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Il teorema di Clarkmeister

Dopo esserci occupati di quello di Baluga, andiamo questa volta a rispolverare il teorema di Clarkmeister, che pur se inizialmente pensato per il gioco limit, trova certamente un riscontro positivo anche nel No Limit Hold’em.

Nata da un’intuizione di un noto poster del forum di Twoplustwo, la mossa di Clarkmeister prevede che : “se siete heads-up, fuori posizione e sul river scende una quarta carta a colore, allora dovrete puntare con qualsiasi cosa abbiate in mano.“

Le ragioni a supporto di tale manovra sono moltiplici e possono essere riassunte nei seguenti punti fondamentali:

– La quarta carta a colore scoraggerà molti degli avversari a proseguire nell’azione, a meno che naturalmente essi non abbiano qualcosa di davvero forte.

– Con un board del genere potrete mettere a segno una sorta di “value bluff”, ossia talvolta vi chiameranno con una mano peggiore e altre volte folderanno una combinazione migliore.

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– Una puntata forte, cioè pari ad almeno i tre quarti del piatto, metterà l’avversario in condizione di foldare tutte le mani che non siano un flush, oppure che completino un colore debole.

Per essere sicuri che tale mossa abbia le migliori probabilità di successo, dovrete rispettare necessariamente le regole fondamentali per la sua applicazione, ossia essere i primi a parlare ed in gioco contro un solo avversario. Se non siete i primi ad agire, la vostra bet risulterà poco convincente e quindi decisamente meno efficace.

Se l’altro fa check e voi puntate, i sospetti su un vostro bluff si faranno sicuramente più consistenti. Se invece ci sono più giocatori nel piatto, il rischio che qualcun’altro abbia davvero una mano forte sarà sicuramente più alto rispetto a quello riscontrabile in un testa a testa. Gli avversari con cui il teorema assume maggiore valenza sono sicuramente i tight-passive: poiché il Clarkmeister basa la sua efficacia anche sulla fold equity, se il vostro avversario è troppo loose quest’ultima risulterà piuttosto scarsa. E’ quindi preferibile che l’altro sia capace di passare la mano, cosa che in genere riesce molto bene a quelli che giocano piuttosto chiusi.

In conclusione, anche se il poker è un gioco molto situazionale e quindi nessun approccio teorico può funzionare il 100% delle volte, riteniamo comunque che l’efficacia di tale teorema – in accordo con una buona conoscenza degli avversari –  si assesterà sicuramente su discreti livelli.

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