Vai al contenuto

Il poker e l’apprendimento esperienziale di Kolb

David Kolb, ideatore della teoriaLa teoria dell’apprendimento esperienziale è stata ideata dall’americano David A.Kolb nei primi anni ’70. Tanto semplice quanto geniale ed intuitiva, può essere applicata a tutte le situazioni della vita quotidiana, compreso il gioco del poker.

La teoria si compone di quattro punti, al tempo stesso indipendenti e collegati tra loro:

–    Azione concreta
–    Osservazione e riflessione sull’azione
–    Formazione di concetti astratti, basati sull’osservazione dell’azione
–    Pianificazione e test delle nuove metodologie elaborate

Questi elementi sono l’essenza della spirale di apprendimento di ciascun individuo, che solitamente comincia dal primo punto: l’azione concreta.
Se pensate al mondo del lavoro che vi circonda, vi renderete subito conto che avrete colleghi molto più portati alle spiegazioni teoriche e alla pianificazione dei compiti, e colleghi molto più abili a “fare” piuttosto che a pensare.
In un’idea di perfezione, tutti e quattro i punti saranno sviluppati al meglio in noi, che saremo quindi in grado di eseguire, comprendere, apprendere ed applicarci al meglio nei vari compiti che ci saranno dati nella nostra vita lavorativa.

La teoria di Kolb può essere applicata anche al mondo del poker, visto che il processo di miglioramento di tutti noi giocatori cavalca costantemente i quattro punti sopra esposti. Tutti i giocatori intenti a migliorarsi seguono giocoforza i punti fondamentali della teoria suddetta:

–    Giocare
–    Rivedere le mani e riflettere sulla bontà delle proprie giocate
–    Capire i propri errori ed elaborare giocate sempre migliori
–    Pianificare nella propria mente la giocata ottimale

E, ovviamente, ricominciare a giocare, e continuare costantemente il ciclo. Se ci pensate, tutte le conoscenze che abbiamo, nella vita in generale oltre che nel mondo del poker, sono state più o meno consciamente acquisite e migliorate col tempo seguendo questi quattro punti fondamentali.

La fase di miglioramento del proprio gioco si sviluppa con una serie di mani giocate (punto 1), per poi passare al punto 2, dove la capacità di valutarne in maniera oggettiva ed analitica la bontà, fa la reale differenza. Saper capire se una giocata è stata ev+ o meno diventa quindi fondamentale. L’errore più comune che si tende a fare è pensare che una giocata sia corretta solo perché in molte situazioni ci ha portato a guadagnare dei soldi.

Se questo processo vi sembra facile, o intuitivo, sappiate che non è così. Non sempre, perlomeno. Man mano che salirete di livello, le vostre giocate standard non saranno profittevoli quanto al livello precedente; dovrete analizzare nuovamente il vostro gioco e saper modificare le vostre tendenze adattandovi al livello a cui state giocando e – ugualmente importante – al tavolo a cui state giocando.

La pianificazione quindi della giocata ottimale si dovrà basare tanto sull’oggettiva bontà di una giocata, quanto sulla particolare situazione che potrà differire dal normale per tipologia di avversari, numero di persone coinvolte nella mano, posizione, stack e altri fattori da valutare di volta in volta.
Un giocatore che si approccia al poker in maniera seria dovrà riflettere sulla propria persona e sulla propria capacità di apprendimento, per saper individuare i propri punti di forza e migliorare i propri punti deboli, aumentando il tempo dedicato al gioco, alla hand review e alla formulazione di mosse sempre migliori, o alla pianificazione della giocata ottimale. E voi, dove vi sentite più forti?

Simone “sephirot984” Somaschini