di Dwan, Robl dovrebbe sapere che anche lui ha quasi sempre un progetto di colore o un colore. Quindi Robl andando all-in sta rendendo il suo range ancora più stretto: dopo il flat di “Fish2013” è molto difficile che i suoi avversari lo mettano su un draw, è probabile che capiscano che abbia già un colore“.

Polk fa intendere che i suoi due avversari dovrebbero capirlo facilmente: se il flat di “Fish2013” dice a da tutte le angolazioni, Robl sta sostanzialmente dicendo di avere un colore chiuso, quasi certamente senza a (altrimenti non si spiegherebbe il flat del bielorusso).

L’assurda chiamata di Tom Dwan e la sedia vuota di Doug Polk

Quando la parola torna a Tom Dwan, secondo Doug Polk non c’è davvero alcun dubbio su quale sia la mossa migliore: “Non c’è molto da dire qui, davvero: con un tris perde contro i fullhouse e contro i colori. Se chiude fullhouse al river, perde comunque contro un colore. In questa situazione devi sempre foldare: è una decisione molto facile.

Invece, come sappiamo, Tom Dwan effettua la chiamata. Doug Polk perde la testa e inizia a insultarlo? Niente di tutto ciò, perché “WCG|Rider” la butta sull’ironia e prima di mostrare la sua chiamata “chiude” l’episodio dicendo: “È tutto per questo episodio di Poker Hands, sono sicuro che ora entrambi folderanno. Ci vediamo presto“.

Poi lascia andare il video a schermo intero, mostrando Tom Dwan che ci pensa e chiama. La sua reazione? Molto immediata:

L’analisi di Doug Polk:

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