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Faraz Jaka, manager sicuro di sè: “Le mie scelte GPL? Quelle che volevo, avevo previsto tutto”

Si avvicina il 5 aprile, giorno dell’esordio vero e proprio per la prima stagione della Global Poker League. I team non sono ancora completi, poichè a giorni avverrà l’annuncio delle due wildcard selezionate da ciascuna franchise, ma le strategie sono ben delineate nella testa dei manager. Tra questi, oltre al nostro Max Pescatori, c’è anche Faraz Jaka.

Il manager dei San Francisco Rush, che nel draft dello scorso 25 febbraio ha scelto nell’ordine Phil Galfond, Tony Gregg, Kitty Kuo e Anton Wigg, è stato recentemente intervistato dal portale Pokerupdate, rivelando alcuni particolari davvero interessanti, sia sul draft stesso che sul futuro.

Alla domanda su quale piano avesse in mente per il draft day, Faraz palesa grande sicurezza: “il piano era di eseguire tutto il lavoro che avevo già meticolosamente preparato. Per ciascun giocatore al quale ero interessato, ho assegnato un punteggio in base alle diverse caratteristiche che mi potevano tornare utili. In tal modo avrei avuto sempre le idee chiare su cosa fare sia se il team avesse avuto bisogno di più talento, sia se fosse servito qualcosa in più in termini di potenzialità di marketing. Ho previsto tutte le alternative possibili e gli scenari più disparati, dal migliore al peggiore dei casi, sapendo esattamente chi avrei scelto in ciascuna situazione.”

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Lo studio ha infine prodotto i suoi frutti: a suo dire, Jaka ha scelto esattamente i player che voleva nei primi tre round, mentre al quarto ha confessato di essere stato più in difficoltà, ma “le tre ottime menti analitiche che avevo già scelto mi hanno aiutato nella selezione”, che alla fine è ricaduta sul fortissimo grinder svedese Anton “antesvante” Wigg.

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Comunque, come per Max Pescatori e per Liv Boeree, anche per Faraz Jaka il segreto del successo di un team nella Global Poker League sta nella “chimica di squadra”, nell’intesa tra i vari membri: “Per me è stato importante scegliere persone che sapevo avrebbero contagiato positivamente il resto del team. Credo che alla fine il mio team abbia un ottimo bilanciamento tra talento e potenzialità mediatiche o di marketing.” Per azzeccare la chimica di squadra ci vuole però qualcosa in più, ovvero “una profonda conoscenza della personalità di ciascun player”, e Jaka ovviamente è convinto di averla.

Sulle wildcard Faraz non si è sbottonato, anche se afferma di averle già scelte entrambe, una delle quali ancora non confermata al 100%. Il pro statunitense, giramondo per scelta come abbiamo già raccontato più volte, è entusiasta del suo ruolo di manager, per cui crede di essere davvero tagliato: “Fui a capo di un team marketing di studenti al tempo della high school, ho fatto molto coaching non solo di poker ma anche di life management, per alcuni amici imprenditori. Sì, credo di avere una inclinazione speciale per la leadership e un certo talento nell’essere una guida per gli altri.”

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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