Vai al contenuto

Quattro semplici modi per depistare l’avversario

Sarà certamente capitato anche a voi di tornare con la memoria su una particolare mano che avete perso e di pensare che l’avversario sapesse esattamente cos’avevate.

Bene, non c’è bisogno di lavorare di fantasia per giustificare il tutto con particolari doti da veggente dell’opponent, o addirittura scomodare cose come software truccati o account super-user.

La verità è più semplicemente che anche voi, come tantissimi altri player, giocate regolarmente con altre persone utilizzando strategie sempre identiche e pertanto facilmente prevedibili. L’essere umano, almeno di base, è portato a sviluppare tendenze ed abitudini, sia conscie che inconscie, e ad agire con una stessa strategia per ogni particolare situazioni. Tale atteggiamento viene utilizzato naturalmente anche nel poker, con la conseguenza – nel caso si abbia a che fare con persone particolarmente attente a quello che succede al tavolo da gioco – di rivelare la forza della mano senza che ci sia bisogno di girare le carte (altrimenti detto essere “face up“).

Gli esempio a sostegno di ciò possono essere tantissimi: ci sono infatti quelli che rilanciano molto forte se si trovano fuori posizione e hanno una coppia media, quelli che amano slowplayare gli assi da early position, chi fa check al flop con un punto forte e chi betta sempre pure se non ha beccato nulla. Potremmo continuare all’infinito, ma la cosa importante da sapere è solo una: se diventate facili da leggere, i vostri soldi potrebbero rapidamente finire nelle tasche di qualcun’altro.

Pertanto, contro giocatori che incontrate spesso e che sapete essere alquanto skillati, la soluzione da implementare è relativamente semplice: bisogna mixare il proprio gioco. Dovrete in qualche modo randomizzare le vostre decisioni al tavolo, sia pre che post-flop. Sappiate che può bastare anche un aggiustamento del genere per passare, ad esempio, da una situazione di break-even ad una dove ad EV positivo. Avventurarsi in soluzioni non-standard vi potrà permetterà, inoltre, di esplorare nuove linee strategiche e di eventualmente poterne trovare anche di profittevoli. Eccovi quindi 4 facili espedienti per rendere il vostro gioco meno prevedibile:

Il metodo Dan Harrington
Dan HarringtonNel famoso libro “Harrington on Holdem”, Dan suggerisce di utilizzare un orologio da polso per rendere casuali alcune mosse di gioco. Ipotizziamo, ad esempio, che vogliate rilanciare preflop con una coppia di assi l’80% delle volte e di fare semplicemente check nel restante 20%. Basta una rapida occhiata all’orologio per mixare casualmente tra le due diverse opzioni: se l’indicatore dei secondi è compreso tra 0 e 48 allora rilanciate, se invece si trova tra 49 e 60 fate quindi check. Ancora un esempio: rilanciate pre-flop con AK e sul flop scendono Q-5-2 raimbow. Probabilmente vorrete fare una continuation-bet i 2/3 delle volte e fare solo check nell’altro caso. Di conseguenza, come per gli assi, lasciate che siano i secondi a decidere per voi: se sono tra 0 e 40 allora puntate, altrimenti proseguite con la seconda opzione.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Il metodo David Sklansy
David SklanskyIn uno dei libri più classici, “Theory of Poker”, Sklansky suggerisce di pre-selezionare alcune carte per randomizzare i bluff. A seconda di quanta casualità vogliate aggiungere al vostro gioco, dovrete dunque scegliere alcune carte che, una volta presenti tra quelle che vi vengono distribuite dal dealer, vi indicheranno la strada da seguire.
Per esempio: potreste decidere per un bluff ogni volta che riceverete un 7 nero. Pertanto, se vi vengono distribuiti un Q di picche e il 7 di fiori, quello sarà il momento di rilanciare o 3-bettare preflop. Anche se normalmente quella è una mano da foldare, mettendola di tanto in tanto in gioco aggiungerà invece una dose di aleatorità al vostro repertorio. Immaginate poi se magari al flop scendono A-Q-7, quanti dei vostri avversari saranno in grado di mettervi esattamente sulla doppia coppia?

Il metodo dell’Ascolto del Flop
Un altro metodo che utlilizzano alcuni giocatori è quello di prendere decisioni casuali a seconda del colore delle carte scese sul board. Immaginiamo che abbiate AK in mano e che siano entrambi di picche: voi rilanciate e trovate il call di due avversari. Al flop arrivano J-9-5 con due picche, il primo giocatore punta mentre l’altro decide di passare. Presupponendo che voi non vogliate foldare, possiamo stabilire che il 50% delle volte andrete di raise e l’altro 50% farete invece call. Scegliere casualmente tra una delle due opzione potrà aiutarvi a mettere fuori strada l’altro giocatore, perchè la linea generale di solito prevede un call con i draw e un rilancio con una made-hand. Voi potrete allora stabilire che, se la prima carta è nera raiserete mentre se è rossa farete solo call.

Il metodo delle Carte che Parlano
Similarmente a quanto esposto poc’anzi, potrete invece scegliere di effettuare decisioni casuali basandovi sul colore delle vostre hole-cards. Anche qui facciamo subito un esempio: immaginiamo che abbiate una coppia di 8 quando siete in late position. Prima di voi ci sono un paio di limpers, mentre il ragazzo immediatamente alla vostra destra decide di rilanciare. Per meglio puntualizzare il concetto, ipotizziamo anche che ques’ultimo si sia appena seduto e che quindi voi non abbiate idea di come giochi. Che fate dunque? passate, callate o 3-bettate?
Diciamo che in questa situazione la vostra tendenza generale sarà: foldare il 25% delle volte, vedere il 50% e re-raisare il restante 25%. La probabilità di trovarsi in mano due carte dello stesso colore è del 25% mentre di averne una nera e una rossa è del 50%. Possiamo quindi stabilire le seguenti regole: due carte rosse=fold, una nera e una rossa=call, due carte nere=reraise.
Queste impostazioni potrete naturalmente anche cambiarle, magari una volta a settimana o una al mese. Anzi conviene decisamente farlo, in questo modo non applicherete la stessa percentuale a tutte le mani o situazioni.

 

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI