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Jonathan Duhamel, corto e contento durante la PCA 2015

[imagebanner gruppo=pokerstars] Jonathan Duhamel ha chiuso il Main Event della PCA 2015 al 42esimo posto, vincendo in questo modo 27.700 dollari: non una grossa somma per uno come lui, ma certo per come si era messo il torneo il canadese può considerarla una mezza vittoria.

Duhamel ha infatti vissuto da shortstack molte delle fasi decisive, dovendo lottare non poco anche semplicemente per finire fra i 119 giocatori premiati dal payout: “Sono approdato al day 3 che ero già corto – ha dichiarato ai microfoni di PokerTube.com – a quel punto mancavano ancora una cinquantina di giocatori prima dello scoppio della bolla”.

In particolare, Jonathan racconta come ha vissuto la fase immediatamente precedente allo scoppio della bolla, quando non gli rimanevano che una quindicina di big blind e la bolla era ancora distante una decina di posizioni.

Naturalmente le sue considerazioni non vanno confuse con un generico – ed infondato – timore di essere eliminato, ma con più pragmatiche implicazioni di ICM, sempre decisive in situazioni analoghe, come sottolinea lui stesso: “Sapevo che in molti erano più corti di me, in questi casi è sempre importante sapere a quanto ammonti lo stack dei propri avversari. E’ una situazione fastidiosa, perché sei costretto a foldare quasi qualsiasi cosa“.

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Duhamel solitamente non è certo tipo da starsene seduto e semplicemente “aspettare una mano”, ma in certi casi è semplicemente la cosa necessaria da fare: “Quando eravamo in bolla piena mi erano rimasti nove big blind, ma c’era più di un giocatore che ne aveva addirittura quattro o cinque. In una situazione di questo tipo per quanto strano possa sembrare avrei dovuto foldare anche due jack o due donne”.

Curiosamente, Jonathan ricorda come un player sia riuscito a sopravvivere alla bolla con appena un big blind e mezzo, quando tutti lo davano praticamente per spacciato. E’ chiaro che, una volta raggiunta la zona premi, il campione del mondo ha potuto finalmente dimenticarsi del freno a mano e prendersi un po’ di rischi per cercare di risalire, cosa che di fatto in parte gli è riuscita.

Non sarà insomma questo assegno a cambiargli la vita, ma certo Duhamel è consapevole che meglio di così fosse davvero difficile fare, viste le circostanze, ed in fondo a volte questa è l’unica cosa che conta.

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