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Chris Moorman: “All’inizio giocavo solo cash game”

Chris Moorman è noto per essere forse il miglior giocatore di tornei di poker online, ma non tutti sanno che all’inizio si dedicava al cash game: gli MTT li ha scoperti per caso, ma è stato subito amore.

“All’epoca il livello più alto era il $25/$50 – ricorda oggi a BluffEurope.com – ed io giocavo NL600 e NL1000, spingendomi di tanto in tanto fino al NL4000. Poi a causa dell”UIGEA la mia poker room venne chiusa, e così fui costretto a cercarmi un’altra piattaforma”.

Conosce in questo modo sia Full Tilt Poker che PokerStars, ma nel 2006 non erano ancora i colossi che siamo abituati a conoscere: “Non riuscivo a far funzionare PokerTracker, e non volevo giocare contro avversari sconosciuti senza un HUD, così mi buttai sui tornei“. E mai scelta fu più azzeccata.

Se allora nel cash game i giocatori erano molto più scarsi di adesso, nei tornei era dieci volte peggio. Era pazzesco, mai visto niente del genere. Arrivai quinto in un domenicale su Full Tilt Poker, allora erano molto più piccoli e vinsi 13.000 $, venendo conquistato da quella nuova specialità”.

E pensare che magari, se quell’HUD avesse funzionato correttamente, la storia avrebbe potuto essere ben diversa. Ma il caso concede un’altra opportunità a Moorman, quando gli fa conoscere un professionista molto amico di Annette Obrestad.

“Inizialmente avevo uno stile molto solido, poi conobbi questo scandinavo che ovviamente giocava come un pazzo. Mi mise in contatto con Annette, che mi insegnò un sacco di cose e mi trasformò in un regular molto aggressivo. Ormai mi ero costruito un’immagine da giocatore chiuso, quindi fu particolarmente efficace”.

Chris rivela di aver sempre giocato livelli di buy-in molto vari, potendone così giocare molti e raggiungendo risultati importanti, ma non senza preparazione: “Aspettai un po’ di tempo, prima di inserire nel mio schedule i torneo da 100 $ re-buy. Li osservai a lungo prendendo note su tutti i regular, e così quando cominciai a giocarli avevo molte informazioni, mentre loro sapevano soltanto che fossi un reg”.

Oggi le cose sono molto cambiate. Moorman rivela di dare il proprio meglio giocando fra i 12 ed i 16 tavoli, in modo da non essere tentato di giocare ogni mano ma di poter mantenere al contempo la giusta concentrazione. Ed in ogni caso, serve sempre un po’ di fortuna: “Oggi anche i fish hanno un’idea del gioco, magari commettono errori ma sono aggressivi. Nel 2010 ho vissuto il mio peggior anno online, semplicemente non riuscivo ad arrivare in fondo nei grossi tornei, che poi sono quelli che spostano in termini di profit.
Paradossalmente live quello è stato il mio anno migliore, e tutti mi chiedevano cosa avessi cambiato nel mio gioco. In realtà, stavo solo vincendo qualche coinflip in più“.

E quando infine gli domandano se il poker avrà sempre un ruolo centrale nella sua vita risponde: “Ci sarà un momento nel futuro in cui sicuramente mi dedicherò a qualcos’altro. Per adesso mi piace ancora, ma nel momento in cui me ne dovessi disinnamorare lo mollerei. Anche se non mi aspetto che accada presto, non penso proprio che diventerò un nuovo Doyle Brunson“. Ma a 28 anni, correre questo rischio è più difficile che giocare a poker.