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NL400: cosa dovremmo fare al flop?

Quando abbiamo top pair top kicker su un flop connesso, la continuation bet spesso è automatica: eppure questa non è sempre la mossa migliore, secondo Reid “shootaa” Young.

Nella mano in questione, giocata al NL400, hero apre da UTG con a j ed uno stack di cento big blinds effettivi, chiamato sia dal cut-off che dal bottone. Entrambi non sembrano fenomeni: il primo ha VPIP48 PFR17 3B7 AF 2.5 ed una raise c-bet del 21% su 350 mani, il secondo è un 37/21/9 AF 2.2 su 170 mani.


Il flop è 9 7 j , e secondo Young – contrariamente a quanto si potrebbe pensare – questa sarebbe una buona occasione per check/callare: “Il board è molto connesso, se avessimo in mano l’ a potremmo affrontare più serenamente un rilancio, ma così è diverso.
Inoltre, spesso su un board del genere staremmo check/foldando, quindi check/callare sembra un buon piano, potremmo addirittura veder puntare i nostri avversari su tre street per valore con una mano peggiore”.

Young sottolinea come se raisati saremmo spesso in difficoltà, in quanto ci sono troppe combinazioni sfavorevoli del board che ci separano dallo showdown, considerando che questo hitta molto più il range di entrambi i nostri avversari che non il nostro. 

Rimarca infine come, anche quando il turn è un asso o un jack, non si possano comunque fare salti di gioia.


“Non dobbiamo farci ingannare dal fatto di avere top pair top kicker – ammonisce lo statunitense – ma pensare all’equity che abbiamo contro il range con cui è probabile che i nostri avversari proseguano a giocare nella mano”.

Hero decide invece di c-bettare a 32 dollari, viene rilanciato fino a 138 dollari dal cut off, chiama, e check/calla su turn 10, quando quest’ultimo va all-in: il river è il 9 e il risultato non lo sapremo mai, ma questa in fondo non è sempre la cosa che più conta.