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Joe Hachem spiega l’eliminazione alla prima mano dell’Aussie Millions

È molto raro che un giocatore venga eliminato alla prima mano di un torneo. Successe nel 2005 a Oliver Hudson (fratello dell’attrice Kate), quando nel Main Event WSOP fu eliminato immediatamente da Sammy Farha, ed è successo pochi giorni all’IPO 20 di Campione d’Italia con Luigi De Carli che ha sfruttato una condotta estremamente aggressiva dell’avversario per bustarlo. Oltre a questi, ci sono pochi altri casi documentati di eliminazioni alla prima mano, com’è naturale che sia in una tipologia di poker – quella del torneo – nella quale la strategia migliore è quella di non prendere eccessivi rischi in early stage.

Tuttavia, quando le carte si incrociano in determinati modi diventa quasi impossibile evitare questa clamorosa beffa. Lo sa bene Joe Hachem, che nell’evento di apertura dell’Aussie Millions è stato eliminato alla prima mano giocata, ovvero pochi minuti dopo aver pagato il buy-in da 1.150$ ed essersi seduto al tavolo.

Il professionista australiano, ancora un po’ in tilt per la velocissima eliminazione, ha raccontato ai microfoni di Pokernews.com cosa è successo. “Ho un rapporto di amore e odio con l’Aussie Millions: io lo amo ma lui mi odia!”, ha voluto premettere il campione WSOP. “Oggi mi sono registrato all’opening event, una cosa che solitamente non faccio. Mi sono seduto al tavolo e ho ricevuto la prima mano dal big blind. Era 9-10 offsuited e dopo il raise di un giocatore da middle position a 425 su blinds 100-200 decido di chiamare dopo il fold tutti gli altri presenti al tavolo”.

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Fin qui la condotta di Hachem sembra nella norma, mentre sul flop sceglie una mossa alquanto aggressiva: “Il flop è Q-8-6 rainbow. Decido di fare check-raise se dovesse puntare. Ho una doppia scala a incastro e fare check-raise è molto deceptive (ingannevole, ndr): se dovessi centrare uno dei miei out sul turn potrei estrarre il massimo valore”.

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L’avversario va in continuation bet per 450 e Joe rilancia a 1.200. C’è il call e si giunge sul turn, che permette ad Hachem di chiudere il nuts: “Il turn è un 7. Mi chiedo se checkare o puntare e alla fine metto in mezzo 2.500 chips, una bet studiata appositamente per poi pushare sull’ultima carta. Se chiama sul turn, infatti, credo proprio che chiamerà anche sul river”.

L’avversario fa call e il dealer gira l’ultima carta: un 8 che accoppia il board. “Ovviamente in questo spot può avere un set – spiega Hachem – ma avevo deciso che avrei comunque estratto il massimo valore al river. Se davvero ha un set allora buona fortuna per il resto del suo torneo. Vado all-in e lui chiama e gira Q-Q per un top set (e second nuts, ndr)”.

Nonostante gli oltre 12 milioni di dollari intascati nel corso della sua lunga carriera dal vivo, il campione del mondo 2005 è visibilmente deluso per essere stato eliminato in questo modo in un torneo da 1.100$ di buy-in, a dimostrazione di quanto nel poker sia necessario restare sempre “affamati” e competitivi, anche se sei il 19° giocatore più vincente nella storia dei tornei live.

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