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Il futuro del poker americano e in New Jersey pensano a Malta

Gli equilibri dell’industria del poker online mondiale si giocheranno – nei prossimi anni – negli States. Non ci vuole un grosso sforzo mentale per capirlo, considerando che gli USA, fino al black friday, erano il mercato leader e il polmone di tutto il settore. Ma vediamo quali sono le prospettive per il futuro, facendo un piccolo passo indietro.

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UN MILIARDO DI RAKE. Le revenues del poker americano erano ossigeno puro per il Vecchio Continente ed altre zone emergenti (Sud America più alcuni paesi dell’Asia). PokerStars.com e FullTilPoker – operando offshore – fuori dai confini a stelle e strisce (nelle due isole britanniche di Man e di Alderney)  potevano godere di una tassazione molto favorevole che gli permetteva di reinvestire in Europa e negli altri mercati emergenti. Prima del 2010, veniva prodotta negli States, una rake pari ad un miliardo circa (dati Università Nevada).

OFFERTA ILLEGALE. Con la nota inchiesta della Procura di New York, l’eldorado si è interrotto ed il poker online ha registrato una flessione superiore al 10% all’anno dell’action. Parte delle piattaforme (Bodog, Winning, Chico, Merge e Revolution) continua ad offrire gioco in modo illegale negli States.

PROBLEMA LIQUIDITA’ INTERNA. Nevada, New Jersey, Delaware e Iowa hanno intrapreso – con coraggio – la via della regolamentazione. In questi giorni, i casinò di Atlantic City hanno dato via alle danze con la fase test ma le incognite sono dietro l’angolo. Per i quattro stati la liquidità interna rischia di non essere sufficiente per una sostenibilità a medio termine.  L’unica strada percorribile è la creazione di un mercato interstatale con field condiviso da più piattaforme (circa una dozzina di stati). Molto probabilmente, l’ago della bilancia rimane la posizione della California che ci sta pensando seriamente.

POKER FEDERALE. Gli ostacoli principali sono le azioni (molto efficaci) del lobbysta Sheldon Adelson, proprietario di Las Vegas Sands che sta condizionando il Congresso e l’opinione pubblica.  Dall’altra ci sono forti dubbi interpretativi con la normativa federale UIGEA (non permette le transazioni bancarie verso le poker rooms). Anche i siti autorizzati del Nevada stanno riscontrando problemi con alcuni istituti.

A livello federale è stato presentato un nuovo (ennesimo) disegno di legge, quello del repubblicano Jim McDermott che prevede un prelievo fiscale del 12% sui depositi ma le possibilità sono inesistenti.

NEW JERSEY COME MALTA? In New Jersey il senatore dello stato Raymond Lesniak (nella foto in alto) sta lavorando ad un nuovo disegno legge molto innovativo per gli States. Lesniak è stato il promotore del regolamento che ha permesso l’avvio del mercato ma non si accontenta. Il suo progetto prevede il rilascio anche di licenze internazionali per gli operatori. In poche parole vuol fare concorrenza a Gibilterra, l’Isola di Man, Malta, Alderney e Curacao.

Non è un caso se uno dei consulenti dello Stato del New Jersey sia l’ex presidente del LGA di Malta, Mario Galea, colui che ha dato avvio al business dell’e-gaming della piccola isola del Meditteraneo nei primi anni duemila. Lo stesso Galea si è dimesso dal LGA, proprio tre settimane fa.

PLAYERS USA SEGREGATI. Lesniak ha voluto chiarire che però i giocatori del New Jersey (e degli States) non potranno giocare sulle piattaforme internazionali. Vi sarà una divisione delle licenze e dei field.  Il costo della licenza è di 200.000$ più 100.000$ per il rinnovo annuale. Le revenues generate dai players saranno tassate al 10% più un 2,5% destinato ad investimenti innovativi o, in alternativa, il pagamento del 15% (come in Gran Bretagna) sul rake lordo.

FUTURO. Un livello di tassazione senza dubbio poco competitivo (vedi effetto spread) rispetto ad altri mercati internazionali regolati (Malta e Gibilterra). Difficilmente questo progetto potrà convincere gli operatori ad investire negli States per operare fuori dai confini USA, a meno che il New Jersey non decida, in un secondo momento, di condividere la propria liquidità con i principali mercati regolamentati europei.